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Battistello Caracciolo, il patriarca bronzeo dei Caravaggeschi.

Battistello-Caracciolo-Ritratto-di-Caravaggio-particolare-degli-affreschi-di-Palazzo-Reale-1611-Napoli.jpeg(Battistello-Caracciolo-Ritratto-di-Caravaggio-particolare-degli-affreschi-di-Palazzo-Reale-1611-Napoli)

Nel Museo e Real Bosco di Capodimonte fino al 2 ottobre 2022 è in corso Il patriarca bronzeo dei Caravaggeschi: Battistello Caracciolo, grande mostra monografica sull’artista napoletano (Napoli, 1578-1635) che più di tanti ha espresso gli insegnamenti di Caravaggio, tanto da essere stato ribattezzato dall’autorevole storico e critico dell’arte e critico Roberto Longhi “il patriarca bronzeo dei Caravaggeschi”

Inoltre, al Palazzo Reale si potrà visitare la sala del Gran Capitano affrescata dal Caracciolo mentre alla Certosa e al Museo di San Martino il percorso di mostra si snoda tra le cappelle dell’Assunta, di San Gennaro, di San Martino e nel Coro della Chiesa, oltre che nelle sale dedicate a Battistello nella galleria del Quarto del Priore.

A Giovan Battista Caracciolo, detto Battistello, spetta sembra ombra di dubbio il titolo di primo interprete del caravaggismo a Napoli.

In tempi di modelli svestiti e di lumi alzati, egli fu l’artefice ed il massimo corifeo, dopo un decennio di pratica in ambito manieristico, in stretto contatto e collaborazione con Belisario Corenzio, dell’introduzione di un nuovo linguaggio figurativo, basato sull’essenzialità del racconto, sulla drammaticità della scena fissata da squarci di luce abbagliante, sulla messa a fuoco dei personaggi, pur conservando una certa cura nella definizione dei contorni.

La suaImmacolata Concezione,affollato telone di inquietante vitalità, nella chiesa di Santa Maria della Stella,documentata al 1607, ci mostra un pittore già maturo nel trattamento della luce e nella resa del dato naturale, pochi mesi dopo la sfolgorante apparizione delle Sette opere di Misericordia del Caravaggio nella chiesa del Pio Monte, segno evidente che Battistello Caracciolo aveva già attinto in precedenza a Roma la lezione del luminismo, che continuerà ad esprimere in altri dipinti di altissima qualità quali il Battesimo di Cristodei Gerolamini, la serie degli Ecce Homo e la Crocefissione del museo civico di Castelnuovo.

Dopo un soggiorno di studio a Roma, nel 1615, data del suo ritorno a Napoli, ecco che Battistello nella Liberazione di San Pietro dal carcereottiene raffinati effetti di luce di un chiarore limpidissimo associati ad un rigoroso trattamento degli aspetti cromatici.

Seguono altre opere importanti come la Trinitas terrestris della Pietà dei Turchini, documentata al 1617; poi, dopo il soggiorno fiorentino, con laLavanda dei piedi, la grande tela che il Caracciolo nel 1622 dipinge per ilcoro della chiesa della certosa di San Martino, termina la fase luministica ed inizia il processo di involuzione, vera marcia a ritroso verso le sue origini manieristiche quasi neo corenziane.

L’audace sperimentatore volge la bussola verso nuove soluzioni formali, pur senza tradire del tutto la lezione caravaggesca; comincerà la definizioni di ampie composizioni a carattere monumentale, con una grande cura della definizione spaziale ed una luce bronzea dominerà la tavolozza di tutta la sua ultima produzione.

Battistello Caracciolo riuscì così a dimostrare quali effetti di pacata commozione si potessero trarre da una luce che contrastasse con l’ombra sul filo di una linea sinuosa e melodica.

Appartengono a questi anni la Sacra famiglia e San Giovannino,conservato nel Liechtenstein, il San Sebastiano del Fogg art Museum di Harvard, il bozzetto di Sant’Ignazio in gloriadel Correale di Sorrento e la Gloria di San Gennaro tra i santi patroni di Napolidella chiesa della certosa di San Martino.

A differenza del Caravaggio. il Caracciolo si dedicò all’affresco, ove le sue pregevoli doti di disegnatore rifulgono nella resa volumetrica e nella calibratura delle composizioni.

Un lungo processo sostanzialmente uniforme nella qualità, sempre molto alta, da San Martino a Santa Maria la Nova, da Santa Teresa agli studi a San Diego all’Ospedaletto, ove si dedica anche alla pittura di paesaggio, dal palazzo Reale all’Oratorio dei Nobili al Gesù Nuovo, ove lavorerà con il Lanfranco poco prima della sua morte.

Info mostra Il patriarca bronzeo dei Caravaggeschi: Battistello Caracciolo (1578-1635)

(NELL'ALLEGATO FOTO DI ALCUNE OPERE DI BATTISTELLO PRESENTI NELLA MOSTRA)

  • a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello
  • 9 giugno – 2 ottobre 2022
  • Museo e Real Bosco di Capodimonte  – Sala Causa
  • tutti i giorni (mercoledì giorno di chiusura), dalle ore 10.00 alle ore 17.30 (ultimo ingresso ore 17.00)ù
  • Palazzo Reale di Napoli, sala del Gran Capitano
  • Certosa e Museo di San Martino, Chiesa e Quarto del Priore
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AchilleDella Ragione, con una doppia laurea in Lettere e in Medicina, medico ha la passione per la ricerca storico artistica e culturale su Napoli, di cui scrive e della quale conosce ogni vicolo e tradizione e che fa visitare organizzando esplorazioni guidate a titolo gratuito, per pura passione. Pubblica libri, articoli e arricchisce il suo blog di approfondimenti essenzialmente sulla grande Partenope e la Campania.

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