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“Forza.. Stasi”! L’antipolitica di facciata e la coerenza di Promenzio

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Stasi e Forza Italia.jpg“No alle ammucchiate politiche!”. E come non esser d’accordo con quest’assunto nella delicata fase d’edificazione della nuova città di Corigliano Rossano e dell’imminente elezione della sua prima Amministrazione? Quello dell’ingegnere Flavio Stasi (nella foto), giovane e serio professionista candidato a sindaco, risuona dai palchi come un categorico imperativo morale: non è più tollerabile mettere insieme, a mo’ di calderone, storie e nomi, personaggi e situazioni tra loro differenti. Il cruciale momento impone di mettere alla porta i partiti e fare una scelta: o con noi o con loro!

La sacrosanta asserzione di Stasi è formulata per tentare di fare la differenza con gli altri due contendenti: il generale Giuseppe Graziano e il dottore Gino Promenzio. Il primo, a dire il vero, ha seguito una sua logica e un suo perché nella composizione della coalizione che lo sostiene: proveniente dal Centrodestra, Graziano ha raccolto il consenso di Fratelli d’Italia e Lega, Udc e Direzione Italia, allargandosi ai movimenti civici che ne hanno condiviso il progetto politico e non cedendo il passo alla lotta alla partitocrazia. Il secondo, registrando attorno al suo programma il consenso di persone provenienti da forze politiche tradizionali come di movimenti civici sia di recente che di antica costituzione, ha posto dei paletti: nessuno rinneghi la rispettiva storia d’appartenenza, ma qui non sono ammessi simboli e rivendicazioni di sorta perché – come ribadito dallo stesso Promenzio anche ai suoi amici di partito (il Pd) nel corso di un pubblico comizio tenutosi nei giorni scorsi in Piazza Steri – “è ora di voltare pagina”.

Poi c’è Stasi. Uno schieramento, il suo, che ha fatto del primato dell’indipendenza e della democrazia, nonché del suddetto rifiuto di alchimie elettorali, una bandiera. Molte le figure d’esperienza “di sinistra” levatesi a sostegno di questo progetto politico (in primis esponenti del Pd, di Sinistra Italiana e della Cgil) che rimproverano a Promenzio di aver tradito l’originaria bontà della sua “discesa in campo”, accogliendo tra le sue fila esponenti di area moderata e non compatibili con il proprio Dna politico. Tra i principali riferimenti dei detrattori vi è l’area di Forza Italia riconducibile al coordinatore comunale Gioacchino Campolo, il quale, non candidatosi, ha scelto con la sua “squadra” di sostenere fin dall’inizio il progetto targato Promenzio dando vita ad una lista civica nella quale non figurano, tuttavia, chissà quali esponenti o simpatizzanti di partito (tra le pochissime eccezioni il noto e unanimemente apprezzato avvocato Carlo Castrovillari).

Eppure, è proprio nella coalizione pro-Stasi che qualcosa, negli ultimi tempi, sembra d’incanto esser cambiato. Quel limpido e “rosso” cielo, cammin facendo, ha assunto anche altre tonalità, d’azzurro per la precisione. Come Promenzio, che avrebbe avuto tra i suoi “demeriti” quello di aver candidato al Consiglio comunale numerosi giovani animati da impegno sociale ma “colpevoli” di un’etichetta e di un cognome (come, ad esempio, la valente professionista Serena Iacucci, esponente del Pd, il cui papà è lo stimatissimo professore Adolfo, per tutti Nello), dalle parti di Stasi hanno pensato bene di accogliere anche altri giovani, provenienti addirittura da quella tanto vituperata Forza Italia. Nelle liste di Stasi, difatti, figura anche qualche dirigente del partito berlusconiano. Si tratta di Mattia Salimbeni, altrettanto stimatissimo studente universitario, culturalmente e politicamente attrezzato, attuale coordinatore di Forza Italia Giovani di Corigliano Rossano. Una scelta, questa compiuta da Salimbeni, condotta in piena autonomia e con coraggio, dopo un’attenta valutazione d’aderenza tra le sue idee e quelle dell’aspirante sindaco Stasi, e accettata di buon grado anche da quanti, nella medesima coalizione, vantano una “fede” comunista.

Morale della favola: è dunque giusto candidare chi milita in un partito e intende condividere un percorso con quanti la pensano diversamente, senza per questo esser tacciati d’incoerenza. Lo sosteneva ieri Gino Promenzio, lo applica oggi anche Flavio Stasi.