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Paroloni e paroline: Boffice. Paffutella, soffice, come piace a noi

paffutella.jpgBOFFICE - Soffice, morbido, grassoccio - Alcune parole nascono perché la parola solita non basta, o comunque perché si desidera spingerla oltre, tornirla, smussarla o renderla più incisiva. È un atto d’invenzione: da un lato ci presenta la potenza con cui usiamo la lingua, la dimensione d’artigianato con cui la pieghiamo perché faccia meglio la magia che vogliamo; dall’altro si pone in collisione diretta con le rigidità delle norme.

A vedere ‘boffice’ si può avere l’impressione che questa parola non esista, ma sentendola bene nelle proprie corde non si sfugge alla perfezione con cui porta il suo significato — che è trasparente come acqua di fonte già prima di leggerlo o farselo dire. Il boffice — emerso nella lingua scritta nella seconda metà del Seicento — è il soffice, il morbido. Ma, contemplando la vastità delle loro sfumature, il soffice ha un tratto intimamente cedevole, il morbido ha un profilo di mollezza. Il boffice rifà il soffice con un cambio onomatopeico d’apertura, lucrando tutto il senso di un eloquente boff, che dà alla morbidezza un senso di corposità e pienezza.

È un termine da pane ben lievitato, da lana, da rotondità pingue del corpo — tant’è che il boffice è il sedere. Posso comprare al forno un filoncino boffice al latte, una focaccia boffice con la cipolla; posso farti sentire quanto diavolo è boffice la mia nuova sciarpa, restare colpito, nel negozio, dal tessuto boffice di una camicia, fare un mucchio boffice di cuscini; e il regime alimentare vacanziero ci dona umore allegro e profili boffici, mentre il gatto bofficione che presidia l’ingresso dell’albergo si offre a ogni coccola.

Non è una parola rampante. È stata usata in letteratura in maniera occasionale, anche se non trascurabile, e non è particolarmente corrente. Ma rispetto alla grande categoria di parole rimaste nella penombra della desuetudine, ha una peculiarità: non ha un’aria polverosa, anzi dà l’idea di essere un brillante estro del momento — bizzarra e calzante. E questo la rende una parola senza età, spendibile in una maniera più facile di tante altre parole rare.

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