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Elezioni. "Viva cu ha bintu e cu nun ha bintu se diverte"

E co0-17140.jpgsì mentre Cassano si autodichiara “città contro la pena di morte” e da tutte le parti piovono “Auguri” e “Complimenti”, alcuni sviscerati, altri un po’ meno, altri ancora digrignando i denti, ai vincitori della recente tornata elettorale, si ritorna all’attualità poco edificante della situazione generale miseranda della nostra regione. Sui risultati di questa eclatante vittoria che ha visto andare al voto il 44% dei calabresi, più della metà dei quali ha votato per la destra, quindi un buon 24% circa, osserviamo che di fatto è una sparuta minoranza che alla fine governerà la regione Calabria nei prossimi 5 anni. Si, è proprio così, e non c’è da rallegrarsene più di tanto. Aldilà dell'affermazione personale del'avv. Gianluca Gallo che con più di 20mila voti personali, senza "famiglie" alle spalle ha dimostrato di aver capito come si deve fare per veicolare il consenso, resta il fatto che il 56% dei calabresi aventi diritto al voto NON ha espresso scelta alcuna. A mio modestissimo parere, ancora una volta ha vinto il partito dell’INDIFFERENZA e se mi è consentito senza offesa per nessuno, dell’INDOLENZA. Certo la cosiddetta democrazia è questa, queste sono le regole e noi le accettiamo, ma attenzione a gridar vittoria in modo esagerato. In Calabria andrebbe fatta un’indagine sociologica molto seria per capire i meccanismi che inducono una grande parte di calabresi a disertare il voto e di indurre, invece, la restante quota a fare l’impossibile per spingere i propri idoli ad occupare i posti migliori. Chi non vive in Calabria potrebbe pensare che coloro che non votano sanno che chiunque vada ad occupare le cadreghe e le cadreghine per loro non cambierà molto perché magari stanno troppo bene per potersene infischiare, ma chi vive quì ha la consapevolezza tragica che invece non è così, sa che il popolo vive ancora in una specie di feudalesimo primitivo e, passatemi il termine, selvaggio, che lo manterrà aggiogato alle caste politiche o a quelle del malaffare, quindi è talmente demoralizzato e demotivato da acuire al massimo la poca fiducia in chiunque andrà a guidare la cosa pubblica. D’altronde come dargli torto? La Calabria è stata governata negli ultimi 20 anni da diverse “organizzazioni” (non le chiamo partiti perché qui non hanno senso) che trovano sempre il sistema e i modi giusti per integrarsi e non rompersi le scatole l’un l’altra, facendo collimare gli interessi dei propri adepti; anche se nella facciata sembra facciano fuoco e fiamme per prevalere, nella realtà ognuno resta al suo posto inamovibile mentre qualche ossicino e qualche briciola vengono di tanto in tanto elargiti ai loro botoli ringhianti. So già che molti storceranno il naso leggendo queste mie brevi considerazioni, mi spiace per loro, mi spiace per chi, per comodità o per servilismo, o per meschinità, per una vita intera, ha vivacchiato con lo stipendiuccio procuratogli dal politico amico e per questa sudditanza non ha mai potuto esprimere liberamente il proprio pensiero, spesso si tratta di persone intelligenti che sono state zittite, che hanno visto la propria personalità messa sotto i piedi, e che ora, raggiunto il sospirato traguardo della pensione dopo una vita da nullafacente o quasi, possono permettersi il lusso di non andare più a votare. Le categorie sono tante a dire il vero, ma tutte riconducibili ad un gruppo specifico, quelle dei portatori di borse, borsette, zaini e zainetti che finiscono poi per sopravvivere tutte alla stessa mangiatoia della politica regionale, provinciale e comunale.

AUGURI ai vincitori dunque, sicuramente non ci saranno grossi contrasti, l’opposizione potrà essere “assorbita” ed ammansita come di prammatica e se resta tempo, qualche pensiero lo rivolgeranno anche a tutti i cittadini “indifferenti” che comunque hanno bisogno di servizi, di sanità, di scuole, di ambiente pulito ecc ecc ecc

Tonino Cavallaro

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