Nel mio eremo villapianese mi giungono voci da Cassano dalle quali apprendo che il sindaco Papasso ha finalmente deciso di nominare il suo delfino. Dopo tante chiacchiere su turbative orgogliose da parte di alcuni luogotenenti, peraltro pare rientrate, su vociferazioni riguardanti l’inizio di una dinastia (avallata questa addirittura anche dalla Chiesa), finalmente dovrebbe giungere l’annuncio. UDITE, UDITE: il dott. Antonino MUNGO (foto a lato) sarà il candidato a sindaco quale successore del Geom. Papasso. Non era difficile arrivarci, se devo essere sincero, adesso non voglio giocare al veggente, l’avevo previsto da parecchi mesi. Nessuno è stato più fedele di lui, inoltre è segretario del locale circolo PD, quindi ottimo appoggio per una eventuale candidatura, al momento opportuno, alla regione da parte dell’immaginifico geometra. Ci sarà da vedere se il PD cosentino frattanto avrà ancora voglia di dargli quella possibilità: oggi ci sono tanti altri galli, e finanche pulcini, che starnazzano nella stia piddina, non sarà così facile pur sgomitando furiosamente, come sa fare bene a dire il vero, ad ottenere anche una candidaturina. Comunque sono voci che circolano e qualcuna di queste dovrebbe avere un qualche fondamento. Sul fronte opposto, quello di Forza Italia intendo, l’assessore Gianluca Gallo sta cercando di imporre la calma e pare che dovrebbe uscire allo scoperto un nuovo candidato che potrebbe andare bene a tutti e mettere fine ad una incresciosa guerra fratricida tra le fazioni cassanesi e quelle sibarite. Staremo a vedere. Sulla candidatura del rappresentante del Movimento Articolo21, non dovrebbero esserci dubbi, sarà l’ing. Antonello AVENA a rappresentarlo, c’è solo da vedere quante liste saranno approntate da lanciare nella battaglia elettorale.
Antonino contro Antonello, che bello sembra un gioco di parole, mi vien da pensare ad Antonino Pio e ad Antonello da Messina, imperatore romano il primo e fine pittore il secondo. Del primo la Treccani scrive “Regnò con saggezza e rettitudine, animato da paterna sollecitudine per il benessere di tutti. Alleviò il sistema fiscale, fu largo di donativi, fondò istituzioni benefiche, una delle quali a favore di fanciulle orfane. Rispettoso della religione ufficiale, non fu però troppo intransigente verso cristiani ed ebrei”. Se tanto mi dà tanto il nostro, se dovesse somigliare anche un pochetto al Pio romano, non sarebbe poi così male. Sul secondo sempre la Treccani riporta un testo di Umberto Eco, “Antonello da Messina è una delle figure chiave della pittura del Quattrocento. Formatosi a Napoli, a contatto con esempi artistici eterogenei provenienti dalla Provenza, dalla Spagna, dalle Fiandre, egli coniuga in mirabile sintesi il naturalismo e la luminosità fiamminghe con la compostezza formale e la definizione plastica delle figure proprie dell’arte italiana”. Devo ammettere che il nostro Antonello ce lo vedo nell’impersonare il grande pittore, chissà, però, se ci son rimasti sufficienti colori e tela per rifare la faccia di Cassano.
Un’altra chiacchiera mi è giunta, questa riguarda i locali “Fratelli d’Italia”, sembra che attorno al già vice-sindaco di Gallo e poi sindaco e poi Presidente delle Terme Sibarite Mimmo LIONE, amico del consigliere regionale Pietro Santo Molinaro, recentemente saltato dalla Lega a Fratelli d’Italia, e dell’attuale presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Niklaus Algieri, destrorso anch’egli, si stia formando un gruppo al cui vertice come candidato a sindaco dovrebbe esserci un nome eccellente facente parte ancora degli attuali pseudo-fedeli di Papasso. Di chi si tratta non mi è dato sapere, il mio contatto ha giurato “sup i muort” di non dirlo a nessuno ed io, rispettosissimo delle tradizioni locali non ho insistito più di tanto, anche se un’ideuzza me lo sono fatta.
Le mie, però, sono elucubrazioni di una mente senile, vero Antonino?
Vorrei ora riprendere un discorso che aveva appassionato i cassanesi fino a qualche mese fa, cioè quello riguardante la possibilità di una ricandidatura di Papasso. A lungo il nostro attuale sindaco aveva vagheggiato una nuova scesa in campo, vorrei ricordare perché ciò non era e non è possibile.
Vediamo di ricordare cosa dice l’art. 51 del decreto legislativo del 18 agosto 2000 n. 267 riguardante la “Durata del mandato del sindaco, del presidente della provincia e dei consigli. Limitazione dei mandati”, in particolare i commi 2 e 3:
Comma 2 - Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente ricandidabile…..
Comma 3 – Per l’ipotesi di cui al comma 2, primo periodo, è consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie ….
Riandando alla storia elettorale del Papasso, ricordiamo che:
- Fu eletto la prima volta il 25 maggio del 2012, ma il 30 Novembre del 2015 il consiglio comunale fu sciolto per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri, quindi la sindacatura durò 3 anni e 6 mesi;
- Fu rieletto il 5 Giugno del 2016 ed anche questa sindacatura fu interrotta per presunte infiltrazioni mafiose il 24 Novembre del 2017 con una durata di 1 anno e 5 mesi;
- Ed infine il 10 ottobre del 2019 viene eletto e la sindacatura è ancora in corso.
Interpretando in modo corretto il 3° comma, sopra ricordato, Papasso ha già usufruito della possibilità di ricandidarsi dopo due mandati, infatti la sua terza rielezione è stata possibile perché il secondo mandato era durato solo 1 anno e 5 mesi, quindi, giustamente ha potuto ricandidarsi per la terza volta. Quella della prossima primavera sarebbe la sua quarta candidatura ma, purtroppo per lui, stavolta non è possibile.
Ci sarebbe, comunque, ancora una chance ed è quella su cui forse conta. Se dovesse essere eletto un suo cosiddetto “uomo di paglia”, costui potrebbe dimettersi dopo qualche mese, così da permettergli di ritornare a fare il capo-popolo come fece 25 anni fa il suo mentore Frasca. E’ questo il giochetto a cui sta pensando? Non so dirlo, è un’ipotesi che mi è balenata (non per caso) in testa. Certo ne vedremo delle belle.
Antonio Michele Cavallaro
Libero pensatore