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Ricordiamo Ernest Bloch, compositore svizzero di rara potenza evocativa

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ernest bloch.jpgTra le ricorrenze musicali di oggi è doveroso ricordare il compositore Ernest Bloch che ci fornirà lo spunto per ascoltare una delle sue composizioni più celebri, ossia Schelomo, rapsodia ebraica per violoncello e grande orchestraL'autore aveva inizialmente concepito il pezzo per canto e orchestra. Schelomo (da Shalom=Pace) è la traslitterazione della sintassi ebraica del nome Salomone, Re Salomone, autore del libro biblico di Ecclesiaste, cui la composizione si ispira. Bloch iniziò a lavorarci alla fine del 1915 a Ginevra e la composizione rientrava in un progetto più ampio, ossia musicare il libro biblico dell'Ecclesiaste, col problema però che il compositore non ritenne soddisfacente la resa del testo nelle lingue correnti. Invece di un cantante col limite di assegnare il profondo significato a un testo, pensò a una voce più vasta e più profonda di tutti i linguaggi parlati, quella del canto puramente musicale del violoncello, e personalmente ho sempre sostenuto e tuttora sostengo che la "voce" del violoncello sia la più vicina a quella umana. Il brano non ha nessuna intenzione descrittiva, ma soltanto quella di esprimere, in libera forma, lo spirito biblico, la miseria del mondo e la compassione per esso.

Il 15 luglio del 1959 moriva il compositore e violinista svizzero naturalizzato statunitense Ernest Bloch (1880-1959). Studiò violino al conservatorio di Bruxelles con Eugène Ysaÿe e composizione con Émile Jaques-Dalcroze. Dopo un inizio di carriera in Europa come docente e direttore d'orchestra, nel 1916 si trasferì negli Stati Uniti d'America dove insegnò in diverse scuole tra New York e Cleveland, e fu direttore del conservatorio di San Francisco dal 1925 al 1930. Nella sua musica è riflesso il forte richiamo alla natura e più ancora l’intensa religiosità dell’anima ebraica: si ricordano tra l’altro Schelomo - Rhapsodie Hébraïque per violoncello e orchestra, Baal Shem per violino, pianoforte e orchestra, Servizio sacro per il sabato per baritono, coro e orchestra e Voice in the Wilderness per violoncello e orchestra. Sono tuttora assai eseguite numerose altre sue composizioni sinfoniche.

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Il brano SCHELOMO, di cui avete letto in precedenza, è di una potenza evocativa di una maestosità unica specialmente dal 4° minuto; consiglio l’ascolto in cuffia o con un buon impianto di riproduzione. CLICCARE QUI’ (A.M.Cavallaro)