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Coriolano Martirano, non è più di questo mondo

sensiv_martirano_siga.jpgIeri sera mi è giunta la ferale notizia della dipartita dell'intellettuale divenuto negli anni simbolo della cultura cosentina, Coriolano Martirano. Lo avevo conosciuto circa 30 anni fa, quando a Sibari si tenne un corso regionale per operatori turistici, egli accettò con grande entusiasmo l'incarico di trasmettere il suo sapere di storico al numeroso gruppo di giovani della Sibaritide che attraverso di lui hanno approfondito le conoscenze sul passato della nostra terra. Mi occupavo d'altro, ma spesso mi fermavo ad ascoltarlo quando con il suo eloquio calmo ma senza esitazioni, dissertava dei fatti storici avvenuti nei trascorsi secoli nella Sibaritide ed in tutta la Calabria. Come gli era congeniale, accolse anche  la mia profferta di amicizia e da quel momento non abbiamo mai smesso di frequentarci o di sentirci. Durante il mio lavoro lo incontravo quasi sempre al "Gran Caffé Renzelli" nel centro storico di Cosenza, dove immancabilmente mi fermavo per una breve sosta e per avere il piacere di ascoltare delle sue ricerche e dei suoi libri. Posso affermare, senza tema di sbagliare, che molto di quel che so su Cosenza e sulla sua storia, l'ho imparato da lui, dai suoi libri, dai suoi scritti.

Martirano_Conforti_Tony.jpg(foto, da sin, Coriolano Martirano, Cavallaro, prof. Conforti attuale presidente dell'Accademia Cosentina, fondata nel 1511) Spesso era in compagnia di altri "saggi" che ho conosciuto grazie a lui e quando mi fu comunicato nel 2013 di essere stato prescelto per un riconoscimento riguardante la mia attività nel turismo culturale, capii che era stato lui a segnalarmi al Centro Studi "Il Convivio" ed al suo presidente, prof. Alessandro Guarasci, divenuto anch'egli mio caro amico. Alla cerimonia che ne seguì, egli stesso volle consegnarmi il premio, cosa che mi rese particolarmente onorato e felice.

Il suo sorriso e il suo parlare pacato, mai banale, mai frivolo, ammantato di fine ironia, quella dei grandi, mi mancheranno come mancheranno ai suoi familiari, ai suoi amici più stretti, ai soci dell'Accademia Cosentina di cui era segretario ed a tutti i cosentini di oggi, e di domani, che nei suoi scritti hanno scoperto e scopriranno ancora la storia di Cosenza, la città considerata l'"Atene del Sud". Caro "professore", ti voglio e ti vorrò sempre bene, in questo momento di dolore e di smarrimento, mi auguro soltanto che il Signore possa darmi il dono di poterti incontrare  ancora e continuare le lunghe abituali chiacchierate tra un sorriso ed un arrivederci.

Antonio Michele Cavallaro

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