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Vangelo di Domenica 19 Agosto 2018

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pane e vino 1.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,51-58.
In quel tempo, Gesù disse alla folla dei Giudei: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – B

19 agosto 2018

Dallo stupore, alla ricerca esasperata, alla mormorazione, all’aspra discussione!

In queste domeniche, accompagnati dal Vangelo secondo Giovanni, abbiamo ascoltato che le folle prima e poi i Giudei passano da questa serie di contrastanti reazione di fronte ai gesti e alle parole di Gesù.

Reazioni causate da un gesto frainteso e da parole che, come ascolteremo domenica prossima, sono etichettate come “dure”.

Sì, perché i gesti e le parole di Gesù scomodano e interpellano! E quanti non vogliono lasciarsi scomodare e interpellare, quanti preferiscono restare sulle proprie posizioni e convinzioni, necessariamente devono “mormorare” e “discutere aspramente”!

Il gesto e le parole di Gesù, infatti, se compresi e accolti, portano ad una conseguenza incontrovertibile: “anche colui che mangia me vivrà per me”!

“Vivrà per me” cioè facendo propri, traducendoli nella propria esistenza, i gesti e le parole di Gesù!

È l’indisponibilità a far questo che porta, spesso, a vivere da “stolti”, da sconsiderati, da “inesperti”.

A noi che oggi ascoltiamo queste parole di Gesù viene chiesto di passare dalla mormorazione, dall’aspra discussione, all’accoglienza di un Dono che ci trasforma, a sua volta, in “dono”.

A noi è rivolto l’invito: “Venite, mangiate ... bevete”!

Il Salmista si chiede: “Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il bene?”.

Probabilmente ciascuno risponderebbe che tutti desiderano la vita, amano i giorni in cui vedere il bene!

Gesù ci invita a camminare speditamente sulla via della vita e del bene accogliendo il Suo Dono e lasciandoci trasformare, di giorno in giorno, di domenica in domenica, in dono!

Le “indicazioni pratiche” fornite dal Salmista non sono forse la descrizione dell’umanità bella, rivelataci da Gesù? “Custodisci la lingua dal male, le labbra da parole di menzogna. Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace”!

Infatti, già mettendo in pratica queste “semplici” indicazioni potremmo dire di aver iniziato a “vivere per Gesù”.

Di fronte alla tentazione di chiuderci ad Dono di Gesù e a cullarci nella mormorazione e nell’aspra discussione, pur di trovare una giustificazione alle nostre chiusure e ai nostri atteggiamenti di sufficienza, che ci rendono sempre più scontenti e infelici, lasciamoci ammonire dall’esortazione accorata di san Paolo!

“Facciamo molta attenzione al nostro modo di vivere, comportandoci non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi”!

Non rifuggiamoci – in particolare si potrebbe dire ai nostri giovani! – nel “vino, che fa perdere il controllo di sé”!

Non nell’alcol, non negli stupefacenti, non nella ricerca smodata del piacere, anche sessuale, troviamo la via d’uscita dal nostro malessere!

C’è un “Pane” capace davvero di soddisfare ogni nostro più intimo bisogno!

Ma finché rispetto all’accoglienza del Dono continueremo a mormorare e a discutere aspramente, non potremo mai essere felici.

In gioco c’è la nostra vita, la nostra piena felicità, il senso del nostro tempo, dei nostri giorni!

Nella preghiera di colletta abbiamo chiesto: “O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio”. Sì, i beni da te promessi, davvero superano ogni nostro desiderio! Donaci, Signore, di ottenere questi beni! Amen.