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Corsano: Storia di "presunte" corna e "inesistente" stalking

coriglianoRiceviamo e pubblichiamo il Comunicato che segue e che ci è pervenuto da parte della nota agenzia di stampa Informazione e Comunicazione. Si tratta di una storia di un presunto tradimento da parte di una signora della Corigliano-Bene (non poteva essere altrimenti) che avrebbe avuto una relazione con un noto imprenditore della stessa città. (Il condizionale é d'obbligo visto l'esito del processo). La storia, cari lettori, la potete leggere nei dettagli nel comunicato che segue, quello che ci fa sorridere, (se non proprio sghignazzare) è il verdetto dei giudici: "Il fatto non sussiste", quindi la signora presunta-cornificante e il marito presunto-cornificato avrebbero inventato di sana pianta tutto questo po' po' di storia a quale scopo? Boh! Certo che le vie della giustizia dalle nostre parti sono infinite.

FOTO E VIDEO HARD NELLA CORIGLIANO BENE

ASSOLTO IMPRENDITORE: IL FATTO NON SUSSISTE

Il Gup accoglie le tesi degli Avv.ti difensori

L’uomo era accusato di stalking e tentata estorsione ai danni della donna e del marito

Il Gup del Tribunale di Castrovillari in totale accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati F. N. e F. C. ha assolto con la formula piena, “perché il fatto non sussiste”, il noto e stimato imprenditore cinquantaduenne coriglianese A.V., sottoposto nell’immediatezza dei fatti a ordinanza cautelare, imputato di gravissimi reati nell’ambito di una vicenda che anni fa ha destato scalpore nell’area urbana di Corigliano.

LE ACCUSE All’uomo si contestava il reato di stalking perché, non accettando la conclusione della relazione extraconiugale intrattenuta con la vittima, una signora molto conosciuta nella Corigliano bene, costituita parte civile nello stesso processo al fine di chiedere la condanna dell’imputato e un importante risarcimento dei danni, con condotte reiterate minacciava e molestava la donna, la contattava con insistenza, sull’utenza mobile e su quella fissa, pretendendo che venisse ristabilito il loro rapporto sentimentale sotto la minaccia di rendere pubblica la loro trascorsa relazione. L’uomo era accusato di averla aggredita verbalmente e minacciata anche in pubblico, causandole un perdurante e grave stato di ansia e di paura, nonché un fondato timore per la propria incolumità. In una occasione, nel giugno 2015, gli si contestava di aver raggiunto la vittima appena uscita dalla palestra e, con l’utilizzo di una pistola, di averla minacciava dicendo: “forse non hai ancora capito che se non torni con me, sono disposto a tutto”. Tra le accuse anche quella di aver indirizzato gesti offensivi e volgari nei confronti e della donna e del marito. Poi, nell’agosto del 2015, l’invio, sul telefono cellulare della vittima, immagini e video che la raffiguravano in pose erotiche, dopo averli inviati anche ai familiari della donna, ovvero al marito, al figlio e alla figlia minorenne. Sull’uomo pendevano, inoltre, le accuse di tentata estorsione, illecita detenzione di arma e stalking anche nei confronti del marito della vittima per averlo contattato e pedinato in diverse occasioni, chiedendogli un incontro e rivelandogli, con intento provocatorio, aspetti privati della donna. All’uomo, tra l’altro, erano stati rivolti gesti offensivi e inviate immagini e foto hard della moglie.

IL PROCEDIMENTO All’udienza del 25 settembre scorso, il Pubblico Ministero in sede di discussione ha chiesto la condanna dell’imputato alla pena della reclusione. Richiesta alla quale si sono associati anche i difensori delle parti civili costituite. Il Gup, all’esito della camera di consiglio, in totale accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati difensori ha assolto l’imputato con la formula più ampia “perché il fatto non sussiste”.

fonte wwwinformazionecomunicazione.it

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