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Cassano e il "VOTO" con il SS.Crocifisso che non salvò SIBARI

sibari_madonna.jpg(foto: La piazzetta nel 1951 prima del rifacimento) Si approssima la Festa del SS.Crocifisso e a Cassano Ionio  si rinnova il voto per cui l’allora vescovo di Cassano mons. Raffaele Barbieri in nome del popolo  cassanese si impegnò a “celebrare ogni anno una festa votiva, preceduta da un settenario di preparazione in onore del SS. Crocifisso, il primo venerdì di Marzo nel quale giorno tutto il popolo si assoggetterà ad un solenne digiuno, secondo le norme dettate dalla S. Chiesa. I suddetti contraenti fiduciosi nella protezione del SS. Crocifisso, a Lui affidano le sorti di tutto un popolo che dalla Divina Virtù vuole essere difeso nell'anima e nel corpo”.

Tutto avvenne il 5 Marzo del 1943. (in coda alla presente nota il testo completo dell’atto notarile)

Il voto venne solennemente proclamato e sottoscritto “perché Cassano sia salvata dai pericoli della Guerra, perché i suoi figli combattenti, siano protetti nell'adempimento del loro dovere, perché la patria sia condotta alla vittoria, in nome del popolo di cassano All'Ionio.”

Non per essere polemici anche nei confronti di N.S. Gesù Cristo, ma il voto non ha portato gli effetti sperati. E SI!  Perché la guerra non l’abbiamo vinta e Cassano non è stata salvata dai pericoli. Per quanto riguarda i figli di Cassano combattenti, in tanti non sono tornati. crocifisso.jpg

Non si allarmino coloro che pensano che Cassano se la sia “passata liscia” a meno che non si vuole ritenere Sibari parte del Comune di Cassano, perché il 15 Agosto dello stesso anno, 1943, la stazione di Sibari fu pesantemente bombardata dagli anglo-americani e morirono più di 80 persone, tra militari e poveretti che erano nella stazione in attesa di partire.

Come la mettiamo? Fu il SS.Crocifisso a non mantenere i patti o il voto dei cassanesi non fu preso molto sul serio?

Ritengo che la seconda ipotesi sia quella giusta, se consideriamo il declino morale, lento e inesorabile che il territorio di questo comune ha preso a partire dagli anni ’50 in poi. Ma probabilmente Il SS.Crocifisso non prese molto sul serio il voto proprio perché Cassano non ha mai considerato Sibari come parte  del territorio. I cassanesi pensavano a Sibari solo quando ci si andava per lavorare e oggi solo quando serve per ramazzare voti dai soliti speranzosi illusi.

Lo so, può sembrare blasfemo il mio pensiero, ma non lo è per niente se riflettete sul fatto che Cassano da ben 74 anni non si è ancora preoccupata di riesumare i poveretti che sono morti sotto quel dannato bombardamento, rimasti chiusi nel bunker che si trovava proprio sotto quella piazzetta che è stata di recente rifatta e dove la Madonnina che ancora si trova lì è l’unica che veglia sul riposo di quelle vittime innocenti.

Non ce n’è abbastanza da vergognarsi?

(foto: Piazza 15 Agosto nel 1962) Eppure molteSibari 1960 piazza 15 agosto.jpg volte si è parlato di quell’evento e si sperava che qualcuno potesse finalmente provvedere a dare una cristiana sepoltura a quelle salme dimenticate come si trattasse di gente sparita, gente invisibile, forse mai esistita.

Festeggiamo ancora, partecipiamo a novene, convegni, incontri ecc ecc.  Chissà cosa direbbero i comuni dell’associazione del SS.Crocifisso se sapessero che Cassano ha avuto ed ha ancora così poco rispetto per chi è morto tragicamente e senza colpa alcuna? Neanche una targa, un cippo, un piccolo segno a ricordo del tragico evento.

Mi piace ricordare e proporre ai miei amici del web il bello e toccante articolo scritto da Gianpaolo Iacobini sulla Gazzetta del Sud il 4 Aprile del 2009, con la speranza che finalmente qualcuno trovi tempo e voglia di porre riparo a 74 anni di dimenticanza.

Noi non ce ne dimenticheremo!

Antonio Michele Cavallaro

L'articolo di G.IACOBINI

“Iniziano i lavori di abbellimento della piazza antistante la stazione. Ruspe al lavoro sul terreno che custodisce i resti di decine di morti. Sibari ha tante piazze. Una ha il nome che il popolo le ha dato: XV Agosto. S’affaccia sulla stazione ferroviaria. Da queste parti, negli anni ’40, i sibariti edificarono un rifugio sotterraneo, fatto di tronchi, travi e assi di legno. Serviva a trovar riparo dagli attacchi aerei. Il 15 agosto del 1943 dal cielo caddero le bombe degli anglo – americani. Nel giro d’un mese, sarebbero diventati alleati dell’Italia. Quel giorno combatterono da nemici. Provocando la morte di ottanta persone.

Chiuse nel bunker a cercar scampo dalla morte che invece li colse impietosa. «Per un quarto d’oraraccontava qualche anno addietro il ferroviere in pensione Giuseppe Biondi, testimone della tragediafu l’inferno. Soldati e viaggiatori dei convogli fermi in stazione corsero a cercar riparo nel rifugio, uno stanzone posto cinque metri sotto il livello del piano stradale. Fecero la fine dei topi». Una morte orribile. «Una bomba colpì l’ingresso del bunker, precludendo ogni via di fuga. Un’altra centrò la conduttura che riforniva d’acqua il deposito locomotive. Morirono tutti annegati».Lo scandalo: quei corpi giacciono sotto terra.

Nel 2002 i lavori di sistemazione delle reti idriche della zona li riportarono alla luce per qualche ora, prima del ritorno nelle tenebre. Facendo sì che in occasione del sessantesimo anniversario della strage, nel 2003, un comitato spontaneo restituisse decoro all’agorà. Volontariato puro: Giuseppe Biondi, Pietro Sancineto, Franco Iacobini, Mimmo Paternello, Giovanni Battaglia. Insieme a tanti altri, armati di pazienza e buona volontà, riconsegnarono dignità ai luoghi della memoria. Grazie alle loro mani, Sibari ha ritrovato piazza XV Agosto. Da allora, con ritrovata puntualità, ogni anno, nel giorno di Ferragosto, la piccola comunità che vive sulle rive dello Ionio ricorda i caduti senza nome. Una processione religiosa si snoda per le strade del paese, raggiungendo la stazione ferroviaria. Ai piedi della Vergine, che svetta sull’agorà, mani di donna depongono corone e fiori. Gente tanta, autorità nessuna. Mai, o quasi: per la prima volta, nel 2004, alla celebrazione ha presenziato un sindaco, l’allora fresco di nomina Gianluca Gallo.

All’ora del tramonto, ogni volta che il calendario segna il ferragosto, una tromba intona il silenzio. E il silenzio scende. Sulle vittime in attesa di sepoltura, come sulla richiesta dei cittadini al Comune di acquisire la proprietà della piazza dalle Ferrovie e di farne un sacrario da affidare alla cura della parrocchia, come chiedeva appena qualche mese fa l’attuale parroco sibarita, don Francesco Faillace.

Intanto, da un paio di giorni, nella piazza sono iniziati i lavori di ammodernamento, commissionati proprio dalle Ferrovie: abbattuto il recinto in muratura che cingeva i giardinetti, è rimasta in piedi solo la statua della Madonna. Che dall’alto veglia pietosa sul frenetico attivismo di mezzi meccanici ed operai, impegnati nel rifacimento della pavimentazione. Restano, dimenticati e senza dignità, le decine di cadaveri ammassate sotto terra, tra le macerie del  rifugio. Per loro, la tromba delle istituzioni continua ad intonare il silenzio, nell’indifferenza generale.”

IL DOCUMENTO NOTARILE

Barbieri021.jpg(foto: mons. Raffaele Barbieri)  Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia e di Albania e Imperatore d'Etiopia. L'anno 1943 il giorno 5 del mese di Marzo, ad ora diciassette in Cassano Al Ionio, nella Chiesa Cattedrale, alla piazza Garibaldi. Innanzi a noi Avv. Francesco Cirianni fu Domenico regio notaro, residente in questo comune di Cassano Ionio, iscritto a ruolo del distretto notarile di Castrovillari, assistito dai testimoni idonei a Noi noti: Signori Mons. Giuseppe Pontieti fu Stanislao, decano della Cattedrale di cassano Ionio e Ingegnere Camillo Toscano fu Pietro, proprietario, entrambi nati, domiciliati e residenti a Cassano Al Ionio, si sono personalmente costituiti: S.E. Mons. Raffaele Barbieri fu Giuseppe, nato in San Marco Argentano, mentre è domiciliato in Cassano Ionio, di cui è Vescovo e l'Avv. Francesco Drago fu Domenico, nato e domiciliato in Cassano Ionio, Nella sua qualità di Podestà della suddetta Città; della identità personale dei quali siamo Noi Notaro personalmente certo, i quali comparenti ci richiedono per stipulare il presente atto. La Città di Cassano Ionio riconosce per suo speciale protettore il SS.mo Crocifisso, dal Quale, nei secoli, ebbe ad esprimere il patrocinio in occasione di morbi contagiosi, terremoti, alluvioni e siccità. Per tal motivo, nell'Oratorio situato nel Succorpo della Cattedrale, per provvedere al culto dovuto alla Prodigiosa Immagine del SS. Crocifisso, sorse la Confraternita omonima che accolse nei secoli i Rappresentanti della Nobiltà, della borghesia e del Popolo di cassano fino ad oggi. In riconoscimento di tutti i benefici ricevuti, il popolo  di Cassano nutrì sempre tenera devozione verso il Suo Divino Protettore, Tanto che rimasero memorabili le ostensioni dell'Immagine fatte dapprima ogni secolo, e poi, in tutti gli avvenimenti più importanti della vita della Città o nei momenti di grandi bisogni dell'aiuto divino. Rimasero celebri negli ultimi tempi le ostensioni del 1919 al termine della I guerra Mondiale sotto l'Episcopato di Mons. Giuseppe Rovetta di s.m. e del 1936 in occasione della riapertura al culto della Cattedrale restaurata da S.E.Mons. Bruno Occhiuto di s.m. Durante le feste solennissime che si celebrarono nelle sopraddette circostanze, si videro impressionanti masse di popolo, che imitando la fede degli Avi, acclamarono al Divino Protettore e rinsaldarono i vincoli di adorazione, di amore e di riconoscenza che sempre legarono il SS.Crocifisso la Città di cassano. Ora, poiché i tempi corrono tristissimi quanto mai e, con l'intensificarsi del flagello della seconda Guerra Mondiale si sono moltiplicati i pericoli sovrastanti alle città e alle più ampie umili borgate con le incursioni aeree che, contro ogni senso di umanità, vanno spargendo la desolazione e la morte nelle popolazioni civili, le sopraddette Autorità, riconoscendo gl'inalienabili diritti della sovranità di amore del SS. Crocifisso e l'altra protezione da Lui esercitata su questa Città, implorando perdono per le colpe pubbliche e private di cui si rese rea l'umana famiglia, riconsacrando a Lui la Città, perché Cassano sia salvata dai pericoli della Guerra, perché i suoi figli combattenti, siano protetti nell'adempimento del loro dovere, perché la patria sia condotta alla vittoria, in nome del popolo di cassano All'Ionio.

EMETTONO IL VOTO

di celebrare ogni anno una festa votiva, preceduta da un settenario di preparazione in onore del SS. Crocifisso, il primo venerdì di Marzo nel quale giorno tutto il popolo si assoggetterà ad un solenne digiuno, secondo le norme dettate dalla S. Chiesa. I suddetti contraenti fiduciosi nella protezione del SS. Crocifisso, a Lui affidano le sorti di tutto un popolo che dalla Divina Virtù vuole essere difeso nell'anima e nel corpo. E richiesto Noi Notaro, abbiamo ricevuto questo atto che viene da Noi letto, in presenza dei testimoni, ai comparenti, ai quali, da Noi interrogati, lo approvano dichiarando di riconoscere il contenuto interamente conforme alla volontà espressaci. Il presente atto da Noi diretto e scritto tutto di Nostra mano, viene sottoscritto in calce e firmato in margine del foglio intermedio delle parti, dai testimoni e da Noi Notaro ecc.

firmatari:
Raffaele Barbieri, Vescovo di Cassano Ionio
Avv. Francesco Drago, podestà di cassano Ionio
Can. Dec. D. Giuseppe Pontieri, testimone
Ing. Camillo Toscano, testimone
Notaio Francesco Cirianni

 

 

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