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L'arcivescovo di Cosenza Francescantonio Nolé é morto a Roma

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Nole.jpegDopo un periodo di breve ma intensa sofferenza, vissuta con fede retta, speranza certa e perfetta carità ed offerta interamente alla sua diocesi e a tutte le comunità che ha servito, è venuto a mancare il caro Arcivescovo, Mons. Francesco Nolé.

COMUNICATI GIUNTI IN REDAZIONE NELLA GIORNATA DI IERI CHE ANNUNCIAVANO LA FERALE NOTIZIA (Nell'articolo il programma delle Celebrazioni in suffragio dell'anima benedetta)

S. E. Rev.ma Monsignor Francescantonio Nolè, Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano è morto alle ore 15.00 circa di oggi 15 dicembre 2022 a Roma, presso il Policlinico “A. Gemelli”.

Dopo alcuni giorni di intensa sofferenza offerta con grande lucidità per la sua Sposa di Cosenza-Bisignano e per l’intera Chiesa all’età di 74 anni l’Arcivescovo Metropolita bruzio si è addormentato nel Signore.

L’intera Chiesa cosentina si unisce in preghiera per l’anima benedetta del Suo amato Padre e Pastore ed invoca con fede il premio dei giusti al Signore della Vita.

La Vergine Addolorata presso il Suo Figlio consoli la nostra Chiesa particolare, la sua famiglia e la sua mamma.

Altre informazioni relative alle celebrazioni esequiali saranno fornite nelle prossime ore.

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La Conferenza Episcopale Calabra, appreso il ritorno alla casa del Padre del confratello monsignor Francescantonio Nolè, Arcivescovo di Cosenza - Bisignano, eleva commosse preghiere di suffragio per questo pastore buono e generoso che in semplicità e letizia ha donato la sua vita per l’edificazione della Chiesa e, unito alla croce di Cristo Signore, ha saputo offrire anche la sua sofferenza di questi ultimi giorni per la salvezza del Popolo santo di Dio.

Tutti i Vescovi della Calabria, insieme alle loro diocesi, in questo giorno, in cui la Chiesa fa memoria dell’Addolorata, lo affidano alla materna intercessione di Maria.

La nostra Madre, che ai piedi della Croce si è unita alla passione del Figlio, accolga il fratello Francescantonio come accolse Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio” (Gv 19,26). Il Padre della luce lo introduca nella celeste Gerusalemme dove “non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate" (Ap 21,4).

 

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