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“La politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri”

Cristo tentato dal diavolo.jpg(Il titolo dell'art. è tratto dalla lettera di San Paolo VI; Papa in “Octogesima Adveniens” nell'80° anniversario della "Rerum Novarum")

(Immagine: "Cristo tentato dal diavolo" - dipinto di Mattia Preti 1613-1699)

Il nostro amato vescovo mons. Francesco Savino, tutti i giorni al mattino mi onora inviandomi un “Caffè Spirituale” – una nota contenente il Vangelo del giorno insieme ad alcuni commenti e meditazioni di sapienti della Chiesa. La cosa si protrae da qualche anno e mi fa molto piacere, perché mi permette di avere a disposizione e di meditare su di una lettura evangelica ogni giorno e non soltanto quella della domenica durante la SS Messa. Per questa sua gentilezza non lo ringrazierò mai abbastanza.

La lettura del Vangelo di ieri e quella di un bell’articolo di Giovanni Palladino sul quotidano “Il Domani d’Italia” mi ha indotto ad una riflessione che esternerò fra poco, intanto permettetemi di farvi conoscere i due brani che mi hanno particolarmente colpito:

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,1-12). - «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati "rabbì" dalla gente….”

L’incipit dell’articolo di Giovanni PalladinoPredicare il Vangelo sono parole. Testimoniare il Vangelo sono fatti. Adriano Olivetti non dimenticò mai un consiglio di suo padre Camillo: “Ricordati che la luce della verità risplende soltanto nei fatti, non nelle parole”. Lo slogan preferito da don Sturzo era: “Res non verba”. E non faceva mai prediche politiche dall’altare; agiva nel concreto della vita testimoniando con i suoi fatti la “Bella Notizia” del Vangelo. Per lui la prima regola del buon politico è servire non servirsi

Messi a confronto, i due testi, lanciano un monito chiaro che con parole diverse vogliono significare: badate ai fatti ed ai comportamenti e non alle parole di chi vuole proporsi a vostra guida.

Nel passo evangelico in cui si legge “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri* e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze” - e nelle frasi citate da Palladino: : “Ricordati che la luce della verità risplende processione vescovo, papasso e comandante.jpgsoltanto nei fatti, non nelle parole” e “la prima regola del buon politico è servire non servirsi”, si enunciano dei principi che sono esattamente l'opposto di taluni comportamenti di certi politicanti, giusto per esemplificare, simili a quelli che governano Cassano da 10 anni, che osano finanche approfittare di festività religiose, delle quali si sono sempre altamente disinteressati, per far bella mostra di sé e questo probabilmente carpendo la buona fede di ministri del culto.

Riflettiamo sulle tante chiacchiere e i tanti proclami lanciati dai palchi, attraverso la stampa o in convegni e incontri e confrontiamoli con i fatti:

Tasse e tributi alle stelle per i cittadini mentre aumentano al massimo consentito i loro appannaggi o piazzano all'interno della pubblica amministrazione donne e uomini loro sodali o peggio, non badando alle loro capacità professionali ma solo al loro livello di servilismo, accondiscendenza e "disponibilità".

Queste sono solo alcune delle “delicatezze” usate nei confronti del “bene comune”, il loro naturalmente, a discapito del popolo; proprio come recita il Vangelo: Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito”.

Ci sarebbe tanto altro da “esporre al pubblico ludibrio”, ma oggi anche il senso della vergogna sembra non sia più di moda, anzi in tanti apprezzano costoro con una frase tipica di questi tempi: “ci sanno fare”, quasi invidiandoli e magari pronti ad agire come loro: un esempio magnifico di etica, di morale e di rispetto per la legalità di cui spesso si auto-proclamano paladini. Meditate gente, meditate e che il Signore vi illumini.

Antonio Michele Cavallaro

Libero pensatore

*i filatterî, corrispondente all'ebr. tĕfillīn) sono due capsule di cuoio contenenti strisce di pergamena con iscritti passi del Pentateuco, che gli ebrei portano, legate con cinghie, una al braccio sinistro e l'altra al capo durante la preghiera. -  “Filatteri e frange”, è anche un modo per stigmatizzare i comportamenti di chi vuole apparire un devoto credente mentre invece se ne infischia di qualsiasi CREDO, e finge per ottenere approvazione e consenso.

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