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Già il grande Edoardo lo diceva: "FUITEVENNE"

achille prega.jpg(foto: Achille prega nell'attesa della morte su uno scolatoio del Castello Aragonese di Ischia)

La narrazione di Achille si attaglia benissimo anche con ciò che accade in taluni villaggi delle nostre coste ioniche: in agosto una marea di "riccastri incolti", provenienti per lo più dall'area campana,  prende letteralmente "possesso" delle strutture ricettive, le cui dirigenze tacciono di fronte a qualsiasi prevaricazione di questa gentaglia nei confronti del personale o di altri malcapitati ospiti. Affermiamo questo per esperienza personale e non per semplici "sentito dire". E' chiaro che non tutti i napoletani fanno parte di questa massa umana informe, anzi spesso è la parte migliore di loro (che è la maggiore) a fare le spese di questi soprusi, d'altronde Achille Della Ragione è un napoletano DOC, e se lo dice lui! (La redazione)

Ad Ischia porto esiste un hotel a 4 stelle di lusso dal passato glorioso e dal nome pomposo, dotato di un immenso giardino, due splendide piscine termali, ampi saloni, stanze elegantemente arredate, pasti abbondanti e succulenti e tutte le sere la possibilità di ballare ed ascoltare musica sul bordo della piscina fino a mezzanotte.

Durante l'anno è la meta preferita della più raffinata borghesia, ma appena scocca agosto l'albergo viene invaso da una folla rumorosa e sguaiata di napoletani, costituita da intere famiglie di cravattari, spacciatori, ricettatori, ricottari, posteggiatori abusivi, manovali della camorra, tutti in grado di pagare senza problemi i 120 euro al giorno per la pensione completa. I più altolocati provengono dalla Sanità, dai quartieri spagnoli e da Scampia, gli altri dall'entroterra da Frattamaggiore ad Acerra.

Le donne sono tutte over size con sederi debordanti ed addomi prominenti. Le più giovani espongono con orgoglio una miriade di tatuaggi vergognosi, posti sul seno, il collo, le gambe e soprattutto le pacche. Gli uomini ostentano volti patibolari, parlano a voce alta e gli unici argomenti di conversazione sono i pettegolezzi del vicolo e le prodezze del Napoli. Unica nota di allegria la miriade di bambini, ignara del funesto futuro che li attende, che gioca rumorosa ai bordi della piscina.

Uno spettacolo indecoroso in grado di far meditare e rendere triste il più noto dei napoletanisti di tutti i tempi (il sottoscritto), che ama la sua città più delle donne e del denaro, ma che alla vista di quella squallida passerella che abbiamo descritto è assalito da tristi pensieri e comincia a temere per il futuro di un'antica capitale caduta nel baratro della volgarità e medita che aveva ragione Eduardo quando esclamava imperioso: fuitevenne.

Achille della Ragione 

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