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Vangelo dell'11 agosto, con l'Opuscolo settimanale della G.A.M.

madonna.pngLA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
IO SONO IL PANE DELLA VITA
Iosono il pane della vita,
dice Gesù.
Restiamo su questa bella immagine di
Gesù. Avrebbe potuto fare un
ragionamento, una dimostrazione, ma
– lo sappiamo – Gesù parla in parabole,
e in questa espressione: Io sono il pane
della vita,
riassume veramente tutto il
suo essere e tutta la sua missione. Lo si
vedrà pienamente alla fine, nell’Ultima Cena.
Gesù sa che il Padre gli chiede non solo di dare da
mangiare alla gente, ma di dare sé stesso, di spezzare sé
stesso, la propria vita, la propria carne, il proprio cuore
perché noi possiamo avere la vita. Queste parole del
Signore risvegliano in noi lo stupore per il dono
dell’Eucaristia.
Nessuno in questo mondo, per quanto ami un’altra
persona, può farsi cibo per lei. Dio lo ha fatto, e lo fa, per noi. Rinnoviamo questo stupore. Facciamolo adorando il Pane di vita, perché l’adorazione riempie la vita di stupore.
Nel Vangelo, però, anziché stupirsi, la gente si scandalizza, si strappa le vesti. Pensano: Questo Gesù noi lo conosciamo, conosciamo la sua famiglia, come può dire:
Sono il pane disceso dal cielo?
Anche noi forse ci scandalizziamo: ci farebbe più comodo un Dio che sta in Cielo senza immischiarsi nella nostra vita, mentre noi possiamo gestire le faccende di quaggiù. Invece Dio si è fatto uomo per entrare nella concretezza del mondo, per entrare nella nostra concretezza, Dio si è fatto uomo per me, per te, per tutti noi, per entrare nella
nostra vita. E tutto della nostra vita gli interessa. Gli possiamo raccontare gli affetti, il lavoro, la giornata, i dolori, le angosce, tante cose. Gli possiamo dire tutto perché Gesù desidera questa intimità con noi. Che cosa non desidera? Essere relegato a contorno – Lui che è il pane –, essere trascurato e messo da parte, o chiamato in causa solo quando ne abbiamo bisogno.
Io sono il pane della vita.
Almeno una volta al giorno ci troviamo a prendere cibo insieme; magari la sera, in famiglia, dopo una giornata di lavoro o di studio. Sarebbe bello, prima di spezzare il pane, invitare Gesù, pane di vita, chiedergli con semplicità di benedire quello che abbiamo
fatto e quello che non siamo riusciti a fare. Invitiamolo a casa, preghiamo in stile “domestico”. Gesù sarà a mensa con noi e saremo sfamati da un amore più grande.

(Nell'allegato l'opuscolo della Gioventù Ardente Mariana con il Vangelo a Fumetti per i più piccoli)

 

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