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Sant'Eufemia e Cassano sorelle di Spagna?

santa eufemia spagna.jpg(foto: Eremo di Santa Eufemia) In Spagna, Andalusia, nella provincia di Cordoba vi é un piccolo paese di circa 1000 abitanti che si chiama Santa Eufemia. Immediatamente il pensiero di un calabrese come me, corre alle due località della nostra regione che portano questo nome: Sant’Eufemia, frazione di Lametia Terme e Sant’Eufemia d’Aspromonte. Stavo leggendo un volume di storia riguardante l’occupazione araba della Spagna e la loro definitiva cacciata, ed ero giunto alle vicende del re Alfonso VII di Castiglia che aveva condotto a fasi alterne una lunga guerra contro gli emiri arabi, quando incontrai appunto il nome di quella località. Incuriosito andai a cercare sul web, così venni a conoscenza che il paesino fu la prima località a ricevere un nome cristiano dopo la disfatta dei mori, non si sa bene perché fu dato il nome di quella santa, secondo alcuni ricercatori locali, pare che nel paese ci fosse un nucleo di persone di culto “mozarabico” (una forma di culto cristiano nato al tempo dei visigoti intorno al IV sec, il cui rito è ancora in uso in alcune località della Spagna) che subito dopo l’allontanamento degli occupanti orientali diede il nome di Santa Eufemia alla cittadina, col benestare di Alfonso VII.

Fin quì tutto chiaro, andando però a leggere una noterella in spagnolo leggo che invece la tradizione popolare orale, molto accreditata tra gli abitanti, attribuisce questo nome all’impresa di trentatre cavalieri italiani, facenti parte dell’armata del re castigliano, provenienti dalla Calabria e devoti di questa Santa, che al grido di “Santa Eufemia” presero d’assalto il castello, liberarono il paese e gli diedero questo nome. Ancora oggi gli abitanti di pura origine locale vengono chiamati “calabresi”, di riflesso questa tradizione è confermata dalle confraternite di tipo militare in onore della Santa che portano i nomi di: Alabarda, Bandiera, Bastone, Stendardo e Tamburo, i cui rispettivi membri non possono essere più di trentatre. Nel luogo dove, secondo la tradizione, avvenne il fatto d’arme fu eretto l’eremo, dove ogni domenica di Pasqua si svolge la processione di Santa Eufemia.

Sulla possibilità che i 33 cavalieri fossero calabresi ci viene in aiuto un articolo sul sito www.historiaregni.it di Ulderico Nisticò, che ho scovato durante la mia ulteriore ricerca, il quale a tal proposito scrive tra l’altro:

“Non resta, che si sappia, alcuna documentazione che provi l’evento. Insegna però il Vico che le tradizioni popolari genuine e conservate per secoli testimoniano una qualche verità storica. Per la comunità di Santa Eufemia di Spagna quell’avventura di combattenti calabresi è il mito di fondazione che nobilita le origini; e congrui indizi ne possono far intuire la verisimiglianza.  Eufemia è una santa molto venerata nel mondo romeo (bizantino); restano oggi due notevoli località calabresi di questo nome: Sant’Eufemia d’Aspromonte e la frazione Sant’Eufemia di Lamezia Terme, nel cui territorio sorgono i resti della grande abbazia di quel nome innalzata da Roberto Guiscardo su un piccolo cenobio greco; e il più recente Bastione di Malta. Durante il regno di Alfonso VII in Castiglia, Ruggero II, granconte di Sicilia e Calabria, unificava i domini normanni del Meridione, e, nel 1130, veniva incoronato re. Nel 1117 aveva sposato Elvira, figlia di Alfonso VI di Castiglia, che, viene a proposito, è nonno materno di Alfonso VII: Ruggero ed Elvira sono dunque suoi zii. Ruggero condusse un’attiva politica mediterranea, con espansione politica e militare in Adriatico e in Africa; e buoni rapporti con i diversi Stati delle Spagne. Anche il figlio e successore di Ruggero, Guglielmo I il Malo, sposerà una principessa iberica, Margherita di Navarra. La prima moglie di Federico II è Costanza d’Aragona; Manfredi darà in sposa la figlia Costanza a Pietro d’Aragona, proclamato nel 1282 re della Sicilia ribelle a Carlo d’Angiò, e progenitore dei re aragonesi e siciliani, poi spagnoli.  

Ce n’è a sufficienza per non ritenere fuori luogo la partecipazione di cavalieri meridionali alla lunga guerra di Alfonso VII contro i Mori, cui intervennero anche Pisa e Genova. Chissà se un colpo di fortuna, o un progetto culturale serio, ci consentiranno di trovare una qualche documentazione? Per la fortuna, non possiamo far molto; per progetti, occorrerebbero degli studi adeguati alla bisogna. Chi furono questi valorosi guerrieri? Di quale delle molte stirpi del Regnum Siciliae? Li inviò il re Ruggero, o corsero all’azzardo? Venivano da Sant’Eufemia d’Aspromonte, o da Sant’Eufemia oggi frazione di Lamezia? O da qualche altro luogo devoto alla santa bizantina? Fondarono il paese e tornano in patria, o rimasero lì e hanno discendenti? Ecco alcuni argomenti che potrebbe affrontare un’organizzazione della ricerca.”almendralejo altare1.jpg

Chissà se a qualcuno in Calabria verrà voglia di fare delle ricerche più approfondite in terra di Spagna, ricerche simili dovrebbero interessare anche l’”intelligentia cassanensis” in una cittadina anch’essa ricadente nella penisola iberica, “Almendralejo” della provincia di Badajoz nella regione di Estremadura. La città di Almendralejo faceva parte dei possedimenti della Famiglia Serra-Cassano da cui dipendeva il titolo di Marchese. Per chiudere in bellezza questa mia nota, ricordo che la chiesa madre di Almendralejo (città di 22mila abitanti) è dedicata alla Madonna della Purificazione (o come di dice ora della Presentazione del Signore), esattamente come la Chiesa di Lauropoli e il quadro venerato da noi è molto simile a quello presente nella chiesa del paese spagnolo. Che dite, varrebbe la pena fare una “passeggiata” da quelle parti?

Questo sarebbe uno dei modi di fare cultura, altro che festicciole per bambini con chiacchiere e “vissiniddi”.

                                                                                                                                                                               (foto: Altare della Chiesa di Almendralejo)

Antonio Michele Cavallaro