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Vangelo di Domenica 8 Novembre 2020

vergini.JPGVangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 25,1-13

1 Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. 2 Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3 le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; 4 le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. 5 Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. 6 A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! 7 Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8 E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. 9 Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. 10 Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11 Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! 12 Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. 13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(immagine: Riproduzione dal Codex Purpureus Rossanensis)

Lectio di don Alessio De Stefano

Il Figlio dell’uomo che si può presentare in modi del tutto inediti può arrivare come un lampo (Mt 24,27), un diluvio (Mt24,39), un ladro (Mt 24,43), il Signore (Mt 24,42. 46; 25,11.18.21.22.24), il giudice regale (Mt 25,34. 40), e il padrone buono (Mt 24,45). Questa multiforme presentazione della venuta del Figlio dell’uomo viene ulteriormente illustrata in Mt25 attraverso l’immagine dello sposo e delle dieci vergini(Mt 25,1ss).  Nel nostro testo, l’esistenza umana è comparata a un’uscita in vista di un incontro e per questo si avverte in essa il fremito della speranza cristiana: il credente sa che la sua vita non procede verso il nulla, ma verso l’abbraccio con un Qualcuno, una Persona.

Metaforaesodale e sponsale (v.1) – “Regno di Dio” non rimanda a un luogo, ma piuttosto a un’esperienza dinamica di incontro con Dio, manifestata nell’accoglienza di Gesù… la relazione dell’uomo con Dio è assimilata a un rapporto nuziale che per essere vissuto pienamente necessita di due elementi: la capacità di mettersi in movimento, di uscire, munendosi del necessario per il viaggio, e la consapevolezza di avere come traguardo non il possesso di cose, mal’incontro con qualcuno, nello specifico con lo sposo. «Uscire incontro» appartiene al vocabolario epifanico: è un’espressione tecnica per indicare l’accoglienza del sovrano o dell’imperatore nella sua parusia, cioè nella sua visita ufficiale a una città. Lo sposo, poi, è la figura che rimanda all’esperienza più alta nella vita umana: la consegna di se stesso nell’amore reciproco e complementare.Istaurare relazioni di comunione e custodirle richiede tanta cura e responsabilità.Il rapporto sposo-vergini richiama dunque la simbologia che descrive l’alleanza tra Dio e il suo popolo.L’immagine del prendere la lampada per andare incontro allo sposo (il veniente in ogni momento) indica invece il ruolo attivo che gioca l’essere umano nel suo rapporto con Dio.

Lungimiranti o superficiali (v. 2-4) - Le vergini richiamano il popolo di Dio, Israele (Is37,22; Ger 31,4; Lam1,15; 2,13.18). In mezzo a questo popolo vi sono uomini e donne che vivono solo in vista dei bisogni immediati e mancano di intelligenza in rapporto alla loro vita, e al tempo stesso anche uomini e donne capaci di guardare in alto, lungimiranti, che incarnano l’intelligenza del vivere e la capacità di fare discernimento.Tra queste due opzioni vi è lo spazio della libertà della creatura umana che è sempre in movimento, in continuo “aggiornamento” rispetto alle scelte da farsi. La lampada di cui ognuno dispone per fare luce e orientare il proprio cammino verso una meta ben precisa, non è una realtà statica. Essa va continuamente alimentata, altrimenti si spegne. Tra le dieci ragazze cinque, definite distratte e superficiali, non intuiscono la necessità di alimentare la fiamma della lampada rifondendo l’olio, le altre cinque, dette sapienti e lungimiranti, invece, si premurano di portare con sé alcune scorte di olio. Gesù aveva già indicato la duplice possibilità che ha l’essere umano di custodire in modo intelligente o meno i propri progetti nel discorso della montagna in Mt 7,24-27. Le vergini, come le due tipologie di uomini di Mt 7,24-27, che non portano con sé l’olio per alimentare le lampade sono comechi vive soddisfacendo il bisogno del momento, incarnando un atteggiamento di pura e semplice superficialità. La loro regola è quella del «minimo sforzo, massima resa». Questo risparmio però diventa causa della propria tristezza.

L’imprevisto (v.5) - Il ritardo dello sposo. Di fronte al ritardo dello sposotutte hanno la stessa reazione: dormono. La differenza tra i due gruppi non tocca l’ambito della vigilanza intesa come un restare svegli (di notte si dorme!), ma della lungimiranza che permette di sopravvivere anche agli imprevisti. 

Il risveglio (vv.6-9) - Finalmente lo sposo arriva e a mezzanotte si alza un grido che funge da sveglia, richiamo e memoria per le vergini addormentate: è l’invito a realizzare finalmente il loro progetto iniziale di uscire incontro allo sposo. Il grido è un giubilo di festa, ma anche l’espressione di un’urgenzaIl primo pensiero delle vergini ormai sveglie è quello di allestire nuovamente le lampade, perché è ancora notte, e per camminare nel buio occorre la luce.Il verbo impiegato a proposito delle lampade è kosmeo, che richiama l’idea dell’ordine ma anche quella della bellezza. La lampada èassimilata a un gioiello di cui la vergine si adorna perché lo sposo possa trovarla bella (Ap 21,2). A questo punto le giovani che non si erano munite di olio, trovandosi in difficoltà a causa del ritardo dello sposo e vedendo che le loro lampade stanno per spegnersi, cercano di ovviare all’imprevisto chiedendo in prestito olio alle altre. Il seguito del racconto sorprende perché le vergini che si erano munite di olio sin da principio non manifestano la generosità che ci si aspetterebbe. Preoccupate di non averne a sufficienza, invitano le altre a procurarselo.

L’arrivo dello sposo e la porta chiusa(vv.10-12) - Nel frattempo arriva lo sposo e alle nozze entrano solo le vergini con le lampade accese. Il testo racchiude un dettaglio importante: una volta entrate le cinque vergini accorte e illuminate, la porta viene chiusa e le altre non possono più entrare. Queste, dopo aver comprato l’olio e riacceso le lampade, rivolgono la loro intercessione «Signore, Signore» (Mt 7,21.22) perché sia aperta loro la porta, ma senza sortire altro effetto che un rifiuto solenne che lascia intravedere nella figura dello sposo la persona stessa di Gesù Messia: In verità io vi dico due non vi conoscoQuesta ignoranza rimanda all’infedeltà di Israele(Sal95,11; Is 59,8; Ger 5,4), al peccato dei Sadducei che non conoscono né le Scritture né la potenza di Dio(Mt 22,29) e a Simone che per paura negherà di conoscere Gesù (Mt 26,72.74). Non conoscere equivale a non corrispondere, a non amareLo sposo non riconosce l’esistenza di un vincolo d’amore che leghi a lui le cinque vergini sprovvedute.

Il suggerimento della parabola(v.13) - La parabola si conclude con una esortazione a vigilare perché la venuta del messia è imprevedibile (Mt 24,42). Nessuno può chiedere agli altri che agiscano al proprio posto.Gesù invita a una vigilanza preventiva, a un’intelligenza che renda i discepoli e tutti coloro che lo seguono custodi attenti e responsabili della propria vita e dei propri doni.La dinamica dell’alimentare/far spegnere, collegata al rapporto lampada/ olio/ tempo che passa, richiama l’espressione di Mt 24,12-13 che avverte circa il rischio che l’amore si spenga e suggerisce la perseveranza.Si potrebbe dire che per non spegnere o raffreddare il proprio amore l’uomo debba munirsi di olio. Rifondere l’olio equivale così a resistere fino alla fine.L’olio che tiene accesa la lampa però non lo si può prestare, è qualcosa che ci si deve procurare o meglio ciò per cui ci si deve impegnare personalmente. L’olio è la cura, la premura, la responsabilità, la consapevolezza con cui l’uomo tiene acceso l’amore. Le vergini sono dieci non si parla di un’eventuale futura sposa in mezzo a loro. Esse sono immagine del discepolo che lo sposo (il Messia) vuole condurre alle nozze per coronare la sua vocazione con la pienezza dell’amore. L’invito è pertanto a tenere acceso il proprio cuore fino alla venuta del Signore. Ciò che è spento non può entrare alla festa di nozze, categoria per antonomasia del tripudio della vita. La porta chiusa esprime la definitività di un giudizio. Le sole parole o la sola invocazione del nome (Mt 15,8), senza il coinvolgimento del cuore, non equivalgono a un’autentica relazione, non sono amore. La lampada spenta è l’uomo senza amore. E senza amore non ci possono essere nozze. Attendere, aspettare il Signore/Cristo/Sposo con la lampada accesa equivale a vivere consegnandosi ogni giorno all’amore.Questa consacrazione all’amore dà accesso alla festa delle nozze eterne a chi ha dilatato il cuore e si è reso capace di amare Gesù, lo sposo che inaugura i tempi nuovi (Mt 9,15-16).

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