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Trebisacce. Candidati cercasi: Dino Vitola si presenta

abitanti trebisacce 1929.jpegRiceviamo e pubblichiamo il comunicato inviatoci dal giornalista Rocco Gentile, riguardante la candidatura di Dino Vitola a sindaco di Trebisacce. Ci fa piacere che dopo la formazione politica "Trebisacce 2030" capeggiata da Andrea Petta, ci sia qualcun'altro che ha deciso di scendere in campo. Ci sorprende che in questa prima "uscita" il sig. Vitola abbia posto l'accento su una priorità particolare: la certificazione della "trebisaccesità". Ci scusino i nostri lettori, ma ci scappa una risatina. Ebbene, dovete sapere che nella vicina Svizzera sul documento d'identità oltre al luogo di nascita viene riportato il "luogo d'origine", di cui pochi degli interessati sanno qualcosa. Certe forme di patriottismo o di appartenenza a tutti i costi ci provocano al massino una sghignazzata. Trebisacce è formata, per più del 50% della popolazione, da "immigrati di vicinanza" cioè da gente che dai paesi limitrofi si è spostata sulla costa per motivi vari (che sarebbe interessante indagare) quindi di quale trebisaccesità vogliamo parlare? Giusto per darci una regolata vediamo cos'é accaduto negli ultimi cento anni. Dall'annuario del Touring Club Italiano del 1929 apprendiamo che Trebisacce contava in tutto 2599 abitanti, di cui 1549 nel centro storico e 1050 nella Marina, La guida Michelin del 1989 riportava 8481, oggi il numero, secondo i dati ISTAT del 2017, è di 9052, un trend di crescita positivo indubbiamente ma non diteci che sono tutti originari di Trebisacce, alcuni non vi sono nati, altri ci sono solo nati ma le loro famiglie sono di diversa provenienza, quindi che senso ha avere scritto sulla carta d'identità di essere nato in una città piuttosto che in un'altra? Il senso di appartenenza si misura non certo con un dato scritto su di un pezzo di carta, ma sulla voglia di cambiamento, sulla capacità di dare il proprio contributo al paese in cui si vive, collaborare nel distruggere la malapianta degli inciuci, della viltà, della disonestà intellettuale, molto più pericolosa della delinquenza, in questo si riconosce il "Cittadino" di un luogo. (La redazione)

COMUNICATO STAMPA

VITOLA.jpgEcco "Svoltiamo Trebisacce", si chiamerà così il raggruppamento civico di Dino Vitola. Che vuole certificare la trebisaccesità. Il noto manager rilancia e mette fine alla voci incontrollate su un suo possibile ripensamento sulla sua scelta politica di scendere in campo alle Amministrative del 12 Giugno. "A quanto pare qualcuno è talmente preoccupato della mia candidatura a sindaco di Trebisacce da diffondere la notizia di un mio presunto ritiro. Tranquilli che se  indietreggio di qualche passo, è solo per prendere meglio la rincorsa, e se decido di fermarmi un attimo è solo per riflettere, ripartire meglio e andare avanti come un treno. Del resto il vento non si ferma con le mani. Avanti tutta. Io ci credo, credici anche tu". Così Vitola chiarisce ogni cosa. E lancia un'iniziativa.
Piantare un albero per ogni nascita a Trebisacce, come dice la legge numero 10 del 14 gennaio 2013. Ma quanti bambini nascono nella nostra città? Questo si chiede l'imprenditore ad alta voce. Dandosi pure una risposta. "Pochi al momento, o nessuno. Le donne in attesa per partorire devono per forza spostarsi all’ospedale di Corigliano Rossano o di Policoro, addirittura un’altra regione. Dal punto di vista sanitario è molto corretto, perchè queste strutture garantiscono un parto naturale, più sicuro e con il massimo delle cure qualora fossero necessarie. Sul certificato di nascita però non comparirà Trebisacce perché non sono fisicamente nati in questa città ma in quelle vicine".
Il trebisaccese, inteso come persona nata nella nostra città- scrive ancora Vitola- non esiste e non esisterà più. Il suo concepimento, il suo sviluppo nel grembo della mamma nei 9 mesi successivi, avviene però nel territorio di Trebisacce.
Nonostante questo nei loro documenti, per tutta la vita, comparirà un altro paese come luogo di nascita.
Proporrò come nuova Amministrazione comunale di creare una specifica “territorio consolare” nelle strutture ospedaliere limitrofe che venga considerato Trebisacce, per dare la possibilità ai nuovi nati di certificare nei propri documenti la nascita nella nostra città. Questa è una proposta che con l’Amministrazione farò a Roma, al nostro governo, perché diventi legge e risolva questa problematica che coinvolge non solo Trebisacce ma moltissimi altri comuni italiani, costretti necessariamente a certificare la nascita dei propri figli nei comuni vicini e non nella propria città, ha concluso Vitola.

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