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Cassano: Processione del Venerdì Santo "non s'ha da fare"

VENERDìsANTO 006.jpgE' inutile, ci provano sempre. E' mai possibile che quasi ogni anno si ripresenti  lo stesso problema a Cassano?

Nel titolo ho parafrasato la frase dei Promessi Sposi con la quale i "bravi" di don Rodrigo imponevano al povero don Abbondio di non celebrare il matrimonio tra Renzo e Lucia: "questo matrimonio non s'ha da fare". Questa volta i "don Abbondio" sono tanti, tutti i parroci del comune di Cassano, ma il tristo don Rodrigo chi é? Insomma mons. Savino ci prova di nuovo, questa volta fa andare in avanscoperta gli incolpevoli parroci che ubbidiscono diffondendo tra il "popolo di Dio" la letterina che pubblichiamo per intero nell'allegato. La nostra processione è una tradizione antica, non so a quale secolo risalga, non sarebbe comunque difficile scoprirlo, ma non è questo l'assillo odierno, piuttosto la mia domanda è un'altra: "Tutto il fervore dei cassanesi per la processione è vero "fervore religioso"? Se si, come mai ogni anno ci sono sempre difficoltà a trovare portatori per le "varette"? Diciamo la verità, quelli che seguono la processione per tutte le sei o sette ore sono veramente pochini, la maggior parte è presente alla partenza, all'uscita della Madonna, la segue per un po', poi va a casa per il pranzo (lauto anzicheno, come vorrebbe la giornata di dolore e di lutto) e poi si torna a godersi lo "spettacolo" ai gironi. Credo che di FEDE ce ne sia veramente pochina. Cassano, forse, é l'unico paese dove Cristo muore di giorno, processioni simili ce ne sono molte nel sud, ma la conclusione è sempre di notte e non di giorno.

processione_1960.jpgSe la tradizione, comunque, ha da essere rispettata, va bene, non si può però improvvisare all'ultimo momento la sua organizzazione, bisogna iniziare almeno 3 mesi prima e in tanti dovrebbero presentarsi con gioia per il compito di "portatori" delle varette, ma sappiamo bene che in tanti invece, vogliono stare alla finestra e pochi sono coloro che con vero senso di Fede si accollano il gravoso compito. Ciò non toglie che, se pur il numero di fedeli veri sia esiguo, la processione non debba farsi come tradizione vuole, se non sbaglio, anche Papa Francesco ha recentemente detto: "...la pietà popolare è il sistema immunitario della Chiesa, ci salva da tante cose!” ...  e ancora ... “E' necessario mantenere viva la pietà popolare e non dimenticare quel gioiello che è il numero 48 dell’Evangelii nuntiandi, dove san Paolo VI ha cambiato il nome: da ‘religiosità popolare’ a ‘pietà popolare'”. 

Allora penso che invece di trovare sotterfugi "infantili" - mi scusino i parroci, il vicario foraneo ed il vescovo - per tentare di smantellare una tradizione secolare, non sarebbe forse più saggio incentivare la partecipazione alla nostra Processione, magari inserendo qualche "novità", che sia sempre in linea, ovviamente, con il significato profondo della Celebrazione della Morte di Gesù? Non sta a me indicare cosa, ma forse nelle sucitate frasi di Papa Francesco c'é la risposta giusta. Perchè non meditarle un pò?

Antonio Michele Cavallaro

(Le foto d'archivio sono di passate edizioni: la prima è del 2009, la seconda del 1960)

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