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Dal socialismo al messianismo nazionalista

Herzen.jpgNegli anni Quaranta dell’Ottocento Aleksandr Herzen (nell'immagine) (Mosca, 25 marzo 1812 - Parigi, 9 gennaio 1870) cominciò a prendere parte al dibattito slavofilo che verteva sulla crisi dell’Occidente, a cui venivano contrapposti i valori comunitari che avrebbero salvato la Russia dal declino dell’Europa. Negli anni 1843-44 Herzen lesse il testo delle prime due conferenze sulle letterature slave che il grande poeta polacco Mickiewicz aveva tenuto a Parigi, da cui apprese qualcosa sulle istituzioni comunitarie che gli slavofili russi affermavano essere caratteristici della Russia.

La contrapposizione tra un Occidente inteso come civiltà in declino, e gli slavi visti come popolo con “un particolare marchio di futuribilità”, si armonizzava con la sua visione di rigenerazione sociale conseguente alla caduta del “vecchio mondo”. (Putin nella ormai famosa intervista al Financial Times del 2019 descrive un Occidente in declino e i governi degli Stati liberaldemocratici come incapaci di proteggere la vita dei propri cittadini.)

Il poeta polacco fece vedere ad Herzen come la Russia potesse far parte della Casa Slava e di guardare agli slavi, non come ai custodi delle antiche tradizioni, ma come a popoli rivoluzionari, strumenti di una nuova “rivelazione”.

Mickiewicz convertì Herzen allo “slavofilismo rivoluzionario”, ma riservava alla Polonia il ruolo primario nella Casa Slava e questo suscitò resistenza in Herzen che gli ripropose lo stereotipo della Polonia latinizzata, un paese cattolico e aristocratico che non avrebbe mai e poi mai rappresentato l’autentico spirito della Casa Slava. Herzen aggiunse, richiamandosi a Caadaev, che i russi avrebbero goduto di un particolare vantaggio: quello di essere liberi del fardello della storia. Una libertà che non poteva essere condivisa dai polacchi troppo attaccati alla ricchezza delle proprie memorie storiche e pertanto poco attendibili come profeti del futuro, e che solo i russi erano qualificati a guidare gli slavi fino all’adempimento della loro missione.

Adam_Mickiewicz.jpg(Il Poeta polacco Adam Mickiewicz) Nella sua Lettre d’un russe à Mazzini (novembre 1849) (fu il rapporto di amicizia con il rivoluzionario italiano che lo convincerà nell’agosto del 1852 a trasferirsi a Londra),   sostiene che gli slavi vogliono una federazione libera e che la Russia rappresenta la Casa Slava organizzata in stato, con l’obbligo morale di guidare i popoli alla conquista di Costantinopoli e all’unificazione del mondo slavo.

È significativo che Herzen trattasse questo tema anche al tempo della guerra di Crimea (1853). La Russie et le vieux monde termina con le parole: “Ad ogni modo questa guerra sarà un’Introduzione maestosa e marziale (in italiano nel testo) del mondo slavo nel mondo della storia e una marcia funebre (in italiano nel testo) per il vecchio mondo”. Parole più da un imperialista russo che da uno dei padri del socialismo russo; “ se il socialismo rivoluzionario si dimostra incapace di farla finita con la società decadente, allora sarà la Russia ad assumersi questo compito”. La sola speranza sono i “nuovi barbari” capaci di assestare al “vecchio mondo” l’ultimo colpo.

I radicali europei furono molto critici nei riguardi di questo messianismo nazionalista. Jules Michelet considerava la Russia spiritualmente morta e giurava in nome della Francia di considerare la Polonia l’unica regione viva del Nord.

Anche Mazzini si premurò di dire ad Herzen di non condividere la sua opinione di un’Europa in declino:”Non siamo decrepiti, siamo nella prima infanzia, oggi siamo appena nati alla vita nazionale correttamente intesa come organizzazione dell’Umanità”. Per il repubblicano Mazzini i monarchi sono i nemici del viver libero dell’Umanità che è essenzialmente Europa. All’Italia spetta il compito di mettersi alla testa dei popoli europei a cui la tradizione storica assegna “la missione di universalizzare la propria vita”; all’Italia “la cui vita nelle sue grandi epoche, fu sempre vita di Europa”. La nazione non è sentita come valore esclusivista o egemonico a danno degli altri, ma anzi come mezzo per accordarsi e procedere con gli altri.

Marx dal canto suo trovava inaccettabile, sia il nazionalismo romantico in generale, sia il messianismo nazionalista russo in particolare. Da parte sua Engels definiva le nazioni slave “non storiche”, “rifiuti” della storia, reazionarie “reliquie di popoli” destinati a “scomparire dalla faccia della terra” insieme alle classi reazionarie.

Altri esponenti della più giovane generazione di democratici polacchi criticarono il “socialismo russo” di Herzen , insieme al suo pensiero sulla Polonia descritta, diversamente dai russi, sotto “l’influenza del diritto romano, delle istituzioni feudali, dei preti cattolici, dei polemisti protestanti e del Codice civile borghese”. L’assenza in Russia di questi elementi, stigmatizzati come negativi per la Polonia, “può facilitare cambiamenti, anche radicali, ma non potrà fornire solide fondamenta alla libertà”. Una Russia priva di tradizioni radicate diventerà preda della più terribile autocrazia, capace di permeare ogni sfera della vita sociale.

Bisogna riconoscere a questi giovani intellettuali polacchi di aver previsto a metà Ottocento il totalitarismo del regime comunista e la democratura di Putin.

costantinoGiuseppe Costantino

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