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Sono cristiano, non islamofobo

syracuse.jpgRecentemente a Syracuse nello stato di NY una chiesa cattolica è stata ceduta dal vaticano ai musulmani, che ne hanno fatto una moschea. E' accaduto che il quartiere abitato fino a qualche anno fa da immigrati di origine tedesca e italiana é diventato zona d'immigrati islamici dall'Asia e dall'Africa, i quali lungi dall'essere coinvolti nella Fede Cristiana, hanno chiesto e ottenuto che una delle chiese cattoliche divenisse moschea. Nonostante l'appello degli ancora numerosi fedeli locali alla diocesi ed al vaticano, il passaggio è avvenuto.

I due bei campanili ora sono minareti, le croci sono state cancellate e al loro posto fanno bella mostra di se delle grandi mezzelune. Personalmente riteniamo giusto che sia data libertà di culto in un paese civile, ma questo deve essere reciproco. I cristiani vengono ancora trucidati ovunque l'Islam la fa da padrone e non venitemi a raccontare che vi sia un Islam moderato e un Islam radicale, questa è una favoletta che salta fuori ogni volta che accade un atto di terrorismo, gli islamici che vivono in occidente (neanche tutti tra l'altro) immediatamente si premurano di divulgare dichiarazioni di pace e di estraneità ai tragici fatti di sangue che loro correligionari hanno freddamente eseguito in nome dello stesso dio. Questo è artatamente voluto, in modo che noi occidentali ci facciamo convinti che quelli che stanno da noi non sono come gli altri e a poco a poco permettiamo loro di insinuarsi nella nostra vita e guai a dire anche una sola parolina di disapprovazione, immediatamente si è tacciati di "islamofobia". A tal proposito mi è capitato sott'occhi un interessante articolo del prof. Pietro Ortelli sull'edizione di ieri del portale svizzero "L'Osservatore" dal titolo "Le derive del politicamente corretto"  nel quale le mie considerazioni di cui sopra vengono esplicitate in termini sicuramente più idonei, vi invito cari frequentatori assidui del nostro portale a leggerlo attentamente, lo trovate nell'allegato a piè di pagina. Quì non c'entrano gli sbarchi degli immigrati, si tratta di difendere la nostra identità storica e culturale nei confronti di chi viene accolto in occidente e che, approfittando della libertà che le nostre costituzioni concedono a tutti, tentano di minare dalle radici in nome di certi discutibili principi religiosi, ciò che è stato conquistato in secoli di scontri talvolta rudi ma che hanno portato alla convivenza civile e democratica.

La redazione

 

 

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