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Il mio amico Mario (Oliverio)

sauve 1.JPGRiceviamo e pubblichiamo senza commento:

Un giorno, tanti anni fa, una vita fa, conobbi a Cosenza un politico anomalo, illuminato, brillante, pacato ma determinato, di pochi capelli ma grandi visioni, si vedeva che ci teneva al suo territorio, alla sua Provincia, si chiamava Mario.

Lavorava nella Provincia di Cosenza, si occupava di fare cose buone, e ci riusciva.

Ero accanto a lui, una vita fa, seduti coscia a coscia, al Ministero dello Sviluppo a Roma, a confrontarci con gli esponenti dell’Enel che volevano riattivare, a carbone, la centrale di Rossano. Il mio amico Mario con la sua misurata, serena determinazione smantellò tutto l’impalcato Enel che avrebbe riempito la Sibaritide di polveri sottili, risolvendo in quella sede il problema, per sempre. Un trionfo ed io c’ero.

Ero sempre accanto a lui quando, al termine di un lungo lavoro diplomatico, alla Camera di Commercio di Cosenza, riuscì a trascinare l’allora presidente della regione, Giuseppe, e, alla presenza di tanti di noi, decretare la realizzazione dell’aeroporto della Provincia di Cosenza per acclamazione unanime, coinvolgendo il Giuseppe in una gara virtuosa sul reperimento dei 30 milioni necessari alla sua costruzione. Un grande trionfo, ed io c’ero.

C’ero ancora, con il mio amico Mario, quando la Provincia di Cosenza fu premiata per il miglior bilancio tra tutte le province d’Italia. Grande soddisfazione.

In quegli anni il turismo calabrese ed in particolare quello cosentino, che nel mio piccolo mi occupa, intravedeva un futuro vestito di turismo straniero, parlava di destagionalizzazione, sognava infrastrutture intelligenti: il suo tanto promesso aeroporto.

Purtroppo quel Mario non c’è più!

Ora in Regione c’è un’altra persona, anche lui si chiama Mario, ma rispetto al mio “amico “ Mario ha in comune solo la pettinatura. Si dovrebbe occupare di turismo, ma ha troppe cose a cui pensare ed il turismo, forse, non è il suo pezzo forte.

Evidentemente non si è mai consultato con il mio amico Mario di Cosenza e quindi, forse, non si rende conto che al turismo, soprattutto quello internazionale, non serve una ferrovia jonica, neanche se con 530 milioni e 30 anni di lavoro la trasformiamo in metropolitana leggera, non servono tonnellate di prosopopea o manifestazioni di infallibilità, peraltro svalutata. Per rilanciare il turismo della Provincia di Cosenza servono 30 milioni di aeroporto, ubicato in posizione intelligente con un gestore internazionale.

Il resto sono inutili, sciocche, costose chiacchiere.

Oggi il turismo calabrese è ai suoi minimi di gradimento, ci stiamo salvando, in questi ultimi anni, solo grazie alle sventure di altri paesi del mediterraneo, ma, mi auguro per loro, che ciò non duri….

Se ci fosse quel Mario che conosco, il mio amico, se ne potrebbero fare di cose, si potrebbe ribaltare la politica turistica regionale, internazionalizzarla, destagionalizzarla, proiettarla sul “non solo mare”, presentandoci ai mercati del centro-nord Europa con un’immagine totalmente nuova e diventare la California dell’Europa.

Ah se ci fosse quel Mario che conosco!!! Il mio amico.

Luigi Sauve

Le Ali per Cosenza

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