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Emigrano i figli della Magna Grecia (poesia)

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emigranti.jpgNon vi é giorno in cui non assistiamo alla partenza di qualche giovane che va a cercar lavoro altrove. Dalla Calabria e dalla sibaritide, ormai si contano a migliaia i giovani che si sono stabiliti all'estero o in altre regioni italiane dove possono mettere a frutto le loro capacità. Quando questo accadeva negli anni '60, quelle partenze passavano quasi sotto silenzio come se fosse stato ineluttabile continuare in quello che era diventato quasi un obbligo tradizionale, chi partiva aveva quasi sempre a disposizione solo le braccia da offrire alle imprese del nord e la maggior parte di coloro che prendevano la triste strada dell'emigrazione, era convinta che sarebbe tornata un giorno e molti lo hanno fatto. Ora, coloro che partono hanno quasi tutti attitudini professionali elevate, molti sono i laureati e sanno già che sarà molto difficile un ritorno al luogo d'origine, dove non potranno mai mettere a frutto adeguatamente quello per cui hanno studiato. Luigi Visciglia in questa sua composizione mette in evidenza il rinnovato dramma di chi parte colmo di speranza e di chi resta nella disperazione sottaciuta di non poter rivedere presto i propri figli.

Con tristezza il castello Ducale guarda la ferrovia,

una calca umana affolla i binari illuminati,

voci,brusii,rumori,risate di triste allegria,

aleggiano in quell’aria nereggiata.

Non c’e’ gioia in queste partenze,

con occhi lucidi,in silenzio piangono i cuori,

solo barlumi di speranza nei loro pensieri.

I giovani emigrano!

Non hanno più valigie di cartone,

computer nello zaino,telefonino fra le mani.

Trasmigrano fra coraggio e disperazione

Per una terra senza radice,

dove la loro speranza germoglierà,

in altri luoghi porteranno il loro sapere,

in terra straniera saranno avvalorati.

Colto il loro intelletto, pieno d’ingegno e conoscenza.

Fertile il loro seme nell’ardua bellezza giovanile.

Esuli, lontano dalla matrigna terra natia,

liberi, nasceranno i figli dei Sibariti.

In questa terra di servilismo clientelare,

solo i lecchini,gli adulatori,gli accoliti,i servi,i raccomandati,

gusteranno i frutti della fertile Magna Grecia,

riscaldandosi al tiepido sole,bagnandosi nelle fresche acque.

Nella terra dell’oblio,non c’e’ futuro e sviluppo.

Luigi Visciglia