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L'Umanità é stanca?

delpini mons.jpgL’Arcivescovo di Milano Mario Del Pini così ha risposto nell’Omelia del 7 dicembre:

“Non è stanca della vita ma di una vita senza senso. È stanca di una previsione di futuro che non lascia speranza; è stanca perché è stata derubata dell’”oltre”. La stanchezza della gente non è per la fatica del lavoro. La gente è stanca per un lavoro che non basta per vivere.

La gente non è stanca della vita in famiglia. È stanca della frenesia che si impone alla vita delle famiglie, per non far mancare nulla ai figli e per non trascurare gli anziani.

È stanca del clima deprimente che induce tanti adolescenti a non desiderare la vita. La gente è stanca di una politica miope della cosa pubblica. La gente è stanca di servizi pubblici che costringono a ricorrere al privato per l’educazione, l’assistenza la sanità.

E la terra di cosa è stanca? Non è stanca dell’uomo. È stanca di quel modo di abitare la terra che la riduce a discarica. La Terra è stanca della guerra e di quel modo di pretendere i suoi frutti che arricchisce i ricchi e impoverisce i poveri.

La Città è stanca quando consente di accumulare ricchezze maledette quando alcune delle professioni più direttamente dedicate al benessere delle persone sono diventate particolarmente faticose e inadeguatamente retribuite.

Siamo stanchi della guerra, delle notizie delle guerre e delle ragioni addotte per giustificarle. L’ambiente in cui viviamo è stanco dell’indifferenza, dell’ottusità. Nei paesi dove ci sono le condizioni del benessere molti di coloro che ne godono non sembrano interessati a conoscere il prezzo del loro benessere. Nei paesi dove il benessere minimo è un miraggio i pochi benestanti del mondo scaricano impunemente i loro rifiuti e rubano le materie prime…. Lasciare riposare la terra non significare scegliere di assentarsi dalla storia. Significa alimentare la speranza dovuta all’assunzione di responsabilità individuale e collettiva.”

È stata bassissima la diffusione di questo documento.

Ed invece meriterebbe “la mensa serale della parola” come si esprimeva Basilio di Cesarea nel 370 dopo Cristo.

Franco Petramala

(Fonte: www.cosine2012.it)

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