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Vangelo della Domenica di Pentecoste - 20 Maggio

pentecoste.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,26-27.16,12-15.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà».

Segue commento di don Michele Munno:

PENTECOSTE

20 MAGGIO 2018

La prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, racconta l’effusione dello Spirito sui discepoli che si trovavano “tutti insieme nello stesso luogo”.

È come se l’attesa del Dono fosse stata preparata dai discepoli attraverso lo sforzo di “stare insieme”. E il Dono dello Spirito “compie” e “perfeziona” lo sforzo dei discepoli.

Così, la “comunità” che è la Chiesa si costruisce attraverso un duplice movimento: l’impegno dei discepoli e il Dono dello Spirito!

Lo sforzo, l’impegno dei discepoli “predispone”, perciò, al Dono dello Spirito. In un certo senso ne è la condizione.

Tale impegno è sicuramente richiamato, nella seconda lettura, dall’invito a camminare.

Impegnandoci e camminando, infatti, andiamo in direzione dello Spirito.

Invece, se manca l’impegno, se non c’è sforzo, senza cammino restiamo – per utilizzare il linguaggio di san Paolo – “esseri carnali”.

Se ci impegniamo, se ci sforziamo, se ci mettiamo in cammino, lo Spirito ci renderà “esseri spirituali”!

Oggi, la Parola ci aiuta a fare il punto della nostra situazione personale e comunitaria.

Il doppio elenco che san Paolo ci propone, infatti, può aiutarci a fare un serio esame di coscienza.

Quali “frutti” sta dando la nostra vita personale e comunitaria?

Esaminiamo il primo elenco di opere: “fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere”.

Passando in rassegna queste “opere della carne” chiediamoci: quanto spazio trovano in me queste realtà? Come le alimento?

Lasciamoci riprendere da quanto san Paolo afferma: “Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio”! Chi le compie – e non si ravvede, non si sforza, non si impegna, non cammina ...! – non erediterà il regno di Dio! Perché alimenta l’anti-regno, quello del “nemico dell’umana natura”!

Il secondo elenco presenta i “frutti dello Spirito”: “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.

Questi frutti si ottengono attraverso lo sforzo, l’impegno, il cammino e sono Dono dello Spirito.

Chiediamoci: in quale elenco ci ritroviamo maggiormente? Domandiamocelo con grande onestà e verità!

E in questo santissimo giorno di Pentecoste imploriamo su di noi e su questa nostra Comunità una rinnovata effusione dello Spirito, accompagnata e preceduta dal nostro impegno, dal nostro sforzo di “camminare tutti insieme”.

Attraverso l’impegno e aprendoci al Dono dello Spirito anche noi, come i discepoli della prima lettura, parleremo quella lingua che tutti potranno comprendere!

Il linguaggio dell’amore, infatti, è universale!

Solo questo linguaggio comprensibile a tutti nella propria lingua ci permetterà - come ci ricorda Gesù nella pagina del Vangelo - di dargli “testimonianza”.

Tutti, infatti, sapranno che siamo suoi discepoli se avremo amore gli uni verso gli altri!

Vieni, Santo Spirito, correggi le nostre storture e riempici di Te! Amen.

(Nell’allegato il Foglio Informativo Settimanale della Parrocchia di San Giuseppe in Sibari)

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