Questo sito utilizza cookie per garantire il corretto funzionamento delle procedure e migliorare l'esperienza d'uso delle applicazioni. Se vuoi saperne di più o negare il consenso clicca su info. Continuando a navigare o accettando acconsenti all'utilizzo dei cookie.

Parallelo tra Cossiga e Lombroso sulla "faccia" (ed altro)

Stampa

Luca Lotti.jpgCesare Lombroso, pur essendo stato uno dei pionieri della moderna criminologia, si vide respinte le sue teorie fisiognomiche, in quanto basate su una presunta e non dimostrata ereditarietà nella tendenza a delinquere, e sulla possibilità d'individuare tali atteggiamenti anche nei tratti del viso.

I recenti fatti, che vedono implicati politici e magistrati in una rete di congiure notturne portate avanti (con anche l'indagato Luca Lotti - nella foto -, campione renziano, tra l'altro, con anche l'indagato Oliverio, del sostegno al 3° Megalotto Sibari Roseto) per controllare le nomine di magistrati a capo delle più importanti procure, hanno portato ad indagini nei confronti di Luca Palamara ed altri.

Voglio ricordare un giudizio sulla "faccia" dello stesso Palamara espresso da Francesco Cossiga nel 2008 in un dibattito tenutosi su Skytg24, che sembrerebbe avvalorare, con il suo valore profetico, una certa rispondenza tra fisionomia ed essere.

Interviene in collegamento telefonico Cossiga: "A questo dibattito partecipa un magistrato (Luca Palamara) che, o non capisce nulla, o è molto spiritoso. La faccia da intelligente non ce l'ha assolutamente. Io vengo da una famiglia di magistrati che si vergognerebbero di aver sentito quello che ha detto questo... Come si chiama? Palamara, come il tonno...".

La conduttrice chiede allora il motivo di un giudizio così severo.

Cossiga: "Dalla faccia. Io ho fatto politica per 50 anni e vuole che non riconosca uno dalla faccia?".

Luca Palamara.jpgPalamara interviene: "Mi pare molto offensivo...".

Lo sopravanza Cossiga: "Sì, sì, mi quereli, mi diverte se mi querela, e perché non mi querela? C'ha un nomen omen: lei si chiama Palamara e ricorda benissimo l'ottimo tonno che si chiama Palamara...".

La conduttrice cerca di cambiare argomento e pone a Cossiga una domanda su di una conferenza stampa tenuta da Mastella.

E lui, Cossiga richiama, poi, tra l'altro, due episodi: la sinistra che non ha voluto far parlare all'ateneo di Roma Benedetto XVI, ed il fatto che Mastella abbia scritto delle norme giuridiche sotto dettatura di quella, dice, "associazione tra sovversiva e di stampo mafioso che è l'Associazione Nazionale Magistrati".

Dopo altri insulti al Palamara, prevede, per esso, un'ottima carriera.

Lasciando ai lettori eventuali riflessioni sull'eventuale rapporto tra faccia e qualità personali, voglio evidenziare che la carriera c'è stata, visto che il chiamato in causa è stato, prima Presidente proprio dell'Associazione Nazionale Magistrati, e poi membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura.

Ma la penultima notazione di Cossiga mi spinge anche a rilevare quanto una sinistra (sic) ottusa e becera riesca ad essere contraddittoria anche con se stessa, come quando ha accusato di fascismo chi voleva impedire, qualche giorno fa, l'esposizione in aula universitaria del pensiero (sic) di un balbettante indagato per truffa, poi nemmeno votato a consigliere comunale dai suoi stessi cittadini a Riace, e, parimenti, a suo tempo, quando impedì ferocemente che un pontefice, della finezza intellettuale di Benedetto XVI (non a caso attento lettore dello scrivente), potesse fare altrettanto.

Maurizio Silenzi Viselli