"The Alto Knights – I due volti del crimine", film molto atteso che sarà nelle sale cinematografiche in Italia dal 20 marzo, segue le vicende di due dei più noti boss della criminalità organizzata di New York, Frank Costello e Vito Genovese, intenti a contendersi il controllo delle strade della città. Con il grande Robert De Niro che interpreterà sia Genovese che Costello".
Così inizia l'articolo del giornalista Gianfranco Bonofiglio sul giornale online che dirige lavoceromana.it, nel quale, annunciando la prossima uscita del film su due dei più noti capi della "mafia" neworchese, fa riferimento al libro sulla vita di Franck Costello di cui noi nel 2023 abbiamo scritto su questo sito. Il libro "Nella jungla di Brooklin" é stato scritto dal compianto nostro giornalista Giuseppe Selvaggi che ha riportato i ricordi di uno dei migliori collaboratori di Costello, Franck Rizzo, vissuto a Lauropoli fino alla sua morte dopo essere stato espulso dagli USA. (Cliccare quì per leggere l'articolo di Bonofiglio).
Approfitto dell'occasione per raccontare il malugurato "incidente" in cui incorse "u prufissur" (nomignolo affibbiato al Rizzo dallo stesso Costello per avere conseguito prima di andare in America il diploma delle magistrali) che gli costò il rimpatrio forzato. Appena giunto negli Stati Uniti Francesco Rizzo andò a trovare il suo "compaesano" Costello, al quale piacque parecchio il suo modo forbito di parlare e di porgersi rispetto alla "truppa" ai suoi ordini, così entro in confidenza con il boss fino a diventarne uno dei suoi più fidati "consigliori". Il suo ruolo gli permetteva una certa capacità d'azione e dopo qualche anno approfittando della sua posizione economica privilegiata tentò di far entrare negli USA alcuni suoi amici, cosa che gli riuscì fino a quando cercò di ripetere l'operazione con un suo cugino facendolo passare dal Canada, la cosa era quasi andata a buon fine, ma, purtroppo proprio in quel periodo gli uffici anti-immigrazione tenevano sott'occhio tutti gli italiani facenti parte del giro che contava, così quando lo sprovveduto cugino fu intercettato dai poliziotti dichiarò ingenuamente di essere arrivato fin lì per i buoni "uffici" dell'importante parente. Le autorità non persero tempo e li rimpatriarono entrambi. Così Franck Rizzo "u prufissuri" torno al suo paese in soggiorno obbligato per alcuni anni. Vani furono i tentativi di rientrare, si avvalse anche dei buoni uffici del vescovo di Cassano dell'epoca mons. Raffaele Barbieri, ma fu tutto vano, tant'é che poi, credendo che il presule non avesse fatto quel che gli aveva promesso, ne divenne avversario. Avevo circa undici anni quando lo conobbi e mi impartì alcune lezioni d'inglese che, come ho già raccontato in altra occasione, non sortirono risultati decenti, perchè lui finiva col raccontarmi episodi curiosi e simpatici della sua vita a New York.
Non mi resta ora che ringraziare l'amico Gianfranco Bonofiglio ed aspettare il film con Robert De Niro per rivivere sullo schermo quegli anni molto particolari di una parte degli italiani d'America.
Tonino Cavallaro