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Paroloni e paroline. Oggi parliamo di "LAMA"

lama budda.jpgLa mia curiosità per le forme lessicali particolari mi ha portato questa volta a tentare di trovare una qualsivoglia connessione tra i diversi significati che una parolina piccola, piccola, assume in funzione del contesto in cui viene inserita. La parola di oggi è LAMA.

Ho notato che i lettori del nostro sito sono stati finora particolarmente interessati a questa specie di giochino per conoscere meglio la nostra meravigliosa lingua, quindi piuttosto che perdere tempo ad ascoltare o leggere le vuote chiacchiere dei politicanti che si contendono una poltrona da 20mila eurazzi al mese (alla faccia nostra), trascorriamolo una piccola parte di questo nostro breve spazio temporale che ci resta divertendendoci con lo scoprire significati strani di parole che magari usiamo anche spesso ma che non ci siamo mai soffermati a scandagliare più in profondità.(Tonino Cavallaro)

lama coltello.jpg“Lama” è l'esempio di omonimia per eccellenza: non è una  sola con più significati, ma una selva di parole distinte, che per strade diverse hanno assunto lo stesso aspetto fonico. È come un raduno di sosia, che sembrano la stessa persona ma non lo sono affatto.

Solo nella nostra lingua ne contiamo ben quattro. Anzitutto la lama dei coltelli, che deriva dal latino laminam. Le sue origini, tuttavia, sono avvolte dal mistero: si ipotizza che i romani l’abbiano rubata a un’altra lingua, ma nessuno sa quale.

Dal latino proviene anche una seconda “lama”, derivata però da lamam. Questa parola desueta è ancora onnipresente nei toponimi – dalla selva del Lamone in Lazio alla via delle Lame a Firenze – e indica un luogo basso, acquitrinoso o franoso. Secondo il linguista Alinei, però, il suo significato letterale sarebbe qualcosa come “terra del drago”. 

lama palude.jpgLamam deriverebbe cioè da lamia, un serpente-vampiro avido di carne umana che, nella mitologia greca, costituiva l’equivalente femminile del drago. Le paludi infatti erano la tipica residenza dei draghi e anche le frane erano spesso attribuite al loro passaggio.

Gli altri due lama poi sono piovuti nella nostra lingua dagli opposti angoli del globo. Originario del Tibet è l’appellativo conferito ai monaci buddisti, equivalente al sanscrito “guru” e nato, secondo il tibetologo Wylie, dall’unione di bla (anima) e ma (madre). Significherebbe quindi “colui che fa da madre all’anima”.

Invece il nome del mammifero viene dalla lingua quechua, parlata anticamente dagli Inca. Gli spagnoli assorbirono la parola (llama, pronunciato “yama”) e la trasmisero alle altre lingue. In spagnolo tuttavia llama è anche la terza persona del verbo llamarchiamare. Perciò è diffusa la leggenda che, vedendo un lama, i conquistadores abbiano chiesto: lama-che-mangia.jpg“Como se llama?” Gli indigeni, ignari della lingua, avrebbero ripetuto perplessi l’ultima parola, che sarebbe così divenuta il nome dell’animale.

Non solo: in spagnolo llama significa anche “fiamma”, e in questa accezione ha dato il nome a una nota marca di pistole. Di conseguenza anche in inglese llama significa due cose diverse: per le persone comuni è un nome d'animale, ma per i rapper americani è un eufemismo per "pistola". Il che solleva surreali visioni di gangster che, estratto un lama dal mantello, annientano gli avversari coi suoi micidiali sputi.

In realtà llama ha anche altri usi eufemistici nella lingua inglese, che però non hanno una radice storica: sono nati di recente, sulla base di suggestioni foniche e dell’aspetto buffo del lama (quello andino e peloso). Anzitutto l’espressione drama llama (forgiato su drama queen) descrive una persona che enfatizza e riversa incessantemente sugli altri le proprie tragedie, come un lama che sputacchia dappertutto.

Nel gergo di internet poi llama è usato come insulto nei confronti dei giocatori imbranati, in sostituzione di lamer ossia “sfigato”. Il che fa ancora più ridere se si pensa che lamer deriva da lame (zoppo, debole), a sua volta evoluzione di… lama! Nessun legame, però, con i lama visti fin qui, dato che è una parola di origine norrena che significa “storpio”.

Queste innovazioni riflettono l’incredibile successo che i lama riscuotono oggi nella cultura popolare. Li si trova dappertutto, tanto che a detta della BBC rischiano perfino di soppiantare gli immortali unicorni. Nessuno sa spiegarsi il perché di quest’improvvisa fama; ma del resto sappiamo che, quando si parla di lama, la sorpresa è sempre dietro l’angolo.

fonte: Parole Bestiali di Lucia e Andrea Masetti

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