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All'ISCR di Roma soldi spesi per un servizio fermo

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i s c r.jpgQuando entrerà in funzione il bunker radiografico che è il cuore del Centro di Diagnostica Multispettrale C.n.D. di cui l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) dispone già da alcuni anni grazie ad un cospicuo finanziamento pubblico?

A ridosso del Natale ho inviato una lunga nota al Segretario Generale e alle Direzioni Generali Organizzazione ed Educazione e Ricerca del MiBACT, alla Procura Generaledella Corte dei Conti e a quella Regionale per il Lazio, agli uffici del MEF che vigilano sugli atti prodotti dal MiBACT, ai Carabinieri TPC e ai due protagonisti della vicenda oggetto della segnalazione-diffida: l’ISCR e ALES S.p.a. (erede dal 2016 di ARCUS S.p.a. per averla incorporata).

La nota, redatta dopo l’accesso agli atti condotto presso l’ISCR il 12 dicembre, ha lo scopo di mettere a conoscenza gli organi di controllo e i vertici del MiBACT della grave anomalia costituita dalla chiusura ufficiale, ormai circa 3 anni fa, del progettoche ha dotato il prestigioso Istituto (ospitato nel complesso di S. Michele a Ripa Grande)di un Centro Diagnostico Multispettrale di Controllo non distruttivo che a tutt’oggi non funziona né può funzionare.

Il Centro, pubblicizzato anche sul suo sito web dell’Istituto, non potrà essere attivatofino a quando la Prefettura di Roma non autorizzerà l’uso del Bunker Radiologicoappositamente costruito (spesa prevista 88.000 euro)e dotato diavanzate apparecchiature ma purtroppo afflitto da vizi che ne impediscono l’utilizzo. Benchéun preventivo del 2016 stimasse in meno di 1000 euro la spesa necessaria a risolvere la dispersione di radiazioni che rende impossibile il collaudo radioprotezionistico positivo, la criticità non è stata risolta e il cospicuo finanziamento garantito al progetto da ARCUS, pari ad oltre 500.000 euro, non può dirsi ben speso…

Ho chiesto agli organismi preposti di accertare se i vizi siano di progettazione o di esecuzione, in modo da capire chi debba risponderne, e di approfondire soprattutto le responsabilità del RUP e del Direttore Lavori, poiché è sulla base dei certificati di ultimazione e regolare esecuzione dei lavori che la dittaesecutrice è stataprontamente liquidata.

Soprattutto, l’ultima rata a saldo dell’intero progetto è stata richiesta ad ALES e da quella erogata, con conseguente liquidazione degli incentivi al Gruppo di progettazione (tutto interno all’ISCR), sulla base della documentazione prodotta dall’allora direttore dell’Istituto e RUP, arch. Capponi, in quiescenza dal 30.04.2018 ma tuttora legato al MiBACT da una delle tante collaborazioni ‘post mortem’ dell’era Franceschini 1° e 2° (Scuola del patrimonio 2018-20), senza che dagli atti risultasse in alcun modo l’inefficienza di quanto realizzato.

Margherita Corrado (M5S Senato - Commissione Cultura)