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Vangelo di Domenica 6 Novembre 2022

La moglie nella risurrezione, di chi moglie.jpgVangelo di Gesù Cristo secondo Luca 20,27-40

27 Ora, avanzatisi alcuni dei sadducei, quelli che contraddicono che ci sia risurrezione, lo interrogarono dicendo: 28 Maestro, Mosè scrisse per noi, se il fratello di qualcuno è morto avendo moglie ed è senza figli, che suo fratello prenda la moglie e susciti discendenza a suo fratello. 29 C’erano dunque sette fratelli, e il primo, presa moglie, morì senza figli, 30 e il secondo 31 e il terzo la prese. Ora così anche i sette non lasciarono figli e morirono. 32 Da ultima anche la moglie morì. 33 La moglie dunque, nella risurrezione, di chi di loro sarà moglie? Poiché in sette l’ebbero in moglie. 34 E disse loro Gesù: I figli di questo secolo sposano e sono sposati. 35 Ora quelli che sono ritenuti degni di ottenere quel secolo e la risurrezione dei morti, né sposano né sono sposati. 36 Infatti neppure possono più morire, poiché sono come-angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione. 37 Ora che i morti si destano, anche Mosè lo palesò a proposito del roveto, quando dice il Signore Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. 38 Ora Dio non è di morti, ma di viventi, poiché tutti vivono per lui. 39 Ora, rispondendo alcuni degli scribi, dissero: Maestro, dicesti bene! 40 E non osavano più interrogarlo su niente.

Lectio di don Alessio De Stefano

Di chi sarà moglie? (20,27-39) - Ed ecco la terza ed ultima questione, questa volta introdotta dai sadducei. Tra le questioni c’è un crescendo di contenuti: dall’autorità della pietra scartata (v. 17), si passa all’autorità di Dio (v. 25) e infine a quella del “Signore” sul messia Davide (v. 42). I sadducei sono la classe ricca e aristocratica alla quale appartengono alti funzionari del tempio. Una classe aperta ai romani, benché conservatrice, che considerava risibile la dottrina farisaica e popolare della risurrezione. Evidente­mente collocavano Gesù in questi gruppi e sapevano, forse, degli annunci da lui dati, circa la sua stessa risurrezione (cf At 23,6-8 e la discussione tra farisei e sadducei sul tema della risurrezione dei morti). Allora preparano un argomento so­lido, capace di mettere in scacco quella che per loro era una volgare credenza. Citando Mosè sulla dottrina che presiede alla pratica del levirato (v. 28) vorrebbero dimostrare a Gesù che essa stessa cadrebbe se ci fosse la risurrezione dei morti (cf vv. 29-33). Nella risurrezione, infatti, di chi sarebbe moglie la donna?

La risposta di Gesù segnala una consapevolezza della Torah ben più avanzata e critica di quella miope e rigida dei sadducei, i quali, pure potevano esprimere dei dubbi diffusi e in buona fede. Gesù approfitta per distinguere i piani di cui parla il Deuteronomio: esso regola la vita terrena («del tem­po presente», v. 34) di Giuda, non la «vita futura» (v. 35). In questo mondo è importante sposarsi e mettere al mondo dei figli, per cui importante è altrettanto la legge del Levirato che a questo è finalizzata (cf Gen 38; Rut). Non così sarà nel mon­do dei risorti, dove non ci sarà certo bisogno di rigenerarsi per poter guadagnare la vita. In effetti, matrimonio e figli erano indispensabili all’uomo ebreo sulla terra, così come sono ancora indispensabili ad ogni essere umano affinché il futuro e la vita durino nelle generazioni che vengono.

Ma la risurrezione non è la continuazione della vita sulla terra, bensì un’altra condizione di vita, per cui essa è grazia piena che non ha bisogno né di moglie, né di figli. Gesù spiega che la risurrezione non è un prolungamento della condizione terrena e in questo va oltre la concezione farisaica della stes­sa. Gesù ricorre alla visione apocalittica in cui si distingue il mondo presente da quello futuro (cf Sap 2,13.18; 3,1-9; 4Mac 7,19; 14,25). Uno degli scribi dice a Gesù: «Hai parlato bene» (v. 39). Quello che è stato sempre il Maestro, adesso è un allievo! Ma Gesù è bravo sia come Maestro che come discepolo!