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Cassano - Un ulteriore esempio di sciocca protervia

ambiente6.jpegStamattina riflettendo sulle fanfaronate offensive da parte del sindaco di Cassano Ionio nei confronti degli assessori dimissionari e in seguito, di una professoressa della locale scuola media, mi è venuto in mente un episodio avvenuto quattro anni fa, esattamente il 30 aprile del 2021, di cui raccontai quanto avvenne nell’articolo che potete trovare cliccando qui. Quella sceneggiata dal “sapore tragicomico”, come la descrissi all’epoca, ha avuto un seguito che ora vado a raccontare. Per capire meglio quello che ho scritto forse è il caso che prima leggiate l’articolo del 2021. Sperando che nel frattempo lo abbiate fatto, vado a narrare di un’altra sceneggiata paradossale montata sempre dall’ineffabile sindaco. Come accennato poc’anzi il 30 aprile del 2021 fu organizzata nei laghi di Sibari una manifestazione che doveva portare alla pulizia di una parte del canale ingombra da un allevamento di cozze. Per l’occasione fu invitata l’associazione di Lega Ambiente che, con l’ausilio di sommozzatori avrebbe dovuto effettuare l’operazione. Per l’occasione fu emanata dal sindaco un’ordinanza con la quale vietava la navigazione nel canale interno proprio in quel giorno. Solo i natanti con una speciale autorizzazione avrebbero potuto transitare all’interno dei laghi di Sibari.

Quel mattino, avendo saputo della manifestazione di lega ambiente attraverso un comunicato diffuso proprio da questa organizzazione, mi recai sulla banchina dei laghi di Sibari dove era già in atto parecchio movimento di imbarcazioni, tra queste c’era quella di un amico di Corigliano, il quale per conto della cooperativa Fago Ittica di Taranto, proprietaria degli allevamenti di cozze, gestiva il tutto. Ci salutammo ed egli mi invitò a salire sulla loro imbarcazione perché vedessi come avveniva nella realtà la crescita di quei mitili, cosa che in altre occasioni gli avevo già chiesto. Salii quindi sulla barca ed egli diresse subito verso l’area dell’allevamento. Sull’imbarcazione oltre a me, come passeggero ospite, vi era il mio amico che la pilotava, uno dei titolari della Fago Ittica e un altro giovane aiutante che non conoscevo. Intanto l’imbarcazione con a bordo i due sommozzatori si avvicinò a noi e uno degli occupanti intimò al pilota di andare via subito perché non autorizzato a navigare in quel giorno e quindi contravvenendo all’ordinanza sindacale. Ci fu un breve scambio di vedute tra il pilota e colui che aveva trasmesso l’ordine perentorio, mentre da un’altra imbarcazione il sindaco eretto a prua cominciò a gridare come un ossesso intimando di uscire immediatamente dallo specchio d’acqua. Non senza una certa riluttanza il pilota si allontanò immediatamente raggiungendo il primo punto più vicino all’attracco. Avrete capito che la mia presenza sull’imbarcazione era del tutto casuale, non ero che un ospite, così come quando si è a bordo di un’automobile pilotata dal proprietario, quindi, nel caso che si commettesse un’infrazione, la responsabilità è solo del guidatore del mezzo e semmai, come responsabile in solido potrebbe essere chiamato in causa il proprietario, nel caso non fosse il pilota stesso.

Appena messo piede sulla banchina fummo raggiunti dai vigili urbani di Cassano, accompagnati dal sindaco, da alcuni assessori e mi pare ci fossero anche altri agenti delle forze dell’ordine. Ci vennero chiesti i documenti ed io, sebbene la mia presenza fosse del tutto fortuita, non feci nessuna difficoltà ad esibire i miei. Ricordo che nel mentre i due vigili prendevano nota delle nostre generalità un paio di assessori che conoscevo da tempo si erano avvicinati ed io stavo anche per rivolgere loro la parola, quando con un gesto della mano inequivocabile il sindaco li richiamò a sé in modo perentorio come se io avessi potuto “inquinarli” in qualche modo. La cosa suscitò, ovviamente, ulteriore ilarità in alcuni dei presenti e tutto per me terminò in quel momento.

Il giorno dopo pubblicai l’articolo che nel frattempo immagino abbiate letto, ma non era tutto finito come io avevo ingenuamente pensato, perché il sindaco probabilmente non contento di aver ottenuto il suo scopo pensò bene di avviare anche delle procedure punitive nei confronti di chi aveva usato contraddire i suoi diktat. Nell’agosto del 2024, quindi tre anni dopo l’accaduto, mi vedo consegnare dal portalettere per raccomandata un’ingiunzione di pagamento (che trovate negli allegati) per un verbale di contravvenzione (copia negli allegati) che mi sarebbe stato notificato nel 2021 e al quale io non avrei dato seguito. Nell’ingiunzione era citato il numero del verbale a suo tempo redatto e che mi sarebbe dovuto pervenire attraverso la polizia municipale di Villapiana, comune nel quale risiedo. Non essendo mai stato a conoscenza di tutta questa storia mi sono recato al comando di polizia municipale di Cassano e ho chiesto di poter avere copia della notifica fattami, controfirmata da me. Dopo aver atteso, giunse la comandante, sicuramente già allertata della mia presenza dal piantone di turno, che mi accolse con una certa freddezza. Rispose con un cenno al mio saluto e ascoltandomi con distacco mentre lei osservava altri documenti che gli passava un suo collaboratore, mi comunicò che per l’accesso agli atti avrei dovuto presentare una regolare domanda e pagare 25 €, una specie di tassa. Immediatamente uscii mi recai in un bar dove scrissi a mano la richiesta di accesso agli atti la consegnai al protocollo insieme alla ricevuta del pagamento di 25 € intestato alla polizia municipale. Dopo qualche giorno ritornai e ricevetti un documento dal quale si evinceva chiaramente che i vigili di Villapiana non mi avevano mai consegnato la famosa notifica. Da questo si arguisce il procedere quantomeno sciocco di chi si è occupato della cosa. Quindi pur sapendo che non avevo ricevuto la contestazione, il comando della polizia urbana di Cassano credette opportuno inviarmi l’ingiunzione di pagamento. Ovviamente feci subito opposizione al giudice di pace e ottenni anche copia di una serie di documenti che quel comando si era dato la pena di presentare per giustificare le proprie ragioni. Al ricevimento della mia circostanziata richiesta di annullamento dell’ingiunzione di pagamento, con la protervia tipica degli instabili mentali, fu dato mandato ad un giovane incolpevole vigile urbano di allestire una serie di documenti che dovevano provare la mia “colpevolezza”, tra questi finanche una copia della mia iscrizione alla sezione “Lega Navale Di Sibari” per provare che io fossi a conoscenza del divieto di navigabilità in quel giorno. Un altro emerito imbecille, so bene di chi si tratta, aveva fornito quella fotocopia del registro nazionale dei membri della Lega Navale; con ciò si voleva dimostrare che io non potessi non sapere del divieto di navigazione. Ma ammesso che io ne fossi stato a conoscenza come potevo prevedere che il titolare dell’imbarcazione non fosse autorizzato? Quando entrate nell’auto di un amico gli chiedete se abbia il libretto di circolazione in ordine o se ha la patente valida?

La cosa aberrante è che fui segnalato come responsabile in solido con il proprietario dell’allevamento di cozze, la cooperativa Fago Ittica di Taranto, mentre nessuna contestazione fu sollevata al pilota dell’imbarcazione e all’altro passeggero. Il giudice di pace non potette che darmi ragione non essendomi stato contestato in tempo utile il verbale e quindi tutto quel lavorìo (negli allegati copia dell'elenco dei documenti presentati al giudice di pace a mio carico) che posso definire con un solo termine “stupido” e che ha preso sicuramente molto tempo al povero vigile che dovette occuparsi della cosa, finì in nulla di fatto. È chiaro che la faccenda è stata pilotata direttamente dall’unico “umanoide” sulla piazza capace di una tale “rancorosa protervia”, con la collaborazione dell’incommensurabile e brillante comandante della polizia urbana di Cassano.

Addirittura è emerso in giudizio che l’accertamento della presunta violazione, originariamente nei confronti di 4 soggetti, è confluita in una ordinanza di ingiunzione che sembra sia stata emessa solo nei confronti del sottoscritto, in tal caso, per tale aspetto, arbitrariamente. Tant’è che il mio avvocato mi consigliava di insistere anche per il rimborso delle spese cosa prevista dalla legge, e di contestare il verbale stesso, questa volta in Tribunale, anche per quell’aspetto, ma non avendo tempo né voglia di infierire per la dabbenaggine e la cattiveria, ripeto sciocca, del vero responsabile, ho lasciato perdere. Si trattava di una somma che potevo anche permettermi. Ci tenevo che almeno gli amici a me più vicini conoscessero questa storiella che si incastona perfettamente nella serie molto più pesante di balordaggini costruite dal solito imbelle, presuntuoso, arrogante personaggio che crede di essere onnipotente facendosi scudo dei suoi elettori sapientemente a suo tempo abbindolati.

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