E noi continuiamo a vivere come se niente fosse, ci preoccupiamo dell'albero che sia ben carico di addobbi, che sotto vi siano abbastanza regali, che non manchi nulla sulle nostre tavole, che i caminetti e le stufe siano efficienti e ben funzionanti per scongiurare il freddo, tutto sommato, non tanto inclemente, mentre altrove si muore per freddo e fame. Non sono in grado di dare motivazioni valide a tutto quello che sta accadendo non molto lontano da noi, mi soffermo a compenetrarmi con chi sta vivendo drammaticamente questo Natale, che siano cristiani, musulmani o ebrei, poco importa, la sofferenza imposta a gente inerme é sempre da condannare con forza. Aya Ashour, ha 23 anni, vive (si fa per dire) a Khan Younis, sotto i bombardamenti israeliani e invia i suoi articoli a "Il Fatto Quotidiano" come può, quando riesce ad avere sufficiente connessione. Il suo articolo va letto e meditato, domani potrebbe capitare anche a noi! (La redazione)
Aya Ashour (da: Il fatto Quotidiano)
KHAN YOUNIS (STRISCIA DI GAZA
Sento freddo nella mia tenda, batto i denti mentre devo scrivere che cinque bambini sono stati uccisi dal freddo in una settimana! In una settimana, cinque neonati hanno perso la vita, il loro cuore ha smesso di sentire il freddo mentre dormivano di notte nelle loro tende, e anche un infermiere che lavorava all’ospedale europeo ha perso la vita dopo che il suo cuore si è fermato di notte per il freddo, hanno trovato il cadavere con segni di emorragia nel naso. La notizia non è così semplice per me da elaborare: immaginate che un neonato viva in una tenda senza elettricità, senza camino, senza coperte e che non riceva abbastanza cibo. Come farà a vivere?
Immaginate vostro figlio, tenerne in braccio il cadavere, morto dopo aver sentito freddo e aver mostrato segni di sanguinamento dal naso! Non sembra facile da immaginare, vero?
Sono qui a scrivere vicino a mia sorella Rola, che ha appena tre anni, è molto raffreddata. Ho visto mia madre partorire mia sorella Rola, lo ha fatto davanti ai miei occhi, nella sala parto, l’ho presa in braccio e ho provato sensazioni della maternità nei suoi confronti nonostante la mia giovane età. L’ho vista crescere ogni giorno davanti ai miei occhi e stupirmi per tutto quello che fa. Quando è iniziata la guerra ho cominciato a sentirmi terrorizzata dall’idea di perderla. Non potevo immaginare di perderla in un bombardamento o per la poliomielite, per esempio, o per una pallottola, quindi come vuole il mondo che io accetti l’idea della sua morte perché sente freddo? Come si può elaborare e comprendere que-sto mio timore?
Qualche giorno fa ho chiesto a mia madre di far dormire Rola abbracciata a me invece che a ei, perché mia madre non ha abbastanza coperte per sentirsi al caldo. Immaginate che io non protegga dal freddo mia sorella Rola nonostante l’abbracci forte per assicurarmi che riceva abbastanza calore. Come posso proteggere la sua vita dal freddo in una tenda? Tuttavia, non mi sento nemmeno abbastanza al caldo per Rola, dato che io e l’altra mia sorella, Noor, condividiamo le coperte dallo scorso inverno per sentirci calde insieme e perché non abbiamo abbastanza coperte allo stesso tempo.
Scrivere di questo argomento forse dovrebbe essere una violazione della mia umanità, della mia dignità, ma io sento freddo al posto del mio senso di dignità!
Centinaia di migliaia di famiglie vivono in tende di tela, centinaia di migliaia non hanno abbastanza coperte e cospargono il terreno per dormire, mentre l’acqua penetra nelle loro tende e non hanno una stufa o legna per accendere il fuoco, mentre allo stesso tempo soffrono la fame e la mancanza di acqua potabile e di medicine! Tutto questo accade nell’era moderna, nel XXI secolo, mentre il mondo festeggerà un nuovo anno nelle prossime ore, noi qui nella Striscia moriamo di freddo e paghiamo il prezzo come civili da parte dei leader locali e internazionali che scommettono sul nostro sangue come se non fossimo esseri umani che vogliono vivere, sognare e realizzare i propri desideri.
Non mi sembra facile descrivere la sensazione di freddo a 23 anni, quindi come farà un bambino a spiegare al mondo come sente il freddo in una tenda! E i miei problemi di salute si stanno aggravando con questo freddo: ho un problema respiratorio a causa dell’inalazione di polvere da sparo, fosforo e fumi negli scorsi mesi; con questo clima e con la mancanza di cure, peggioro. Questo è l’inverno più doloroso fisicamente per me: soffro di dolore costante ai piedi e al bacino, ma non tutte le parole che ho scritto descrivono la sensazione di freddo che mangia le nostre ossa.
Trascorro sette ore della mia giornata seduta come nella foto qui a fianco. Indosso la mascherina, che è tutto ciò che posso usare per proteggermi mentre registro i dati dei beneficiari del programma alimentare. Mi colpisce ogni volta sentirli raccontare la loro situazione. Una donna mi dice che ha perso il marito durante la guerra e non ha documenti ufficiali, un’altra che suo figlio è nato durante la guerra e non ci sono documenti ufficiali che ne attestino l’esistenza. Cerco di mostrare i miei sentimenti di rammarico per tutti coloro che stanno vivendo questa situazione.
Ma non ho molta empatia per nessuno. L’esaurimento dei miei sentimenti in questo periodo è diventato evidente, dipende tutto quello che sto vivendo. Mi fa male anche l’idea di lasciare mia madre da sola e non aiutarla a sbrigare i lavori domestici, e questa è una grande responsabilità per mia madre, che cerca di procurare da mangiare e da bere alla mia numerosa famiglia.
Ho difficoltà a relazionarmi con i colleghi di lavoro o con le persone che assistiamo. Proveniamo da zone diverse e anche le nostre famiglie sono di culture diverse, questo mi rende cauta nel pronunciare qualsiasi parola che possa essere fraintesa da qualcuno.
Nei prossimi giorni inizierò un altro lavoro con un’organizzazione italiana che si occupa di fornire cibo agli sfollati nei campi a sud di Rafah. Il mio compito sarà di fotografare e scrivere rapporti giornalieri per i media e le piattaforme di comunicazione. Spero di avere le energie necessarie per tutto questo.
E a tutto ciò si aggiunge che ieri sera siamo stati sommersi dalla pioggia. A causa del forte acquazzone, l’acqua si è infiltrata nella nostra tenda e abbiamo passato la notte così: dalle tre del mattino fino all’alba, svegli e cercando posti dove l’acqua non fosse arrivata per sederci.