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Sibari: Rappresentazione di un disagio nascosto sotto il tappeto

sibaritide

Il termine Σύβαρις (Sybaris) si vuole sia nato dalla congiunzione di due parole greche Sun (Insieme) e Baros (gravità, peso, importanza - a seconda dei casi può assumere significati diversi) e che sia stato il nome di un fiume in una zona dell’Acaia, poi riportato quì ed assegnato ad un altro fiume che oggi sarebbe il Coscile, è probabile; importante è che questo nome sia stato dato successivamente alla città che gli Achei edificarono sul territorio. Quindi una città che fu costruita da un gruppo di Greci misti a Trezeni e probabilmente ad altri popoli di minore importanza, tutti INSIEME in una zona BARICENTRICA, IMPORTANTE, il significato può essere questo. Giusto solo per ricordare che tutta l’area da Cariati a Rocca Imperiale era Sybaris, non solo la città. Oggi si parla di Sibaritide come area geografica dai confini non ben definiti, il termine non era utilizzato dai Greci è stato letteralmente inventato dai moderni per raggruppare simbolicamente i vari comuni ricadenti sotto il controllo della polis arcaica ma senza che ciò abbia creato un’identità ben precisa, come invece è avvenuto per il “Salento”, divenuto invece un “marcatore identitario”. Detto ciò, torniamo con i piedi per terra nel 2024 e parliamo delle vicissitudini della Sibari di oggi, frazione, purtroppo, del Comune di Cassano Jonio con l’interessante comunicato che il Movimento Articolo 21 ci ha inviato. (La redazione)

Abbiamo spesso messo a fuoco la situazione in cui versa attualmente la nostra Sibari. 

È noto ormai da sempre che questo lembo di territorio è stagnante e reso refrattario da una politica cieca, rispetto ad una potenziale crescita sia in ordine allo sviluppo di un nuovo assetto urbanistico e non meno importante riguardo ad un progresso delle condizioni economiche. 

Sibari conosciuta in tutto il mondo per la sua grande storia, ricordata su molti testi come la più magnificente delle colonie greche, la più prosperosa e fiorente in termini di ricchezza, infatti le venne attribuita la supremazia su tutte le città vicine e raggiunse una popolazione di oltre 300.000 abitanti.

Avanzatissima nel campo del commercio produceva olio e vino, si pensò di costruire addirittura un vinodotto in grado di condurre i preziosi prodotti donati dalla natura dalle campagne al porto per garantirne l’approvvigionamento facilitando l’immagazzinamento e il trasporto per gli scambi nel mercato.  

Si racconta, inoltre, che i Sibariti fossero amanti dei bei vestiti e del buon cibo, organizzando spesso banchetti a spese dello Stato, unico vezzo che abbiamo ereditato dalla storia.

Ma tornando ai giorni nostri, continuiamo a denunciare di anno in anno la carenza di infrastrutture utili e importanti per portare lo sviluppo all’interno di questo centro. 

Secondo il nostro modo di vedere è estremamente necessario cercare di omogeneizzare il territorio eliminando definitivamente quei confini fisici definiti dai canali di scolo, punto centrale del programma di ArticoloVENTUNO.

Avremmo voluto dire di voler mettere al centro le periferie come spesso riportano i programmi di tanti Paesi ma noi non possiamo farlo perché anche il centro è stato abbandonato. 

Un’opera abbastanza semplice da realizzare è la copertura dei canali ora citati: l’esempio tangibile che tutto ciò può essere compiuto ce lo ha reso evidente l’amministrazione della vicina Villapiana, dove tali interventi si sono concretizzati e gli effetti benevoli sono sotto gli occhi di tutti, tranne dei nostri amministratori, i quali vogliono nascondere questo disagio sotto il tappeto e preferiscono sperperare risorse in opere che seppur migliorano apparentemente l’aspetto del centro abitato, non ne conferiscono crescita e sviluppo.

Non dimentichiamo che nelle entrate delle casse comunali, una grossa fetta deriva dal versamento di IMU di seconde case e tassa di soggiorno.

Per tale ragione sarebbe auspicabile prevedere un’ulteriore opera che si rende estremamente necessaria, ovvero, un collegamento diretto al mare di tutta l’area soprastante la rete ferroviaria. 

Un progetto preliminare per rendere visibile a colpo d’occhio l’effetto dell’operazione pensata è in fase di elaborazione da parte di alcuni tecnici amici e molto presto lo renderemo pubblico.

Un simile intervento garantirebbe l’accesso ed una presenza più massiccia di flussi di persone. 

Questo programma configurerebbe senza dubbio un asset innovativo e di volano per lo sviluppo di tutto il territorio. 

Il mercato degli affitti stagionali sarà veicolato anche nelle zone più interne conferendo qui una nuova speranza di crescita economica.

Ad oggi questa ipotesi non è minimamente pensabile perché, qualsiasi individuo che volesse raggiungere il mare partendo da Sibari Stazione sarebbe costretto a percorrere un tragitto estremamente fastidioso in quanto seppur le alternative sono due, conducono entrambe allo stesso risultato cioè ad uno svincolo sull’attuale SS106 per poi proseguire fino ad un ulteriore svincolo per l’accesso al mare. 

È vero il nostro Comune gode di risorse limitate, ma i fondi del PNRR sono stati programmati per garantire la realizzazione di opere altrimenti irrealizzabili. 

Spendere queste ingenti risorse deve obbligatoriamente condurre al miglioramento di una condizione difficile, conducendo il territorio ad un ribaltamento della situazione odierna per cui la spesa deve essere oculata e mirata in modo da generare una forte aspirazione crescita e sviluppo, deve insomma essere un investimento per il futuro dei nostri giovani. 

Nella speranza che trovino anch’essi l’ispirazione giusta, lume di convinzione per restare nel luogo in cui sono nati e cresciti, ponendo così contrasto alle ondate di spopolamento continuo. 

In sostanza ci piacerebbe identificare Sibari come una connessione territoriale con duplice funzione che sia allo stesso tempo memoria storica e perciò porta di accesso agli Scavi e in più biglietto da visita e presentazione all'ingresso al comune di Cassano Ionio.

Associazione politico-culturale ArticoloVENTUNO.

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