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Elezioni regionali: la Calabria che vorremmo

Ospedale Corigliano(Ospedale di Corigliano) Sono in atto le manovre di molti finalizzate ad accaparrare un posto al sole nell’aula del Consiglio regionale. C’è da accreditarsi la primogenitura del nuovo corso politico; si disfanno alleanze per apparire il nuovo, pronti a dissacrare posizioni per conquistarne nuove pur di perpetuare posizioni di potere, spese quasi sempre per tornaconto e non per il bene comune. Nessuno mette in campo un reale progetto di cambiamento della vita dei calabresi.

E’ desolante constatare l’emarginazione di vaste zone, come la sibaritide od il Pollino. Il cittadino continua ad affrontare i viaggi della speranza in Regioni più organizzate ed efficienti in cerca di tutelare la salute. Le infrastrutture viarie su rotaie o gomma costringono a vivere peripezie in viaggi notturni o improbabili coincidenze per gli aeroporti. (Rare le corse per Lamezia). Ma gli aspiranti onorevoli non si stancano di brigare, di promettere cambiamenti, di vendere fumo. Vorrei chiedere a tutti i deputati regionali uscenti se hanno vissuto di persona il disagio dell’emigrazione sanitaria. Sono certo che il problema nessuno se lo è posto, tanto non è difficile, per loro, raggiungere presidi ospedalieri di eccellenza o qualche clinica all’estero.

I presìdi ospedalieri nostrani continuano ad essere segnati da insufficienze che penalizzano l’ammalato e vanificano ogni speranza di soluzione della crisi in cui il cittadino versa. Per non dire del mancato decollo della costruzione dell’ospedale della “sibaritide” o della ripertura del “Chidichimo” di Trebisacce, chiuso per decisione incosciente e non riaperto per motivi che sfuggono anche ai più attenti appassionati di questioni amministrative-politiche.

A chi si è voluto erodere il terreno sotto i piedi? Quale “politico” non doveva potersi fregiare del merito della funzionalità di un presidio che è indispensabile per un vasta fascia della Calabria. I politici regionali, tutti, devono spiegare agli elettori i veri motivi dello stallo che si vive dalle nostre parti prima di esporsi a richiedere consensi per la rielezione. Per fare che?

Per perpetuare una realtà che è divenuta invivibile perché saccheggiata dall’emigrazione forzata di tanti giovani costretti ad abbandonarla in cerca di una vita adeguata alle esigenza dei tempi. Riflettano i candidati e chiedano scusa coloro che non sono riusciti a dare risposte alle legittime richieste dei cittadini. La Politica è impegno e servizio e non occasione di accaparrarsi privilegi.                

Raffaele Caracciolo

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