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I randagi e i puttani della politica calabrese... e non solo

randagi.jpgRiflessione serotina

Il “randagismo” è un fenomeno che non riguarda solo i cani, questi spesso sono costretti ad esserlo perché abbandonati dai loro padroni o randagi già alla nascita, per gli umani la faccenda spesso è una questione di scelta. Il “randagio politico” è una categoria in forte crescita. La loro proliferazione nasce talvolta dalla mancanza di punti di riferimento validi o dall’assenza di “termini di paragone” se ci riferiamo agli esempi probi da seguire. Il randagio di solito non esprime opinioni politiche definitive, così in caso di necessità passa facilmente da un padrone all’altro. Di solito a quello che offre mangiatoia più appetitosa. Ma esistono pure dei randagi che potremmo definire forse meglio “nomadi”, costoro di solito non hanno bisogno che gli venga allungato qualche osso perché hanno una buona riserva di cibo, ma lo fanno per il gusto di essere dalla parte del più potente al momento, salvo poi saltare con la tribù che ha maggiore forza e per far questo si assoggetta anche a servire fedelmente il primo imbecille che si è fatto strada in politica sgomitando pur sapendo che costui gli è inferiore per cultura e anche per solidità finanziaria. Sembra strano, ma esempi di questo tipo, che non avrebbero veramente la necessità di fare il servo e si prostrano come vermi striscianti davanti a questi furboni ce ne sono anche dalle nostre parti, onestamente devo ammettere che mi ripugnano molto più dei primi.

lauro_achille.jpgI “puttani” comparvero, politicamente parlando, nel 1961 (avevo 17 anni e della cosa ne parlò mio padre in casa storcendo il naso), si trattò di un articolo che fece scalpore in Italia con lo scandalo dei “7 puttani”. Alberto Giovannini sul quotidiano “Roma”, bollò così i 7 traditori di Achille Lauro (nella foto a lato) , leader del Partito Democratico di Unità Monarchica, che passarono alla DC abbandonando il vecchio leone napoletano. L’articolo ebbe una vasta eco sia in Italia che negli ambienti filo-monarchici europei, era la prima volta che il termine veniva usato per indicare il politico che si vendeva al miglior offerente. Oggi non ci si meraviglia più, “randagi e puttani” non fanno più scalpore, anzi spesso se ne mena vanto. Il guaio è che spesso questi cialtroni vanno ad occupare posti che non gli competono e diventano dirigenti in posizioni apicali anche di organismi delicati come la sanità, i trasporti, le comunicazioni, enti previdenziali ecc cc, dove riescono a far danni irreversibili, però non pagano mai per il loro errori perché protetti dai padroni che li usano come servi fino a che non vanno a “servizio” da altri.

Queste due categorie ingrossano oggi le file d’attesa della politica con tanti giovinastri che scalpitano ai blocchi di partenza non per servire il paese con onestà ed abnegazione, ma per trovare il padrone che abbia la mangiatoia più bassa. Buon appetito e che gli venga la dissenteria.

Antonio M. Cavallaro

libero pensatore

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