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A proposito di Giubileo, manca quello degli "artisti" nella diocesi di Cassano

enzo palazzo“Pellegrini di speranza”: questo è il motto scelto da Papa Francesco per il Giubileo dell’anno 2025, questa è la stella cometa che deve guidare i passi dei pellegrini.

Leggendo il calendario GIUBILEI IN DIOCESI, ho notato che non vi è nessuna data indicata per il Giubileo degli Artisti, mi ha lasciato molto perplesso, essendo un artista di questa città Cassano all’Ionio e di questa Diocesi.

Allora ho pensato di condividere con voi queste riflessioni:

La grande sfida dell’artista è quella di “carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità”. Così il 7 maggio 1964, Paolo VI nella cappella Sistina si rivolgeva agli artisti da lui convocati per riprendere un dialogo, anzi, per ristabilire – come ribadiva – un’alleanza nuova tra l’ispirazione divina della fede e l’ispirazione creatrice dell’arte.

Come confessava il grande pittore catalano Joan Mirò, l’arte non ha il compito di descrivere il visibile, ma di cogliere nel visibile l’invisibile. Anche un poeta, Jules Laforgue, nei suoi Complaintes, proclamava che “l’Arte è Inconnu”, l’Ignoto, il Mistero”. Si deve, invece, riconoscere che da tempo l’alleanza tra fede arte si è infranta. L’arte ha lasciato il tempio, ha regalato su uno scaffale polveroso le grandi narrazioni bibliche, i simboli, le figure, le parabole sacrali e si è avviata lungo le strade “laiche” della contemporaneità. Ha abbandonato la concezione secondo la quale l’opera artistica incarna una visione trascendente dell’essere, anzi, “crea un mondo” per usare le parole del filosofo Heidegger, e si è sostanzialmente dedicata a sperimentazioni di linguaggio, a complesse ricerche stilistiche, a elaborazioni autoreferenziali e persino a pure e semplici provocazioni. Queste vie non si protendono verso nessuna meta, a differenza di quei tentativi che il Novecento aveva esperito, apparentemente scardinato la grammatica estetica tradizionale, ma con l’attesa di una nuova epifania di bellezza e di mistero.

     Tanto per fare un esempio, si pensi solo alla musica dodecafonica e ai suoi sorprendenti risultati, oppure all’arido taglio della tela operato da Lucio Fontana che si trasforma, però, in “uno spiraglio per intravedere l’Assoluto”. Ora questo non accade più perché teme sempre che sia in agguato la dedizione funzionale e servile dell’arte a un messaggio, a una “verità”, a una “bellezza”. Il pittore George Braque in modo folgorante affermava nel suo saggio il giorno e la notte che “l’arte è fatta per turbare mentre la scienza rassicura”. Ora l’arte vuole ancora turbare, ma lo fa solo scandalizzando e provocando, non più inquietando le coscienze, le menti e i cuori, costringendoli ad affacciarsi sull’abisso dell’infinito, dell’Oltre, dell’Altro.

     “E’ la bellezza disinteressata, senza la quale il Vecchio Mondo era incapace di intendersi. Essa, però, ha preso congedo in punta di piedi dal mondo moderno degli interessi, per abbandonarlo alla sua cupidigia e alla sua tristezza”. Così iniziava forse con un certo pessimismo il suo capolavoro teologico Gloria uno dei massimi esponenti della teologia del Novecento, HANS URS von Balthasar, segnando una linea di demarcazione tra la classicità cristiana con la successiva tradizione estetico teologica e la modernità.

     IL divorzio tra bellezza e fede si è consumato in tante forme diverse. Da un lato, in ambito ecclesiale spesso ricorsi al ricalco di moduli, di stili e di generi delle epoche precedenti, oppure ci si è orientati all’adozione del più semplice artigianato o, peggio, ci si è adattati alla bruttezza che imperversa nei nuovi quartieri urbani nell’edilizia aggressiva innalzando edifici sacri simili, come sarcasticamente diceva padre DAVID M. TUROLDO, a garage sacrali ove è parcheggiato Dio e davanti a lui vengono allineati i fedeli.

     Di fronte a questa divaricazione tra la fede – o più genericamente la trascendenza – e l’arte, divaricazione che non può essere colmata con il mero ricalco degli stili e delle espressioni di un passato glorioso, Benedetto XVI ha voluto riproporre – nelle attuali coordinate culturali lontane quasi un mezzo secolo da quelle del 1964 – un nuovo incontro con gli artisti, nella gamma variegata che tale termine comporta e che ora va oltre pittori, scultori, architetti, letterati, musicisti, comprendendo le nuove arti come il cinema, la video – art il design e così via. Così è stato il 21 novembre 2009, nello stesso fondale della Sistina, che ammutolisce e incanta con la sua testimonianza di bellezza e di spiritualità suprema, il Papa ha interessato con il suo dialogo la speranza che risorga, “un’alleanza feconda”, sulla scia anche di un’altra memoria particolare. Infatti, il giorno di Pasqua del 1999, il 4 aprile, Giovanni Paolo II indirizzava una sua lettera agli artisti, “ per confermare la sua stima e per contribuire al riannodarsi di una più proficua cooperazione tra l’arte e Chiesa”.

     L’incontro dell’arte con la liturgia e la spiritualità ha generato quello straordinario patrimonio che ha abbellito secoli e secoli di storia occidentale. Il famoso archeologo dell’Oriente cristiano, Guillaume de Jerphanion, aveva intitolato la sua trilogia sulle chiese rupestri della Cappadocia così: Voix des monuments. Si, non solo quegli affreschi e quelle architetture mirabili, ma ogni espressione d’arte, di letteratura, di musica e persino di un certo cinema a noi vicino – si pensi a Bresson, Dreyer, Bergman, tanto per evocare una celebre triade – diventa voce che ci conduce “all’eterno dal tempo”, per usare un’icastica dantesca (Paradiso, XXXI, 38).

     In realtà, il linguaggio simbolico tiene compatta in sé la verità e la sua espressione. E’ significativo che un teologo del rilievo di Marie Dominique Chenu ribadisse, nella sua Teologia del XII secolo, la necessità di riservare attenzione alle opere artistiche, sia letterarie, sia plastiche, sia figurative, perché esse non sono “soltanto illustrazioni estetiche, ma dei veri luoghi teologici”. Ritorniamo, così, al punto di partenza del mio ragionamento, cioè alla convinzione della possibilità, o meglio, della necessità dell’incontro tra l’artista e la trascendenza, tra la bellezza e la fede, strutturalmente legate tra loro da una consonanza naturale, perché tese a esprimere il senso ultimo dell’essere, a svelare l’epifania del mistero, a conquistare l’infinito e l’eterno, a varcare il velo della superficie per intuire il segreto ultimo della realtà. “Estetica”, infatti, deriva dal greco àisthesis che è la “percezione”: ecco, è discernere il lato spirituale di ogni atto sensibile, è decifrare il “senso spirituale” che si cela in ogni gesto, evento, realtà che vengono percepiti ed espressi “sensibilmente”.

La premessa di questo “viaggio” attraverso le opere d’arte che testimoniano la Fede non può che essere religiosa, accompagnandosi all’evento del Giubileo con le motivazioni che spingono i cattolici a celebrare il momento solenne del riscatto e del perdono. La cultura cattolica lo ha sempre fatto attraverso le immagini di culto, fondamentali nella ricerca del Divino nell’esempio alto di altri esseri umani, che diventano, con le loro vite, esemplari e quindi da imitare nelle loro virtù cristiane. Il racconto di queste storie si è perpetuato concretizzandosi in icone venerate fin dai tempi più antichi del Cristianesimo.

Peccato, avete perso un occasione, un momento dedicato a noi artisti poteva costituire un’occasione di riflessione sulle capacità dell’arte e del pensiero speculativo di sondare i misteri della fede e di avvicinarsi alla comprensione del senso della vita in chiave religiosa. Potevamo sottoscrivere insieme un manifesto di “verità e bellezza” da contrapporre alla bruttezza che imperversa, riproporre e ristabilire anche qui nella nostra DIOCESI quell’antica alleanza con noi artisti.

E’ ciò che lo scrittore Herman Hesse delineava in modo esplicito nel suo saggio su Klein e Wagner, ricorrendo a questa definizione: “Arte significa: dentro a ogni cosa mostrare Dio”.                

Artista

Enzo Palazzo                                            

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