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Cassano-Lauropoli. La Collina dei Tre Piani e il suo ecosistema

Pietro Cerchiara Agrotecnico ter.jpg Si infittisce il gruppo di studio per la valorizzazione della collina dei “Tre Piani”

Pietro Cerchiara: sulla collina dei Tre Piani vi sono le mie radici, sarebbe molto importante ripristinare l’antico ecosistema

Occorre lo studio a livello universitario e di agronomi forestali per classificare le piante che costituiscono la specificità della flora e i tanti volatili e animali allo stato brado per la fauna

In seguito alla pubblicazione di alcuni interventi per la valorizzazione della collina dei Tre Piani, collocata in direzione nord-nord est, nei pressi di Lauropoli, tra il vallone di Franceschiello e le gole del Raganello, sono intervenuti imprenditori agricoli, tecnici, cittadini vari, perfino un artista che ha già preparato alcuni bozzetti per la realizzazione di installazioni sul posto più alto della collina, e cioè sul pianoro del terzo livello.

Ora registriamo l’intervento dell’agrotecnico Pietro Cerchiara di Lauropoli, che è nato e cresciuto nei pressi del vallone di Franceschiello, adiacente ai Tre Piani, dove sono le proprie radici e dove vive tuttora, che ha manifestato grande entusiasmo per l’iniziativa avanzando alcune proposte: riqualificare il sito, ripristinare la viabilità, ricostruendo, per quanto possibile, il preesistente ecosistema, ripristinando le sorgenti d’acqua (almeno tre), dalla parte del vallone, coinvolgendo le professionalità specifiche di docenti dell’università della Calabria.

<Condivido certamente e apprezzo tutti coloro che hanno lanciato questa idea- progetto.  Mi sono cresciuto -afferma Pietro Cerchiara- nel vallone di Franceschiello che è adiacente ai Tre Piani; quindi qui, tra l’altro, vi sono le mie radici.

<Sicuramente questa idea-progetto non è solo utile ai proprietari dei terreni, che ultimamente hanno impiantato colture specializzate e intensive, come uliveti e frutteti, procurandosi l’acqua per irrigare utilizzando alcuni pozzi. Ma si potrebbero creare anche attrattive turistiche e di sviluppo socio-culturale che riproporrebbero alcuni impianti, colture cerealicole, non solo ma anche la lavorazione e trasformazione del latte in latticini, come in effetti già fanno alcune aziende agricole>.

Cosa suggerisce in via prioritaria?

<Come primo intervento bisognerebbe ripristinare la viabilità in modo che chiunque possa visitare la zona e godere del paesaggio e dell’ambiente dei Tre Piani e della osservazione della Piana di Sibari; avviare le colture intensive come olivicoltura e cereali, oltre alle specie autoctone che già vi si trovano, come i carciofini selvatici, cicoria, asparagi e altro.

<Per visitare i tre livelli e godere della bellezza del paesaggio, penserei a percorsi per il trekking con aree attrezzate, a percorsi obbligati con appropriata sentieristica per passeggiate ecologiche con appropriata segnaletica per la descrizione della flora e della fauna già presente>.

Un tempo la collina dei Tre Piani era popolata da contadini e pastori: occorrerebbe incentivare tali attività e promuovere incontri con turisti o gente del posto e raccontare come si coltivava, cosa si produceva e cosa si allevava.

Potrei dire che oggi si parla molto di turismo esperienziale: sulla collina dei Tre Piani vi è una fattoria zootecnica che produce ottimi formaggi: perché non avvicinare il turista -tramite tour operator- e portare visitatori che fanno vacanza al mare e fare conoscere e assaggiare le specialità locali?>.

Conserva qualche ricordo particolare della sua infanzia?

<Sì, certamente. Quando ero piccolo andavo a Franceschiello dove vi erano dei veri e propri ecosistemi naturali: vi si trovava il granchio, i girini che poi con la metamorfosi diventavano rane, vi era molta acqua.

<Bisogna fare qualcosa per ripristinare tutto ciò. Si potrebbe organizzare uno studio con docenti dell'università della Calabria o agronomi forestali per classificare queste specie che costituiscono ancora oggi la fauna esistente, unitamente alle specie vegetali.  Prima era facile raggiungere la fontana di Franceschiello e del Ceramilu (l’acqua della sorgiva era incanalata con una tegola) perché si praticava la pastorizia e l’allevamento di numerosi animali. Ricordo mio nonno con le mucche, mio zio con le pecore: quindi vi era un equilibrio naturale è tutto era ripulito dagli animali che brucavano l'erba. Con l'abbandono delle attività agricole la zona si è inselvatichita e non è facile da percorrere come un tempo>.

Per concludere, cosa augura in tempi brevi ai suoi concittadini?

<La biodiversità va protetta quindi non fare estinguere le specie vegetali e animali che popolano il vallone di Franceschiello e i Tre Piani nella sua totalità. Viabilità, pulizia del vallone Franceschiello, pulizia delle Conche, installare telecamere per evitare lo scempio che c'è oggi, quindi coinvolgere gli enti preposti per il controllo del paesaggio.

Per il ripristino delle sorgenti bisognerebbe togliere tutti i rovi che oggi impediscono l'accesso alla fontana di Franceschiello e del Ceramilu, intervenire materialmente per ricostruire la cupoletta che vi era un tempo a Franceschiello, rifare le analisi chimico- fisiche delle acque coinvolgendo gli enti locali, provinciali e regionali.

<Concludendo veramente, si potrebbe approntare un progetto complessivo per valorizzare le potenzialità del sito, necessariamente bisogna fare rete unendo le sinergie delle varie professionalità (tecnici, geologi, agronomi, carabinieri forestali, artisti per valorizzazione della bellezza ambientale e paesaggistica, ed altri) e riportare la collina dei Tre Piani, il vallone Franceschiello, le Conche allo splendore e alla presenza e vivacità di persone ed animali delle origini, coinvolgendo i giovani per conoscere le loro idee e per creare economia da queste bellezze naturali che ci appartengono>.

L’entusiasmo di cittadini, di agricoltori, di tecnici vari, di agronomi forestali e di altre professionalità specifiche incoraggiano l’iniziativa però occorre l’intervento di enti pubblici territoriali.

L’Ufficio stampa

del Centro studi CRESESM

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