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Vangelo della Quarta Domenica di Quaresima

index.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 3,14-21. - In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.  Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica

11 marzo 2018

IV Domenica di Quaresima – B

(2Cr 36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21)

È sconcertante la fedeltà dell’Amore di Dio! Sconcertante perché va incommensurabilmente oltre ogni capacità umana di amore! Il popolo di Israele cantava un Salmo (135/136), chiamato “Grande Hallel”, che ha un ritornello dal ritmo incalzante, che invita a lodare il Signore perché il suo Amore/la sua Fedeltà è per sempre! Quel Salmo potrebbe essere il miglior commento alla Liturgia di oggi, Liturgia che ci invita a rallegrarci, ad esultare e gioire: rallegriamoci, esultiamo, gioiamo perché l’Amore del Signore è sconcertante!

L’Amore del Signore è sconcertante perché umanamente – e dobbiamo ammetterlo con grande onestà! – noi spesso affermiamo: “a tutto c’è un limite ... va bene una volta, va bene due volte, ma poi basta”! In quel “basta”, però, che segna una relazione recisa, un rapporto frantumato, è in gioco anche la nostra felicità, il nostro realizzarci come immagine e somiglianza di Dio. Con ogni “taglio netto” che diamo alle relazioni con gli altri, noi “tagliamo” anche un pezzo di noi, sfigurando, pian piano, la nostra umanità. Interessante, poi, è la giustificazione che diamo al nostro fare: siamo umani! Dimenticando che la misura dell’umano è proprio ed è solo Gesù, il Crocefisso/Risorto! In verità, perciò, quando diciamo “basta”, quando laceriamo relazioni, noi non siamo affatto umani! Siamo uomini sfigurati!

L’Amore del Signore è sconcertante perché spinge oltre ogni limite. È eterno! Chi impara ad amare come Gesù ha la vita eterna! Perché l’Amore vince anche il limite della morte! Tutti noi vorremmo non morire: Gesù ci consegna l’unico segreto dell’immortalità! Solo l’amore è capace di sconfiggere la morte!

La “buona notizia” che è l’Evangelo, il Vangelo di Gesù, è proprio questa: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”!

Anche san Paolo, nel testo della Lettera agli Efesini, che ci viene proposto come prima lettura, sembra quasi “gridare” lo sconcertante Amore di Dio, dal quale dobbiamo lasciarci contagiare: “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati”!

Credere in Gesù – per “avere la vita eterna” e “non andare perduti” – significa lasciare che Lui formi il nostro cuore – spesso rattrappito e segnato dal male, dalla mancanza di amore – il nostro “cuore di pietra” e lo renda “nuovo”, dilatando i nostri limiti, allenandolo a battere all’unisono con il suo!

In questo tempo di quaresima, che avanza verso la Pasqua ormai vicina, cerchiamo di frequentare un po’ di più la “palestra dell’Amore di Dio” – la sua Parola – e cerchiamo di fare qualche esercizio in più di amore.

Sarebbe davvero bello se come frutto del nostro impegno quaresimale potessimo portare un rapporto ricostituito, una relazione riallacciata, un’offesa perdonata! Sarebbe un frutto più gradito del digiuno e di tante preghiere, che forse non lasciano in noi un segno profondo perché “ipocrite”, perché non ci cambiano il cuore!

Signore, contagiaci incurabilmente del tuo Amore inguaribile, della tua misericordiosa insistenza! Non permettere che noi sviluppiamo inutili anticorpi, che induriscono il cuore e lo rendono impassibile! Fa’ che ci lasciamo irrimediabilmente contagiare da Te e avremo la vera gioia e la vita eterna! Amen.

Don Michele

Nell’allegato il FOGLIO INFORMATIVO Settimanale della Parrocchia di San Giuseppe in SIBARI (CS)

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