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Isola sommersa di Amendolara va tutelata

Paramuricea_clavata.JPGLa sacca di Amendolara potrebbe essere un punto di attrazione turistica eccezionale se fosse meglio protetta e adeguatamente pubblicizzata. Franco Sergio, presidente Prima Commissione Regione Calabria chiede un intervento urgente per la tutela dell'area dell'Isola sottomarina di Amendolara, di seguito il suo appello:

«Uno dei luoghi più suggestivi del Sud e con un ecosistema che rappresenta un modello di biodiversità (tanto da aver ricevuto la bandiera blu nel 2011 e 2012) è la cosiddetta Secca di Amendolara. Una mitologia che affonda le radici addirittura nell’Odissea per la cui leggenda lo sprofondato Monte Sardo - sommersosi probabilmente per erosione – sarebbe la sede della Ninfa Calypso, la favoleggiata isola di Ogigia».

Il consigliere regionale Franco Sergio, interviene a sostegno della comunità di Amendolara e dell’intero Alto Ionio, in una zona che interessa Calabria, Basilicata e Puglia, per invitare il Ministero dell’Agricoltura, gli organismi regionali, compreso l’Arpacal, il compartimento marittimo di Crotone, a provvedere urgentemente alla tutela ed al ripopolamento, con tutti i mezzi necessari, di un’area ricca per la qualità e la quantità di specie ittiche presenti, e naturalmente per bloccare la pesca a strascico abusiva, da parte di pescatori pugliesi che, con vere e proprie incursioni addirittura lanciano vetriolo nello specchio di mare della Secca per impedire ai colleghi locali di impiantare le loro reti regolamentari.

«Va consolidata e più attentamente monitorata, intorno al perimetro della Secca, una fascia di rispetto per proteggere la fauna e la flora marina, che presenta anche del raro corallo nero e verde. L’oasi naturale, distante una quindicina di Km dalla costa di Amendolara, di forma circolare e con una superficie di 31 Kmq, si erge da 200 metri di profondità, sino a circa 20 metri dalla superficie.

Ciò sarebbe utile per rilanciare quella parte di Ionio quale fattore identitario e giocarlo in chiave turistica di qualità (immersioni guidate, pesca sportiva ed altro), attivando quella che viene definita “blue economy”, incrementando la piccola pesca, favorendo tutto l’indotto possibile in termini sia di accoglienza a terra con B&B e altri tipi di locali turistici, sia di attrezzature per la permanenza in mare, consentendo quindi uno sviluppo socio-economico con la creazione di decine di posti di lavoro cosiddetto “verde”, anche nel settore artistico-culturale».

Inviato dalla Segreteria dell'on. Franco Sergio

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