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La Giustizia secondo Friedrich Dürrenmatt

durrenmatt.jpgLe continue polemiche sull'amministrazione della giustizia (il minuscolo non è casuale) degli ultimi tempi mi ha convinto a "riesumare" un articolo che pubblicai nel marzo del 2012 sul primitivo sito www.sibari.info ancora attivo ma soltanto come archivio. L'articolo che vi propongo nel seguito parla di un grande commediografo svizzero, di come lo conobbi e di come egli interpretava la Giustizia (il maiuscolo è voluto) degli uomini. Buona Lettura.   

Quando vivevo in Svizzera, ho dovuto imparare il tedesco molto rapidamente per poter trovare un lavoro all'altezza delle mie aspettative, così mi iscrissi ad un corso accelerato e durante l'iter di apprendimento erano previste alcune partecipazioni a manifestazioni teatrali, ovviamente, in lingua. Così conobbi Friedrich Dürrenmatt, commediografo e scrittore svizzero, allora ancora vivente (1970).  Fui condotto ad assistere, alla Schauspielhaus (teatro) di Zurigo, ad una delle sue commedie più famose "Die Physiker" (I Fisici). Il personaggio principale era uno scienziato, un fisico appunto, che aveva realizzato un'invenzione straordinaria che avrebbe rivoluzionato la vita del mondo intero. Capii poco dei dialoghi essendo solo al terzo mese di corso, ma abbastanza per incuriosirmi parecchio riguardo all'autore che, a quel tempo, era considerato il massimo scrittore vivente del panorama culturale svizzero. Recentemente (ci si riferisce al mese di marzo del 2012) presso l'università cattolica di Milano sono stati organizzati degli importanti incontri culturali e al centro della terza giornata del ciclo “Giustizia e letteratura”, è stata trattata la figura e l’opera dello scrittore e commediografo svizzero. "Un’indagine disincantata che porta spesso ad assottigliarsi il confine tra vittima e carnefice". Nel seguito trovate un interessante articolo sull'argomento di Alain Dell'Osso, con l'occasione, vi invito a leggere qualcuna delle sue opere.(administrator)

 Intellettuale complesso, Friedrich Dürrenmatt (Konolfingen 1921 - Neuchâtel 1990) è stato un brillante commediografo, un grande romanziere e un appassionato artista, costantemente alla ricerca di forme espressive attraverso le quali veicolare i suoi pensieri. A lui è stato dedicato l’incontro del 23 novembre del ciclo Giustizia e letteratura promosso dal Centro Studi “Federico Stella” sulla Giustizia penale e la Politica criminale (Csgp).

A chi gli chiedeva cosa lo spingesse a cimentarsi con arti diverse dalla scrittura, Dürrenmatt rispondeva «Non sono un pittore. Tecnicamente dipingo come un bambino. Dipingo per la stessa ragione per cui scrivo: perché penso. La pittura intesa come arte di fare dei “bei quadri” non mi interessa, così come non mi interessa l'arte di fare del bel teatro». I temi da lui trattati sono molteplici: il rifiuto della responsabilità, il decadimento della politica, la tensione tra legge e libertà, la corruttibilità delle istituzioni, e, ancora, riflessioni filosofiche e di attualità politica.

Ma uno dei temi maggiormente cari allo scrittore svizzero è l’indagine sul concetto di giustizia. Dürrenmatt ha cercato costantemente di coglierne l’essenza: ne ha evidenziato il carattere necessariamente relativo, soprattutto quando è in gioco la giustizia dei Tribunali, ove si ricerca una verità processuale, spesso non coincidente con quella reale. È evidente però che una giustizia relativa non può essere sempre e necessariamente “giusta”: ecco, allora, che nelle opere di Dürrenmatt spesso è difficile tracciare la linea di demarcazione fra vittima e carnefice. I personaggi di Dürrenmatt, costruiti con un continuo ricorso al paradosso, sembrano spesso scettici dinanzi alla possibilità di arrivare alla giustizia attraverso i sentieri della legge; le loro storie disegnano un mondo grandemente influenzato dal caso, nel quale la realtà è difficilmente scomponibile secondo logiche razionali: per rendere giustizia si deve allora ricorrere all’irrazionale, se non addirittura a comportamenti che sembrerebbero la negazione della giustizia stessa. L’assenza di certezze implica, poi, il proliferare del dubbio, che viene a essere una sorta di immancabile compagno di viaggio lungo il percorso dell’accertamento delle responsabilità.

Alain Dell'Osso

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