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Sei milioni d'Italiani all’estero. Partenza in crescita al Nord

Migranti raffaello gambogi 1894Da un’ottima inchiesta apparsa sul quotidiano “Il Sole 24Ore” di ieri 6 gennaio u.s. ,curata da Marta Casadei e Michela Finizio incentrata sul continuo stillicidio di partenze di giovani e anziani italiani verso altri paesi, apprendiamo che “sono 5,93 milioni gli iscritti all’Anagrafe degli italiani all’estero al 1° gennaio 2023. I dati aggiornati, anticipati dal ministero dell’Interno, certificano un aumento del 2,2% delle fughe all’estero durante lo scorso anno, anche se il trend è rallentato dopo la pandemia. A emigrare di più sono ancora i giovani. Mantova è la provincia di origine da cui crescono di più le iscrizioni, ma l’impatto più significativo dell’esodo resta al Sud”.

Per quanto riguarda l’anno appena trascorso “il Viminale certifica 127.350 nuove iscrizioni nel 2022, anche se la pandemia ha rallentato i progetti migratori definitivi al 1° gennaio sono 10,7 gli iscritti ogni cento residenti under 30, trend in aumento da alcune province interne della Bassa padana”. Quindi l’esodo non avviene solo dal sud e comincia a preoccupare anche i nostri connazionali del nord.

“Sono poco meno di sei milioni, pari a circa un decimo della popolazione residente, gli italiani iscritti all’Aire, e quindi stabilmente all’estero da oltre 12 mesi, al 1° gennaio 2023”.

immagine.pngMa anche tra gli anziani gli “abbandoni” del suolo patrio danno da pensare, anche se ultimamente l’incidenza è scesa “a 8,6 ogni 100 tra gli over 60”. Comunque anche se “la pandemia ha in parte frenato i trasferimenti definitivi oltre confine - che comportano, tra le altre cose, la perdita dell’assistenza sanitaria pubblica - resta il fatto che le nuove iscrizioni all’Aire sono salite del 12,2% rispetto a prima della pandemia”.

L’importante quotidiano si sofferma, poi, sull’esodo in atto da molte provincie del Nord-est e fa osservare come a Rovigo: “non stupisce che proprio nel 2022, anno in cui la provincia si è posizionata all’ultimo posto nella categoria «Affari e lavoro» della classifica annuale della Qualità della vita del Sole 24 Ore, sono stati 1.853 i nuovi iscritti all’Aire provenienti dal territorio, segnando il maggior incremento su base annua (+9,9%)”.

E non si salvano neanche le città metropolitane che hanno fatto registrare notevoli aumenti di partenze.

“Tra le prime venti province di origine che, rispetto al 2019, registrano gli aumenti più marcati nell’Anagrafe dei residenti all’estero c’è anche la città metropolitana di Bologna (15ª), che a inizio 2023 registra un +26,3% sul 2019, ma mantiene un’incidenza di emigrati nettamente inferiore alla media nazionale (47,6 iscritti all’Anagrafe ogni 1000 abitanti). Le “partenze” sono in crescita anche da altre aree metropolitane: Venezia (+23,1%), Firenze (+20,4%), Milano (+18%), Torino (+17,8%), con aumenti più marcati rispetto alla media nazionale. Gli incrementi minori sono concentrati al Sud (Reggio Calabria e Messina) e a Trieste. Queste grandi città, tuttavia, registrano un’incidenza elevata degli espatri definitivi sulla popolazione residente, frutto di flussi migratori - iniziati molti anni prima - che pesano maggiormente in termini quantitativi in un territorio che ha già perso molti abitanti: osservando i dati di Reggio Calabria, per esempio, si conta quasi un residente all’estero proveniente dalla provincia ogni cinque residenti.”

L’esodo dal Sud

“Nonostante negli ultimi anni l’aumento delle fughe all’estero sia concentrato tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in particolare dalle zone “interne” colpite duramente anche dalla pandemia nel 2020, l’impatto più significativo dell’esodo in rapporto alla popolazione rimane concentrato al Sud. Impressionante il dato di Enna, dove al 1° gennaio 2023 si contano 522,8 persone provenienti dal territorio iscritte all’anagrafe dei residenti all’estero ogni mille abitanti. Un rapporto cinque volte superiore alla media nazionale. La fuga è pressoché indiscriminata: riguarda giovani (477,5 under 30 si sono trasferiti ogni mille ennesi residenti) e anziani (506,2 ogni mille). Incidenze molto elevate si registrano anche ad Agrigento (388,1 iscritti all’estero ogni mille residenti) e Isernia (382,2 ogni mille)”.

Un’osservazione ci preme fare riguardanti gli over 60 che decidono di andare a trascorrere i loro ultimi anni in un altro paese. Abbiamo precedentemente fatto osservare che espatriando perdono il diritto all’assistenza sanitaria, ci viene da pensare che si tratti di pensionati di livello sicuramente medio alto, perché un poveraccio che sbarca il lunario con 500/600 Euro mensili di pensione difficilmente si potrà permettere di sopravvivere anche in un paese dal costo della vita relativamente basso. Quindi se da una parte l’INPS risparmia sui costi dell’assistenza sanitaria, dall’altra i soldini delle pensioni di una certa consistenza erogate dall’Ente previdenziale Italiano finiscono per “ingrassare” altri stati ed aiutare altre economie. Non è che sia il massimo dell’equità.

I dati che abbiamo estrapolato dall’articolo citato, non sono da prendere sottogamba, soprattutto se si guardano anche i dati relativi agli stranieri che vivono in Italia, apparsi in un'altra nota dell’autorevole quotidiano nazionale. Sono aumentati nell’ultimo anno del 7,6% gli occupati stranieri sul territorio nazionale, mentre 2,38 milioni sono i lavoratori ufficiali presenti, 1,66 milioni dei quali provenienti da Paesi extra Ue (il 70%), e 714mila da Paesi della Ue. Questi numeri sono da riferire a lavoratori regolari, ai quali bisogna aggiungerne circa 600mila senza permesso di soggiorno. Dei clandestini non vi sono dati attendibili o forse sono compresi nei 600mila di cui prima. L’Italia è diventato “un paese di transito” c’è chi va e c’è chi viene. Non allarmiamoci più di tanto, da che mondo è mondo, in ogni parte del globo da millenni ci sono stati grandi flussi migratori, basta leggere nella storia mondiale, e anche noi che oggi ci scandalizziamo tanto, siamo sicuramente discendenti di popolazioni passate e rimaste da queste parti a partire da 4mila anni fino a un paio di secoli fa. Perciò i nostri fratelli di colore invece di farci paura ci devono tranquillizzare perché è solo grazie al loro apporto se, per esempio, riusciamo ancora a permettere alla nostra arrancante economia di andare avanti e di mantenersi concorrenziale. Ma se di emigrazione parliamo, non possiamo dimenticare i tanti discendenti di italiani nel mondo, i cosiddetti oriundi, si stima siano tra 60 e 70 milioni. Insomma un’altra Italia fuori dall’Italia.

(A.M. Cavallaro)

 Dipinto di Raffello Gambogi: Migranti italiani - 1894

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