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CAPRI: La leggendaria "Canzone del Mare"

tav. 14 - Dall'alto mini.jpgLa Canzone del Mare fu realizzata, in un antico fortino (fig. 1) incastonato nella roccia, dalla famosa cantante inglese Gracie Fields (fig. 2 - 3) che decise di passare la seconda metà della sua vita a Capri, in questo luogo magico dove era guarita da una malattia molto grave.
Lo stabilimento balneare fu inteso dunque come palcoscenico prediletto dove rifugiarsi e accogliere gli amici tra relax, lusso e divertimento.

Naturalmente tra le sue interpretazioni canore non poteva mancare il celebre brano del 1934 "The Isle of Capri" scritto da Jimmy Kennedy e musicato da Will Grosz, che descrive la struggente storia d'amore nata nelle ultime sere d'estate sotto il cielo e la luce della luna di Capri. Il nome si ispira al canto delle Sirene e all'episodio dell'Odissea in cui Ulisse, navigando al largo di alcuni scogli di un'isola, che molti riconoscono come Capri, si fece legare all'albero maestro dai suoi marinai per ascoltare il meraviglioso canto delle terribili Sirene, con il quale ammaliavano i malcapitati navigatori per poi ucciderli. 

La Canzone del Mare rappresenta un pezzo importante della storia di Capri, essendo stata lo scenario di uno dei periodi più belli dell'isola: gli anni '50 e '60.
Personaggi illustri, abituali frequentatori dell'isola, trascorrevano le loro giornate estive a prendere la tintarella intorno alla piscina stesi su sdraio e lettini(fig. 4 – 5).

Qui nascevano amori che finivano spesso alla fine dell'estate, si creavano nuovi sodalizi tra industriali e le ultime novità della moda, come i pantaloni taglio Capri o lo "scandaloso" bikini(tav. 6), erano indossate per la prima volta.

Ancora oggi gli habitues(fig. 7), alla ricerca del glamour e allo stesso tempo della tranquillità e del relax, scelgono La Canzone del Mare.

La Canzone del Mare mi è particolarmente cara perché mi rammenta gli anni ruggenti della mia giovinezza, quando d'estate la frequentavo quotidianamente via mare, tuffandomi dagli scogli di Marina piccola e raggiungendola con poche e vigorose bracciate. Tra gli scogli in un sacco impermeabile tenevo: una copia del New York Times, un voluminoso sigaro cubano (erano i tempi di Fidel Castro), un telefono bianco munito di un filo interminabile, una divisa da maggiordomo. Mi sedevo su una sedia sdraio lì dove adocchiavo qualche signora o signorina dal gentile aspetto e dalle forme ben tornite. Poscia cominciavo una lettura attenta quanto distratta e a fumare il sigaro avidamente; tra una boccata e l'altra lanciavo sguardi sessuali alla fauna femminile limitrofa. All'improvviso compariva Carlo Spagna, il mio compare, attualmente stimato presidente della Corte d'Assise di Napoli, nelle vesti di maggiordomo, il quale mi consegnava su un piatto di finto argento il telefono bianco, il cui filo si perdeva lontano: "Eccellenza vi è al telefono Gianni Agnelli che, prima di prendere un'importante decisione sul destino della Fiat, vuole conoscere la sua opinione".

"Mandalo a quel paese, non vedi che sto ammirando una fanciulla dalla bellezza devastante e dal seno debordante?"

Naturalmente la ragazza s'inorgogliva della mia attenzione e ne faceva partecipi la madre e la zia.

Meno di mezz'ora e il mio cameriere si ripresentava: "Conte mi scusi, ma vi è l'onorevole Andreotti che dal Parlamento prima di pronunciarsi vuole un suo parere sul discorso che sta presentando in aula."

"Digli di richiamare, sono impegnato ad ammirare degli occhi che sembra vogliano dirmi se ci vediamo stasera".

Altri e più piccanti dettagli il lettore potrà trovarli leggendo il capitolo Estate a Capri.

Divenuto nel frattempo miliardario, ho continuato a frequentare lo stabilimento, pagando regolarmente l'ingresso e fittando una spaziosa cabina. Erano i tempi in cui il destino mi aveva permesso d'incontrare la donna più splendida e desiderabile che abbia mai calcato le strade, non di Capri, ma dell'intero universo: Elvira. (fig.8). Talune volte partecipavo a cene in onore di star hollywoodiane o nobili più o meno decaduti, come si evince dalla foto che vi propongo (fig.9), dove ceno in compagnia del multimiliardario (all'epoca) Diego de Bellis e della moglie (all'epoca) Sonia.

Ho continuato a frequentare La Canzone del Mare anche in epoca recentissima, come testimoniano le foto (fig.10) che mi ritraggono trionfante in mezzo alla piscina e poscia (fig.11) in compagnia della mia adorata moglie Elvira in attesa che ci servano delle linguine all'astice e una bottiglia di Champagne dell'annata preferita da James Bond, alias 007( per chi non lo sapesse Don Perignon 1954).

Dopo questa breve digressione autobiografica, ad integrazione della storia dello stabilimento precedentemente raccontata, cedo la parola al membro più autorevole della famiglia Iacono, attualmente proprietaria.

Ma qual è la storia della Canzone? "Tutto comincia con Gracie Fields - racconta Luigi - una grande diva che oggi non tutti ricordano. Nel '30 questa celebre cantante inglese acquistò dal marchese Adolfo Patrizi la villa a Marina Piccola che, insieme al marito Monty Banks, pseudonimo di Mario Bianchi, comico del muto e regista di musical (nel film "Shipyard Sally", del 1939, Gracie Field canta la sua canzone più famosa, "Sally") trasformò in "La canzone del mare", ricordando il canto delle sirene. Sotto la guida dell'architetto Talamona, diede vita al primo complesso balneare con piscina. Diceva sempre che ogni mattone della "Canzone del Mare" equivaleva a un brano cantato in tournée. Dopo la morte prematura di Banks, si unì a Boris Alperovic, un ebreo russo della Bessarabia. Nel 1976, ormai anziana, decise di ritirarsi e di darci la "Canzone". Da allora lo stabilimento è stato gestito dalla mia famiglia. Gracie ha amato tanto quest'isola da volerci morire. Il marito era un russo cattolico, lei invece era protestante - continua a raccontare Iacono - e fu seppellita sulle scale del cimitero acattolico, visibile dal nostro camposanto".                                     
Alla Canzone gli ospiti si susseguivano, Brigitte Bardot e Jean-Luc Godard quando girarono "Il Disprezzo", da Moravia, e poi Maria Callas, Pier Paolo Pasolini. Capri in passato generava innocui scandali che i giornali utilizzavano in quelle che si chiamavano "cronache mondane" ed oggi "gossip" per vendere più copie. Si può immaginare l'effetto che nell'Italia degli anni cinquanta-sessanta poteva fare la Capri visitata da Rita Hayworth, da Orson Welles, da Ester Williams. Ancora si ricorda una festa degli anni Cinquanta, alla Canzone, che occupò due pagine dell'Europeo formato gigante con le foto di Emilio Pucci che voleva gettare vestite in piscina Marisa Gaetani e Graziella Buontempo Lonardi, che sarà poi la promotrice, negli anni Ottanta, del Premio Malaparte per riportare a Capri poeti, artisti e scrittori come Anthony Burgess, John Le Carrè, Manuel Puig, il premio Nobel Nadine Gordimer e tanti altri, "per sottrarre Capri - ha scritto Raffaele La Capria - all'aggressione della cafonaggine mondiale". Ed a proposito di Malaparte: lo scrittore che amò Capri fino a costruirvi, a Punta Masullo, una villa imponente, sfidando divieti e regolamenti, non fu per niente tenero con i capresi. "L'isola è splendida - scrisse - ma gli uomini sono cattivi, gretti, deboli, vili, spietati".                                               
Ma Capri perdona, cataloga come intemperanze artistiche qualsiasi voce eccentrica e prosegue, indifferente, a ospitare celebrità e forzati del mordi e fuggi, che arrivano sudati e stremati sui Giardini di Augusto scattando fotografie e comprando souvenir. La "Canzone del Mare", rinnovata ed elegante, è gestita oggi con passione dalla famiglia Iacono. I figli di Luigi, Ilaria, Chiara e Mario, sono continuamente indaffarati per organizzare feste, eventi, matrimoni. Sovrintende la signora Angela, ancora una bellissima donna, con un cespuglio di capelli bianchi e due occhi azzurri che sfidano il mare dei Faraglioni. Se il paesaggio naturale è sempre quello, il paesaggio umano muta in continuazione: Gianfranco Ferrè, Rocco Barocco, divi come Christian De Sica, Tom Cruise e Nicole Kidman, indossatrici come Naomi Campbell. De Laurentiis attira l'attenzione come patron del Napoli più che come produttore e la "Canzone" resta un palcoscenico mondano, continuamente ravvivato da nuovi ospiti e nuovi avvenimenti.

E concludiamo in bellezza questo articolo mostrandovi una serie di foto dei nostri giorni della Canzone del Mare (fig. 12 – 13 – 14 -15 ) vista dall'alto, da ponente e da oriente.

Achille Della Ragione

Allegate le foto citate nel testo