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Truffe a livello nazionale tramite Whatsapp e Youtube, coinvolte persone della sibaritide

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truffa attenzione.pngNelle ultime settimane mi era giunta notizia di  truffe tentate da parte di organizzazioni criminali, operate tramite whatsapp e youtube, avevo prestato poca attenzione fino a quando un amico mi ha raccontato di aver ho ricevuto un messaggio tramite wahtsapp da un numero proveniente dall'India. In un discreto italiano era stato invitato ad una collaborazione poco impegnativa per incamerare qualche spicciolo, dopo la sua risposta affermativa nella quale chiedeva il da farsi, questa è stata la risposta:

"Questo è un lavoro part-time che non influisce sui tuoi altri lavori, il lavoro è semplice, devi solo mettere ""Mi piace"" a video di YouTube e inviare screenshot e verrai pagato. Paghiamo 3-6 euro per ogni compito. Puoi mettere ""Mi piace"" ai video nel tuo tempo libero e guadagnare fino a 50-400 euro al giorno. Basta cliccare su ""Mi piace"" e iscriverti. Per mostrarti come lavoriamo, ti darò 1 attività di test e dopo aver completato l'attività di test mi invierai uno screenshot. Riceverai 3 euro." ...." Ecco, secondo i requisiti di questo lavoro, devo farti alcune domande: 1. Qual è la tua vera età? Questo ci aiuterà a organizzare una quantità adeguata di lavoro per te!: 2. Usi l'applicazione Telegram sul tuo telefono? [Utilizza Telegram per contattare il Manager Commerciale e riceverai altri 3 euro di ricompensa, per un totale di 6 euro]

L'amico ha seguito le indicazioni che gli venivano date di volta in volta e dopo aver messo dei likes ad alcuni contenuti su Youtube gli é stato versato sulla sua postpay un ammontare totale di circa 23 Euro. A questo punto il manager che gli era stato assegnato chiese di versare su di un loro conto la cifra di 28 Euro che secondo loro avrebbe ricevuto indietro da lì a poco maggiorata di 8 Euro come premio alla sua "fiducia" (dabbenaggine) forse. Ovviamente non egli non ha aderito alla richiesta e, come era logico, non é stato più contattato. Gli ho consigliato di comunicare l'accaduto agli organi di polizia. 

Stasera mi giungeva per email il comunicato che segue in coda a questa mia nota. Pare che la truffa sta nel fatto di acquisire più informazioni possibili dalle persone contattate per utilizzarle poi per operazioni illecite future. Attenzione dunque a queste chimere che promettono facili guadagni. (Michele Sanpietro)

Coinvolta anche una 46enne rossanese nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Torino su una serie di truffe telematiche a livello nazionale perpetrate attraverso Whatsapp e Youtube.

Alla donna sono stati recentemente notificati sia un’ordinanza disposta in via d’urgenza sia un decreto di sequestro preventivo, emessi dal Giudice per Indagini Preliminari del Tribunale di Torino, poiché indagata unitamente ad altre due persone – un campano e un veneto – del reato di truffa aggravata. Secondo l’accusa, in concorso tra di loro e con ulteriori soggetti non ancora identificati, avrebbero truffato una donna contattata tramite Whatsapp e un’utenza telefonica estera, alla quale avrebbero offerto un’opportunità di lavoro in smart working che prevedeva l’apposizione di “like” su alcuni video pubblicati su YouTube. Per rafforzare l’apparente affidabilità dell’offerta, avrebbero corrisposto somme di denaro per tale attività, simulando così un contesto sicuro e credibile. Successivamente, le avrebbero proposto investimenti apparentemente vantaggiosi, inducendola in errore sulla loro reale affidabilità e sulla veridicità delle operazioni finanziarie. Ingannata da tali raggiri, la vittima avrebbe effettuato bonifici bancari per una somma ingente, parte della quale accreditata su un IBAN collegato a una Postepay intestata alla 46enne.

A tutti gli indagati si contesta, inoltre, l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo, di luogo o di persona tali da ostacolarne la pubblica e privata difesa, per via dell’utilizzo di strumenti telematici e a distanza.

Da qui il provvedimento emesso dal Gip con cui è stato ordinato il sequestro preventivo della somma indicata in denuncia dalla vittima e presente sulla carta Postepay intestata all’indagata. Nei giorni scorsi, inoltre, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino ha notificato alla donna, attraverso l’Ufficio di Polizia Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Calabria – Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale delle Comunicazioni Cosenza – una richiesta di interrogatorio nel corso del quale la stessa si è dichiarata estranea ai fatti in contestazione.

fonte: informazionecomunicazione.it