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Possibile diabolica macchinazione col ponte di Genova?

Tiranti neri d'aciaio aggiunti.jpgIl mio caro amico Giulio Andreotti, appassionato lettore dei miei saggi, mi diceva che io sapevo leggere non solo tra le righe della storia, ma oltre.

L’altro amico Rino Monaco, già Questore di Roma e Prefetto, quando era Commissario per la lotta al racket, mi mise in guardia sulle grandi questioni di urbanistica di cui mi stavo criticamente occupando dicendomi che “quelli sono capaci tutto”.

Bene, secondo me, come in un giallo, si potrebbe verificare una diabolica macchinazione col ponte di Genova.

La vittima, oltre ai poveri 43 innocenti, potrebbe essere la Verità, e Renzo Piano, in questo caso, avrebbe l’ulteriore 44esimo palo lampione da ergere sul suo progettato (di gia?) ponte sostitutivo del crollato (anche se io eviterei questa macabra scenografica  “impalatura” e lascerei riposare in pace quegli incolpevoli) .

Il movente, o possibile macchinazione, potrebbe essere quello di sollevare Autostrade dalla responsabilità del crollo, addossandola al Ministero delle Infrastrutture; smontare quindi le accuse espresse da Di Maio e Toninelli; recuperare la piena titolarità della Concessione, dei lavori di demolizione e della costruzione del nuovo ponte (il progetto già c’è); non solo ma, trascinando il governo nel discredito, causarne la caduta con il recupero alla destra di Salvini, campione di consenso e meno esposto nella questione.

Il modo. Concentrare l’attenzione investigativa sulle ultime vicende di fine 2017 inizio 2018, cioè i solleciti di Autostrade al Ministero a rilasciare i permessi per procedere ai lavori di rinforzo, evidenziando così che la ritardata e mancata autorizzazione avrebbe, di fatto, causato la situazione di crollo.

E tutto questo per evitare che si metta in evidenza la vera questione cruciale della questione, cioè che quando, anni fa, si manifestò la debolezza dei 12 tiranti in cemento precompresso (progetto scellerato), Autostrade rinforzò con tiranti d’acciaio solo i primi 4, rimandando, per motivi di risparmio, il necessario ed ovvio contestuale rinforzo degli altri 8, i quali, ovviamente, erano nelle stesse condizioni di degrado dei primi 4 (forse solo leggermente più sollecitati dall’inserimento in spinta di frenata diagonale dei veicoli in arrivo dalla carreggiata della A7).

Ecco la pistola fumante che nei gialli compare nelle mani dell’assassino: i neri tiranti d’acciaio, ben visibili nelle foto, sui tiranti del primo pilone.

L’opportunità. Ovviamente tutti i titolari di grandi imprese non sono sprovveduti, o meglio, disponendo di grandi risorse economiche, si possono assicurare consulenti di alta e scaltra capacità strategica.

Non solo, ma, sempre per le suddette grandi risorse disponibili, sono in grado di “influenzare” molte delle pedine che entrano in gioco in tali frangenti.

Mi auguro, anzi sono sicuro, che la Magistratura inquirente saprà smascherare l’eventuale diabolica macchinazione, e perseguire i veri colpevoli, come sempre accade nei capolavori della letteratura gialla.

Maurizio Silenzi Viselli

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