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Napoli. Un "pellegrinaggio artistico" offerto dallo scultore JAGO

Jago-Pieta (2).jpgL’amministrazione di Napoli ha appena presentato un ambizioso e diffuso programma di arte pubblica e mostre che nei prossimi mesi porterà i linguaggi contemporanei a beneficio del capoluogo partenopeo, per una valorizzazione del sistema turistico, ma ancor prima con l’intento di rigenerare la città, a vantaggio di chi la vive ogni giorno. Più imminente, però, è il debutto di un’iniziativa che per certo regalerà a Napoli una nuova meta di “pellegrinaggio” artistico. A presentarla è JAGO, al secolo Jacopo Cardillo (Frosinone, 1987), scultore del marmo e grande comunicatore di se stesso e della sua arte. Forte di una formazione da autodidatta, l’artista è stato recentemente protagonista di mostre di grande successo, dalla prima personale organizzata a Roma, in Palazzo Bonaparte, alla collettiva "Jago, Banski, TVBoy e altre storie controcorrente" andata in scena a Bologna a cavallo tra 2022 e 2023. A Napoli ha scelto di insediare il suo studio, nella chiesa barocca diSant'Asdpreno ai Crociferi  (intitolata al primo vescovo di Napoli), all’ingresso del Borgo dei Vergini, nel rione Sanità. In un'intervista, a novembre scorso, Jago raccontava perché: “Nel quartiere Sanità c’è il futuro, c’è terreno fertile e creatività. Ho scoperto persone che si danno da fare; sono scultori dell’umanità, sono persone che plasmano materiale umano. È un luogo che ha tutte le carte in regola per essere uno dei centri culturali più importanti d’Italia, perché è una realtà che sta già vincendo tutto dal punto di vista della qualità e dell’accoglienza”.

Ecco perché, proprio alla Sanità, il prossimo 20 maggio, inaugurerà il Museo Jago: un’opportunità per riaprire al pubblico la Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi, dove l’artista ha lavorato a porte chiuse alla sua opera più celebre – la Pietà – e negli ultimi mesi è stato impegnato con la realizzazione di un gruppo scultoreo ancora inedito, raffigurante Aiace e Cassandra. La possibilità di trasformare lo studio in museo arriva grazie a una convenzione firmata con il Fondo Edifici Culto (FEC), con la collaborazione della Cooperativa La Paranza, che ha contribuito all’allestimento dello spazio e si preoccuperà di gestirlo, e di Don Antonio Loffredo, rettore della chiesa di Sant’Aspreno nonché fondatore della Paranza, figura molto popolare in città per l’impegno con cui, negli ultimi anni, ha saputo valorizzare il patrimonio e le energie della Sanità (di cui non è più parroco dallo scorso autunno, dopo vent’anni vissuti intensamente). 

Il museo esporrà la Pietà, rientrata a “casa” dopo la fortuna riscossa in giro per l’Italia, e anche il nuovo gruppo di Aiace e Cassandra; a queste si aggiungerà l’alternarsi continuo di opere che animeranno il percorso all’interno della chiesa. All’ingresso sarà inoltre allestito un infopoint turistico, fruibile 7 giorni su 7, che collegherà tutte le realtà già presenti sul territorio, rappresentando idealmente il punto di partenza di un percorso turistico nel Rione, “fatto di arte, bellezza, cultura e accoglienza”. “Sant’Aspreno riapre al pubblico, restituita, messa al mondo come un figlio, ancora una volta per accogliere” spiega Jago “Dietro i luoghi e i loro contenuti c’è sempre l’umanità di chi ha immaginato, quella di chi ha costruito, l’umanità di chi ha abitato e abbandonato, l’umanità di chi ha recuperato e quella di chi verrà”. L’ingresso sarà gratuito in occasione della serata inaugurale (sabato 20 maggio, dalle 18 alle 20), alla presenza dell’artista; mentre dal 21 maggio si potrà prenotare sul sito Catacombe di Napoli il biglietto, che permette di visitare anche il Figlio Velato di Jago (ispirato al Cristo Velato di Sanmartino) custodito presso la Basilica di San Severo fuori le mura.

Livia Montagnoli

(fonte: www.artribune.com)

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