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Perché i migranti musulmani non vanno nei ricchi Paesi Arabi

ahmed-aboul-gheit.jpgE' la domanda che lo scorso mese di agosto è stata posta da una giornalista cinese ad Ahmed Aboul Gheit, presidente della Lega Araba (nella foto a lato)una domanda che ci siamo posti spesso anche noi, visto che la maggior parte di coloro che chiedono asilo sono di religione musulmana. L'intervista è stata pubblicata sul quotidiano on-line svizzero LES OBSERVATEURS.CH, in lingua francese, vi invitiamo a leggere l'intera nota della quale noi abbiamo tradotto solo una parte, il link lo trovate in coda al seguente articolo.

Fra le tante risposte quella che ci ha colpito maggiormanete è stata questa:  "Nel momento in cui i migranti attraversano le nostre frontiere e domandano asilo devono firmare un documento che li obbliga a rispettare tutte le leggi e i doveri  del nostro paese, nel quale si precisa che in caso di violazione  di quell'accordo essi saranno condannati con una procedura accelerata alle stesse pene previste per la popolazione locale (che per casi gravi prevede anche la pena capitale) e saranno reinviati nei loro paesi d'origine immediatamente dopo aver scontato la pena. Nello stesso tempo facciamo firmar loro un accordo nel quale viene stipulato che l'aiuto finanziario che riceveranno per la loro integrazione nel nostro paese  dovrà essere integralmente rimborsato entro i successivi due anni, nell'inadempienza  gli saranno confiscati i loro beni e saranno infine espulsi definitivamente dal nostro paese".

Lasciamo perdere tutte le castronerie che vengono scritte e dette in questi giorni in Italia che hanno il solo scopo di attirare la pubblica opinione verso i vari schieramenti politici, alla base di tutto è chiaro che è necessaria una politica seria e severa per poter accogliere in tranquillità chi veramente ha diritto di asilo.

Per leggere l'articolo originale cliccare quì.

Michele Sanpietro

 

 

 

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