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La suorina dalle 3 lauree risponde a Fedez

AlfieriAnnaMoniaSuor.jpgSu diverse testate giornalistiche sia cartacee che on-line, è stata pubblicata la "letterina" indirizzata a Fedez, alias Federico Leonardo Lucia, da "una" suora, oops chiedo scusa l'articolo indeterminativo è forse un po' limitativo allora mi correggo, dalla plurilaureata suor Anna Monia Alfieri, leccese d'origine ma trapiantata a Milano dove vive attualmente e dove ricopre "ruoli di responsabilità nell’educazione cattolica italiana", spesso ospite della trasmissione televisiva di Rete4 "Quarta Repubblica".

Di seguito pubblichiamo la lettera in questione - in parte ripresa anche dal nostro vescovo mons. Francesco Savino in una recente comunicazione - dalla quale apprendiamo che, contrariamente a quel che ha detto Fedez in un'ormai arcinoto video, il Vaticano paga le tasse e come, tra l'altro sono tutte documentate. La dott.ssa Alfieri ci fa sapere che nel 2020, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha pagato per imposte ben € 5,95 mln per IMU e € 2,88 mln per IRES, che non sono bruscolini, ma a parte le considerazioni che si potrebbero fare sull'entità del patrimonio e sulla cifra pagata, quel che mi ha fatto "impressione" è il tono dimesso dai tangibili sottintesi con cui la suora redarguisce il "povero" Federico Leonardo.

Un prete, carissimo amico da tempo purtroppo scomparso, il cui ricordo è sempre con me, don Natale COLAFATI,  che andavo a trovare spesso nella sua modesta canonica di Soveria Mannelli (CZ) dove ci intrattenevamo su argomenti di varia natura, un giorno ad una mia domanda sulla vera o presunta incorruttibilità dei religiosi in generale, mi rispose che quasi sempre il popolo ne condanna le devianze di natura sessuale, ma tralascia di stigmatizzare quello che è uno dei "peccati capitali" di cui il clero spesso è vittima, ed è l'ORGOGLIO. Che c'entra mi direte voi con la lettera di suor Anna Monia? Beh, fra le tante "bottarelle" che da a Fedez, non manca di mettere l'accento sulle sue tre lauree, c'é mancato poco che elencasse anche i premi che ha ricevuto "in carriera", insomma, quel che non è chiaramente scritto si intuisce con altrettanta chiarezza, elegante certamente, ma non meno brutale di quanto non abbia fatto lo stesso Fedez, credo che l'orgoglio c'entri e come. Intendiamoci, non intendo prendere le difese del cantante, tra l'altro non è tra i miei preferiti ed ha detto anche alcune corbellerie, ma non mi è piaciuto il tono da prima della classe, velato di falsa modestia della "suorina" che tralasciando il primo sogno di diventare giudice "castigamatti" ha scelto poi di prendere il velo.

Vi lascio alla lettura della lettera di suor Anna Monia ed alle vostre personali considerazioni. Il testo è stato estrapolato dal sito www.socialperiodico.it.

A.M.Cavallaro

Lettera al signor Federico Leonardo Lucia (di suor Anna Monia Alfieri)

Gentilissimo signor Federico Leonardo Lucia,

mi rivolgo a lei chiamandola per nome: mi sembra, infatti, più dignitoso e rispettoso per la sua persona. Immagino, data la sua giovane età, che lei sia fresco di studi e che a scuola, sia alla Secondaria di Primo che alla Secondaria di Secondo Grado, i suoi insegnanti di Storia le abbiano presentato (e Lei poi a casa, nel pomeriggio, abbia studiato) il Concordato Lateranense del 1929 e la sua Revisione del 1984. Certo, lei mi dirà: il Concordato del 1929 fu firmato da Mussolini. Concordo.

Quello del 1984 fu però firmato, per lo Stato italiano, da Bettino Craxi, un socialista doc, non certo un amico del Vaticano e delle sue presunte logiche di potere. Spero, quindi, che, prima di fare certe affermazioni, abbia ripreso in mano quei libri, sempre che li abbia conservati e non li abbia venduti alla fine dell’anno. Cosa lecita, ci mancherebbe, qualche soldino in più per aiutare in famiglia o da dare in beneficenza fa sempre bene! Mi creda a 46 anni, dopo tre lauree, continuo a studiare, perché avverto la responsabilità di dire parole che costruiscono. Se ciò vale per un semplice cittadino, figuriamoci per un personaggio pubblico del suo calibro, con un seguito così folto e numeroso. Ovviamente sospendo ogni giudizio, chi è senza peccato scagli la prima pietra, disse Qualcuno, ma mi permetto di fare una considerazione di metodo, solo per aiutare i nostri ragazzi ad orientarsi. Mi sembra doveroso, Lei sarà d’accordo.

Guardando il video da Lei diffuso, capisco che Lei non conosce, con dovizia di dati, i temi che intende porre all’attenzione pubblica e cioè: cosa sia uno Stato laico, cosa sia un Concordato, quale sia il tema dei sacerdoti processati con la legge del Vaticano e/o civile, quali tasse vengono pagate. Ancora, credo che Lei ignori il volontariato che centinaia di migliaia di laici, preti, suore, compiono ogni giorno. La solidarietà di cui Lei parla, in realtà, si chiama prossimità e non avviene mai a favore di telecamera. Non sappia la destra ciò che fa la sinistra, disse sempre quel Qualcuno.

Siccome sono più grande (di età naturalmente) di Lei, mi permetto di darLe un consiglio, anche se non richiesto: lo faccio in considerazione di  tutti i consigli non richiesti che anche Lei  offre ogni giorno, forte di un lessico forbito ed elegante dal quale traspare in tutta evidenza la sua profonda cultura e il suo alto senso civico. Se Lei desidera dare un contributo alla Res-publica – cosa lodevolissima e che, per altro, rappresenta anche un dovere per tutti i cittadini ai sensi dell’art. 2 della Costituzione – è necessario documentarsi prima di esprimersi, al fine di evitare sovrapposizioni di argomenti.

Un conto è il ddl Zan che, Le ricordo, agli artt. 4 e 7 lede il diritto alla libertà di espressione (art. 21 della Costituzione), alla libertà di insegnamento dei docenti (art. 33 della Costituzione), alla libertà di scelta educativa che spetta ai genitori, cioè a Lei e non ad altri, né Chiesa né stato (art. 30 della Costituzione). E questo è un fatto.

In merito poi alla sua preoccupazione dei danari, La informo che, in merito alla sua affermazione  “Il Vaticano non paga le tasse immobiliari e l’Italia sta violando il Concordato”, nel 2020, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha pagato per imposte € 5,95 mln per IMU e € 2,88 mln per IRES. A queste vanno aggiunte le imposte pagate da Governatorato, Propaganda fide, Vicariato di Roma, Conferenza Episcopale italiana e singoli Enti religiosi. Ovviamente è tutto documentato, fino all’ultimo centesimo. E anche questo è un fatto.

Detto questo, la libertà del singolo non può essere negata. Se vorrà rimanere sulle sue posizioni, ce ne faremo tutti una ragione. Certo ai giovani, ai quali Lei si rivolge, io suggerisco sempre di approfondire, di andare oltre la notizia. Del resto sono convinta che questo sia il dovere di ogni persona: essere un esempio positivo, soprattutto pensando che gli adolescenti di oggi, così smarriti e così soli, saranno i cittadini di domani. La diffamazione e la violenza verbale con cui li abbiamo pasciuti in questi anni chissà quali conseguenze avranno sul loro futuro. Soprattutto, chissà se un domani si renderanno conto del fatto che, quando gli adulti si comportano come degli adolescenti, essi – gli adulti – rappresentano un tradimento dei loro sogni e delle loro aspettative.

Mi fermo. Torno ad occuparmi di bilanci e di diritto. Torno a compiere il mio dovere di cittadina. Per amore della verità non potevo tacere.

Un augurio di ogni bene,

sr Anna Monia Alfieri

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