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La Fiera della Politica. Denuncia in versi semiseri

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promesse-politiche.jpgAlla fiera della politica si vendono, si fanno comprare, si prostituiscono.

Il potere scioglie le Camere, alle urne! Inizia un vecchio balletto senza musica,

promesse da non mantenere, danzano per procacciarsi l’arricchimento.

Voci, brusii, si odono dalla silente calca.

L’oratore: riforme, pensione, lavoro; una voce autoritaria: cambiamento;

una voce stridente: aiuto alle famiglie.

La massa umana! Con lentezza interagisce il cervello. La sagra dei governanti!

Un grande teatro, dove tutti recitano a soggetto.

Con tasse e balzelli hanno istituzionalizzato la povertà.

Lo spazio sociale è stato occupato da: lobby filantropiche che si mimetizzano,

mafie che si mascherano. Strutture parassitarie succhiano la linfa sociale

sotto il lucente sole senza moralità, senza ideali,

suddividendosi il magro bottino.

Trovar la luce nell’oscuro cammino, l’interior sapere di conoscenza vostra, dovrebbe illuminar la mente e il core, di sapienza umana.

Gli eruditi si pavoneggiano con la loro servile cultura, lentamente la società s’inaridisce.

Grecia! Fonte di cultura, madre della democrazia, dove sono i tuoi filosofi? Socrate, Solone, Platone, Pitagora, Aristotele… Sono morti? No! Dormono nell’oblio delle menti.

Dal suo balcone, Tomasi di Lampedusa osserva l’ignara folla ammaestrata; il grugnire dei maiali, il belare delle pecore, echeggiano nell’aria tersa.

Sorride nel suo pensiero: Tutto! Vogliono cambiare… in peggio.

Luigi Visciglia