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La festa del Papà vista dalla psicoterapeuta Elisa Caponetti

elisa caponnetti.jpgC'é qualcuno che vorrebbe eliminare la Festa del Papà, siamo ancora una volta ai limiti dell'assurdo, molto più ragionevolmente ecco cosa ne pensa la psicoterapeuta Elisa Caponetti.
"Apprendo con piacere che la posizione inizialmente assunta pochi giorni fa dalla Preside di una scuola di Viareggio in merito all’annullamento della festa del papà è stata all’ultimo rivista, ripristinandone la celebrazione. Inizialmente aveva motivato la sua decisione affermando che “La famiglia modello non esiste più” e aveva aggiunto che “non tutti i bambini hanno un padre, per questo abbiamo deciso di annullare la festa del papà a scuola”. Si è arrivati a considerare una famiglia modello, quella costituita da due genitori: una mamma e un papà. Ma non è mia intenzione certamente fare considerazioni ideologiche, sociali o politiche ma semplicemente attivare delle riflessioni. Certamente la società è cambiata e con essa si sono modificati i modelli familiari (esistono le famiglie monoparentali, quelle ricomposte e ricostituite, quelle arcobaleno) e c’è anche chi un genitore non ce l’ha più perché lo ha perso o non lo ha mai avuto in quanto non è stato riconosciuto sin dalla nascita. Per proteggere alcuni da un’esposizione al vivere una possibile frustrazione, si puniscono in un certo qual modo tutti gli altri, pensando di andare ad eliminare una festività finalizzata a celebrare i papà. Occorre interrogarsi sul significato di tutto ciò e sulla deriva verso la quale stiamo andando. È davvero necessario proteggere i nostri figli in questo modo? Evitargli il confronto con un dolore o con un’assenza? Impedirgli la comparazione con chi vive una condizione diversa dalla propria? Siamo inoltre abituati a confrontarci con situazioni che implicano diversità. Davvero pensiamo che omologarci ad una standardizzazione sia la soluzione perseguibile? Al di là della presenza o assenza di un genitore, la questione è ben più complessa. Ci confrontiamo quotidianamente con persone che vivono una condizione diversa dalla nostra. Quel possibile dolore che si pensa di evitare a scuola, lo si vive comunque fuori e ciò rende ancor più doloroso e difficile l’integrazione tra le due realtà. Non è questa la protezione di cui si ha bisogno. Viviamo in una società in cui gli individui sono sempre più fragili e sofferenti. Ricordiamoci che i dolori e le frustrazioni aiutano ad acquisire consapevolezze importanti e favoriscono uno sviluppo ed una crescita sana e più equilibrata. Auguri quindi a tutti i papà! "

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