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MORTE DELLA DEMOCRAZIA (poesia)

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democrazia.jpgIn questi giorni si parla tanto di democrazia uccisa e messa sotto i piedi per le note vicende che hanno coinvolto il presidente della Repubblica e le forze politiche che aspiravano al governo del paese. Non intendiamo esprimere opinioni su quanto sta avvendendo in Italia, ma ci piace proporre ai nostri visitatori la lettura di questa poesia del nostro caro amico Luigi Visciglia dal titolo molto significativo. (La redazione)

Nel 624 a.c. in Grecia sbocciò il fiore della democrazia. Noi l’abbiamo reciso. Speriamo che rinasca nei nostri cuori il seme democratico.

La Reggia di Versailles è illuminata a festa,

stendardi, bandiere, rivestono i giardini,

una mescolanza di lingue e mandatari:

la dittatura, la tirannia, il totalitarismo,

le mafie, le corporazioni, la corruzione,

fan tutte da corolla al fiore oligarchico.

Suoni e canti inneggiano

la morte delle sovranità nazionali.

Oggi! Una smisurata tavola imbandita,

con brindisi d’allegria, festeggia:

“la globalizzazione politica”.

Una voce autoritaria:

“Decretiamo la fine di un’epoca,

senza nessuna indulgenza

chiuderemo la porta del pensare”.

Là! In fondo, in un angolo semibuio,

la morente attende:

spogliata, lacerata, derisa,

umiliata nella sua fierezza.

Lacrimosi son gli occhi della Musa,

muto è il suo favillar, singhiozza!

Sorreggendo l’anima morente,

mormora Calliope:

“Questi seminano miseria e discordia”.

Con un fil di voce la morente invoca:

“Alighieri!”.

Apparve la sapiente anima,

inginocchiatasi, piedi e mani le baciò.

“Vate! Poeta dell’umanità,

i tuoi versi furon profetici:

questi “hanno perduto il ben dell’intelletto”;

docile renderanno l’uomo,

come animale da cortile;

nessuna moltitudine da stadio

venne in difesa del sacro diritto,

si trastullavano con i loro balocchi;

senza di me illanguidiranno,

la loro anima sarà cosparsa, permeata, penetrata

di libera schiavitù senza catene,

privi di lacrime piangeranno i loro occhi.

Dimmi! Dove sono i Rosa-Croce?”.

Rispose sommessamente: “Ecco! Giordano Bruno!”,

genuflettendosi, ambo le mani le baciò Giordano.

Rispose Dante:

“Presto! Molto presto verranno gl’Illuminati”.

Con un sorriso di beatitudine,

chiuse gli occhi “la Democrazia”

e la speranza prese il volo.

Luigi Visciglia